Com'è difficile il celibato dei preti
Com'è difficile il celibato dei preti RELIGIONI E SOCIETÀ' Com'è difficile il celibato dei preti • Preti, razza in estinzione?». Poniamo la domanda al gesuita Domenico Grasso, docente di teologia pastorale nella pontificia Università Gregoriana, ampliando al mondo la puntuale analisi della crisi nella Diocesi di Torino apparsa con quel titolo su La Stampa di domenica 6 settembre, pop. 13. Siete davvero in estinzione voi sacerdoti, Padre Grasso? •E' un titolo ad effetto, risponde, sorridendo, per richiamare l'attenzione su un fatto vero, cioè la diminuzione dei preti in quasi tutto il mondo*. Quali sono le cause della forte flessione? Nel '65 c'erano nel mondo 426 mila sacerdoti su due miliardi e 176 milioni di abitanti dei quali 572 milioni cattolici; nell'80 i preti erano calati a 416 mila benché gli abitanti siano saliti a tre miliardi e mezzo dei quali 764 milioni cattolici. Il •carico pastorale» per ogni sacerdote è quasi raddoppiato, la loro età media supera i cinquantanni. Dice padre Grasso: «Le cause sono tante; ne sottolineo qualcuna, cominciando dalla crisi della famiglia. Dietro ogni vocazione c'è quasi sempre una famiglia cristiana. Se queste famiglie diminuiscono, anche le vocazioni diminuiscono. C'è, poi, da parte di noi sacerdoti, una specie di timore di proporre apertamente ai giovani la vocazione. Crediamo che non siano capaci di accoglierla: è una mancanza di fiducia che non dovremmo commettere. Il giovane è pronto a seguire un ideale anche eroico, a condizione che gli venga presentato come uno scopo per il quale vale la pena di impegnarsi». Non sarà, per caso, anche l'obbligo del celibato imposto ai preti di rito latino a contrarre le vocazioni? Su circa sessantamila •abbandoni» del sacerdozio, fra il '64 e il '78, quasi l'ottanta per cento fu motivato con il rifiuto del celibato. «Forse su alcune vocazioni esso ha influito, ma non sulla gran maggioranza. Se per trascinare i giovani occorrono grandi ideali, quello della vita borghese può anche non apparire tale. Del resto, le vocazioni diminuiscono, e anche più che nel cattolicesimo, fra i i quali non ricelibato ai loro protestanti chiedono il pastori». Perché, secondo lei, tante persone non credono alla castità dei sacerdoti? -E' un segno della crisi morale e dei valori nel nostro tempo, che fa ritenere impossibile quel che è elevato e che la società permissiva non accetta. L'ambiente in cui vivono gli uomini è talmente carico di sensualità da non consentire loro dì credere che ci si possa fare "eunuchi" per il regno dei cieli, come disse Gesù. Di qui, l'enorme forza che la castità può esercitare in un mondo che vede con gli occhi di Freud. Essa è veramente "segno dell'invisibile".. Permetta una domanda personale: come risponderebbe a chi le dicesse di non credere alla sua castità? «Se a domandarmelo fosse un uomo sposato, risponderei che per me e tantissimi preti la castità non è più difficile di quanto sia per lui la fedeltà alla propria moglie. Anzi, che è più facile perché, mentre un uomo sposato è abituato ad avere rapporti sessuali, e perciò sente tutta la difficoltà di farne a meno quando la moglie è assente, noi sacerdoti siamo talmente abituati alla castità che questa va da sé in ogni circostanza. Ciò non vuol dire che io non abbia difficoltà, ma solo che non ho bisogno di un eroismo continuo per tener fede agli impegni presi con Dio. Tanto più che ho fiducia nella Grazia». Padre Grasso aggiunge di ritenere positive le «vocazioni adulte» (oltre i 21 anni) perché «più consapevoli», ma anche «meno facili per chi. preparatosi psicologicamente al matrimonio, deve farsi un'altra psicologia». Solo se la vocazione non si era potuta realizzare prima, per altri motivi, riuscirà bene in età adulta. «In un seminario americano ho conosciuto un "gigante" di 44 anni, che era stato funzionario della General Motors; aveva sempre pensato al sacerdozio, ma era dovuto restare con i genitori bisognosi di lui; alla loro morte entrò in seminario e non ebbe mai successive difficoltà. Altri, invece, hanno poi abbandonato». Lamberto Fumo
Persone citate: Domenico Grasso, Freud, Gesù, Lamberto Fumo
Luoghi citati: Torino
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