Le minoranze giudicano i «persecutori» di Edoardo Ballone

Le minoranze giudicano i «persecutori» Istituito in Valle d'Aosta il tribunale Escarré per i diritti civili Le minoranze giudicano i «persecutori» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SAINT-BARTHELEMY — In un piccolo albergo della Valle d'Aosta le minoranze d'Europa hanno raggiunto un'importante tappa della loro battaglia per i diritti civili. Occitani, francoprovenzali, sardi, corsi, catalani, friulani, gallesi hanno deciso di istituire il «tribunale Escarré., una sorta di assise che ogni anno s'incontrerà per denunciare pubblicamente agli organismi internazionali le eventuali violazioni subite nei vari Stati da chi appartiene a una minoranza etnica e linguistica. Cosi, nei suoi scopi, il tribunale Escarrè (prende nome da un abate catalano di Montserrat esiliato da Franco) s'affianca alla ormai nota attività di altri due tribunali filantropici: quello fondato dal filosofo Russell e l'altro «per i popoli» di Lelio Basso. La proposta, dopo tre giorni di seminari sul tema 'Nazioni d'Europa tra due confini», è scaturita dai rappresentanti valdostani dell'Eac (Equipe d'Action Culturelle) Guido Cornelio e Claudio Magnabosco e del monaco benedettino Aureli Argeml, dell'abbazia franco-catalana di Cuixà e ex segretario dell'abate Escarrè. Nel neo-tribunale, che si riunirà per la prima sessione proprio in una località valdostana, aderiscono «giudici» di differenti ideologie politiche. Ci sono occitani francesi e italiani con simpatia per l'area marxista, valdostani di estrazione cattolica, gallesi di tendenze liberali. «£' una grande occasione per contarci» dicono Corniolo e Magnabosco. -Il tribunale Escarrè è un decisivo passo avanti per il riconoscimento di milioni di europei che appartengono a nazionalità senza Stato» sot¬ tolinea il monaco Argeml. Nazionalità, un termine che sempre più sta entrando nel linguaggio politico dei gruppi etnici. Ormai non gradiscono più es-rre definiti «minoranze», «un termine — dice Magnajosco — che contiene comunque qualcosa di discriminatorio», ma appunto nazionalità. Hanno un territorio, una lingua, una cultura, manca soltanto un riconoscimento di autonomia amministrativa (per i gruppi più moderati) o addirittura l'indipendenza statale (per gli estremisti). Ma alla tre giorni di Saint-Barthélemy il discorso autonomia o indipendenza in un'Europa federale è stato soltanto sfiorato: la discussione maggiore s'è appuntata sull'istituzione di una voce ufficiale e autorevole per la difesa 'Contro i soprusi e le ingiustizie che gli Stati delle maggioranze fanno nei nostri confronti» come spiega Argeml. Cosi è certo questo insolito tribunale che avrà per interlocutori, con funzioni di «giudice massimo» l'Onu, l'Unesco. il Parlamento europeo e altre istituzioni internazionali. Forse la prima denuncia, hanno fatto capire in Valle i catalani, è quella della 'mancata attuazione dell'autonomia promessa da Madrid nel dopo-Franco». Ai lavori era pure presente il deputato valdostano Cesare Dujany, unica voce della minoranza francoprovenzale a Roma. Si dichiara soddisfatto dell'incontro di Saint-Barthélemy «anche perché ormai occorre fare qualcosa di pratico per difendere le minoranze contro la volontà politica accentratrice dei vari governi "statali"». Edoardo Ballone

Persone citate: Aureli, Cesare Dujany, Claudio Magnabosco, Corniolo, Lelio Basso, Magnabosco, Montserrat

Luoghi citati: Europa, Madrid, Roma, Valle D'aosta