E' prosciolto in istruttoria l'agente che uccise un uomo sulla panoramica

E' prosciolto in istruttoria l'agente che uccise un uomo sulla panoramica Conclusa l'inchiesta sull'omicidio della strada di Superga (dicembre '80) E' prosciolto in istruttoria l'agente che uccise un uomo sulla panoramica Secondo il magistrato, il poliziotto (scarcerato) non è punibile perché il colpo gli partì scivolando nella corsa: caso fortuito - Commenti della parte civile - Il pm farà appello Conclusione a sorpresa dell'inchiesta per l'omicidio sulla panoramica di Superga. Antonio Giacopino, 20 anni, il poliziotto che ha ucciso l'operaio Franco Veroni, 33 anni, è uscito dal carcere, completamente scagionato dal delitto. Per il giudice istruttore Sorbello che ha condotto l'inchiesta, l'agente non è punibile: il colpo di pistola parti dalla sua pistola per un caso fortuito (Giacopino scivolò sulle foglie). Una decisione che è giunta come un fulmine a ciel sereno per i familiari della vittima (a Chieri abitano la moglie Peppina Cao, e i figli Mariangela e Maurizio di 5 e 7 anni) e per il legale di parte civile avv. Fulvio Gianaria. .E' uno questione che dovrebbe essere sottoposta alla valutazione dei giudici del dibattimento» ha commentato con amarezza l'avvocato. La vicenda giudiziaria non è infatti ancora conclusa. Il pm Maria Del Savio Bonaudo (che aveva chiesto per l'agente il rinvio a giudizio per omicidio volontario) nei prossimi giorni presenterà appello contro il proscioglimento deciso dal giudice Sorbello. Toccherà alla sezione istruttoria della Corte d'appello l'ultima decisione sul caso. La vicenda. Sono le dieci del mattino del 5 dicembre '80. L'agente, in forza al V repar¬ tnqcpsnuclutlistq^ i ! m 111, i ! i : 111111 m i m 1111 11111 u 1111 ) i > to «Celere», e la fidanzata Anna Maria, una studentessa quindicenne, raggiungono con l'Alfasud del giovane la panoramica. Superato uno spiazzo, si fermano un centinaio di metri più avanti in una stradina secondaria in località «Pian della Mogna» luogo frequentato da coppiette, circondato di pini. Racconta il poliziotto: •'All'improvviso abbiamo sentito il rumore di fogliame calpestato. Ho visto due ombre e ho temuto un'aggressione. Per questo ho preso la pistola e so- no sceso. Ho notato due persone su un terrapieno a una decina di metri. "Cosa volete?" ho gridato. Non hanno risposto. Mentre correvo verso di loro sono scivolato ed è partito il colpo». L'agente fa retromarcia e nello spiazzo ritrova il Veroni ferito e l'amico. Giacopino (difeso dagli avvocati Geo Dal Fiume e Ciaf ardo): .L'ho caricato in auto e mi sono diretto a Chieri, l'altro che mi seguiva poco dopo è scomparso». E da allora il misterioso amico sembra svanito nel nulla. Prima di morire, due mesi dopo il Veroni raccontò: .Siamo andati in collina a raccogliere castagne e legna, non per spiare le coppiette». Dell'amico non ha mai voluto rivelare l'identità. Secondo il perito balistico dott. La Sala .nessuna argomentazione tecnica impedisce di ritenere plausibile la versione del Giacopino». Per il pm Del Savio Bonaudo invece è pienamente provata la volontarietà dell'azione e la previsione dell'evento: «Veroni disse che l'agente sparò stando in piedi e tenendo la pistola con due mani. E Veroni non aveva alcun motivo per mentire». Per il giudice istruttore Sorbello invece la vittima ha mentito. Perché era 11? «Non ci sono piante di castagno». Attendibile invece la versione del poliziotto. Aveva la pistola con il colpo in canna, il cane alzato, senza la sicura: una scivolata sulle foglie umide ha fatto partire il proiettile. Giacopino, per il magistrato, ha agito in modo adeguato alle circostanze: era in una zona isolata, ha temuto un'aggressione, si è sentito in pericolo, ha reagito. i» In lungo Dora Firenze, Maria Russo, 48 anni, corso Regio Parco 26, è stata affiancata da una Vespa, con due giovani a bordo. Quello che viaggiava sul sellino posteriore le ha strappato dal collo una catena d'oro, con medaglione,

Luoghi citati: Chieri, Firenze