Preti, razza in estinzione?

Preti, razza in estinzione? Mentre cresce l'interesse religioso, i seminari si svuotano Preti, razza in estinzione? Solo 5-6 ordinazioni (tre quest'anno) contro un calo medio annuo di 20-25 unità Per 400 parrocchie, 835 sacerdoti la cui età media si aggira fra i 54 e i 55 anni La lettera a Specchio dei tempi di un gruppo di parrocchiani di Borgaretto, che protestano per il trasferimento del viceparroco («Don Luigi deve restare con noi*), ripropone un tema drammatico per la Chiesa cattolica: la crisi delle vocazioni religiose. Un fenomeno di dimensioni nazionali, che interessa anche il Piemonte (solo la Lombardia pare esente grazie al Varesotto, tradizionale serbatoio di preti). ti giovani si avvicinano sempre meno al sacerdozio, le nuove ordinazioni da noi si contano sulle dita di una mano; ammette mons. Franco Peradotto, vicario generale della Diocesi di Torino, 400 parrocchie (107 in città) distribuite su un territorio che conta 2 milioni di abitanti, 835 sacerdoti la cui età media si aggira intorno ai 54-55 anni. La contraddizione è evidente: la «caduta» di vocazioni avviene nel momento in cui c'è, soprattutto fra i giovani, un recupero di spiritualità, un nuovo, crescente interesse religioso, un bisogno di valori legati alla fede. Da anni, d'estate, ragazzi e ragazze, sempre più numerosi, frequentano campeggi organizzati dalla Diocesi, cantano e pregano insieme, discutono, riflettono sui problemi dello spirito, affrontano i temi della solidarietà e dell'amicizia. E lo stesso avviene per gli adulti con iniziative simili: riflessioni, spazi riservati alla meditazione e alla riscoperta dei valori del silenzio, analisi delle possibilità d'intervento e di apostolato in mezzo alla gente per aiutare i poveri, gli esseri abbandonati, i bambini e i vecchi soli. .Sono iniziative di taglio volutamente religioso, corsi di formazione; spiega Peradot to, mentre scorre i dati sulle ordinazioni passate e recenti: diciotto nel '61, venti nel '72, sedici nel '78. Nel '79 i primi segni del crollo: otto soltanto, sei nell'80, tre, finora, que sfanno. Per contro, si aprono vuoti incolmabili per la morte di sacerdoti, per le defezioni dovute a malattia o a vecchiaia. «in media, dal 78, debbia mo sostituire 20-25 preti al l'anno, cercando di risolvere i problemi più urgenti, chiedendo ai sacerdoti sacrifici abnegazione crescen ti ». Le prospettive «non sono confortanti». Il seminario di Giaveno (medie inferiori) i frequentato da una quaranti na di giovani; i ginnasiali, a Torino, sono 25; una quaran tina gli studenti di teologia, nove dei quali ordinabili nello spazio di tre anni. Sempre più numerose, in vece, le vocazioni adulte, co munque «tutte da verificare nella loro spontaneità e inten sita.. Attualmente i corsi per adulti sono frequentati da una ventina di giovani (i due terzi sono torinesi) di età su periore ai 24 anni, quasi tutti laureati, alcuni dei quali stanno affrontando teologia. Non è molto. Non basta questo quadro a rassicurare i responsabili della Diocesi, colmare i vuoti in un esercito di pace che opera con impe gno incessante fra la gente nella strada, dentro le fabbri che e le scuole con compiti e responsabilità crescenti per rispondere alla fame di spiri tualità della gente. Oggi, forse più di ieri, sacerdozio vuol dire dedizione e servizio. E' cambiato l'aspetto, la veste esterna. Il sacerdote indossa maglione e jeans, ma vive con intensità e parteci¬ psssddvcvrCscpudcdil pazione i problemi delle persone che sono affidate alla sua cura spirituale, numerosi soprattutto a Torino, città industriale ancora alla ricerca di perduti equilibri fra le diverse classi sociali. Lo stress è continuo, la città ogni giorno verifica la validità e lo spessore pastorale delle vocazioni, Per tamponare i vuoti, la Chiesa torinese chiede il massimo impegno: i parroci sono chiamati a fare da soli, i viceparroci diventano titolari di una sede vacante. E' il caso del viceparroco di Borgaretto chiamato a diventare titolare di una parrocchia torinese. E' il caso di altri 30 sacerdoti chiamati, dal marzo di quest'anno, a cambiare sede, ad assumere nuove, più pesanti responsabilità. Il consiglio pastorale, presieduto dal cardinale Balestrerò, ha disegnato la nuova mappa delle parrocchie, cercando un giusto equilibrio delle forze, ridimensionando gli organici. Dieci anni fa ogni parrocchia con oltre 10 mila abitanti poteva contare su due viceparroci, oggi ce n'è uno solo. 1 trasferimenti non sono decisi d'imperio, ma avvengono attraverso lunghi colloqui in cui viene verificata la disponibilità del futuro parroco a gravarsi di impegni. Scompare la figura del prete tuttofare, nasce il prete leader capace di qualificare il proprio lavoro, di animare, provocare attenzione e interesse intorno alla «vigna del Signore». Insomma, se non proprio in estinzione quella dei preti è certo una razza che, forzatamente, cambia. «Non tutti i mali vengono per nuocere», si dice in Curia. Con la speranza che la crisi vocazionale sia un fenomeno momentaneo. E la certezza che quelle che giungono in porto sono vocazioni complete e sincere. Renato Romanelli

Persone citate: Franco Peradotto, Preti, Renato Romanelli

Luoghi citati: Lombardia, Piemonte, Torino