I metalmeccanici preparano il contratto l'Intersind vuol discutere sulle 40 ore
I metalmeccanici preparano il contratto l'Intersind vuol discutere sulle 40 ore La Firn smentisce le voci di slittamento; invierà la disdetta entro i termini fìssati I metalmeccanici preparano il contratto l'Intersind vuol discutere sulle 40 ore ROMA—La segreteria della Firn ha deciso ieri di inviare formalmente alle controparti private e pubbliche la disdetta del contratto nazionale dei metalmeccanici entro i termini fissati. L'iniziativa smentisce alcune voci circolate negli ultimi giorni circa un eventuale slittamento del contratto che scade il 31 dicembre prossimo. Ha, poi, esaminato i nodi centrali della piattaforma contrattuale, in vista della riunione della commissione nazionale per il rinnovo convocata per oggi e domani. Il segretario nazionale Lotito, in un'ampia relazione, ha trattato i punti più importanti e controversi, come il salario, l'inquadramento, l'orario di lavoro. Nel successivo dibattito non sono emersi dissensi, anche perché si è rimasti sulle linee generali e non sono state ipotizzate soluzioni concrete. Mentre la segreteria era nel pieno della discussione, un segnale di guerra è giunto dai metalmeccanici Cisl della Lombardia. In una conferenza stampa per la presentazione dei lavori del primo congresso regionale della categoria, che s'inizia oggi a Milano con la partecipazione di 420 delegati in rappresentanza dei 134.189 iscritti alla Firn-Cisl lombarda, il segretario Provasi ha annunciato l'intenzione dei metalmeccanici Cisl di «andare ad uno scontro durissimo» per il rinnovo contrattuale, anche se le richieste saranno stringate intorno a tre argomenti principali: controllo delle ristrutturazioni, riduzioni di orario, adeguamenti salariali. «C'è il tentativo, ha sostenuto Provasi, di presentare la classe operaia come l'angelo sacrificale da immolare sull'altare del patto anti-inflazione, della ripresa produttiva e della competitività internazionale». Il sindacato non si rifiuta di discutere di questi argomenti, «ma è certo che imposterà una battaglia dura per far valere le proprie ragioni nei confronti sia del governo che del mondo imprenditoriale». Gli aumenti salariali, secondo la Fim-Cisl lombarda, dovranno recuperare quanto nel prossimo triennio non riuscirà a recuperare la scala mobile e quella quota di reddito persa dai salari in questi anni rispetto al prodotto interno lordo che è calata —ha detto Provasi — dal 55,9% del 1978 al 54,2% del 1980. g.C.f.
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