Rognoni: lo Stato non si è arreso con la legge sui terroristi pentiti

Rognoni: lo Stato non si è arreso con la legge sui terroristi pentiti A Trento il ministro dell'Interno difende la decisione del governo Rognoni: lo Stato non si è arreso con la legge sui terroristi pentiti Chiesto a sindacati e imprenditori uno «sforzo di vigilanza, di presenza e di iniziativa» per vincere la sfida che reversione prepara per l'autunno - Al dibattito anche Ciro Cirillo ROMA — 'No, il progetto di legge del governo sui terroristi pentiti non è una resa: lo Stato non scende a patti con nessuno, non riconosce alcuna legittimità del partito armato». Cosi, in un dibattito alla festa dell'Amicizia a Trento, il ministro dell'Interno Rognoni ha difeso le nuove misure approvate dal Consiglio dei ministri per favorire la dissociazione dal terrorismo, ma ha aggiunto che tutto questo non basta, per vincere la nuova sfida che l'eversione prepara per l'autunno. E' una strategia in gran parte prevedibile quella che i terroristi, secondo il ministro, stanno preparando, e punta su quattro fronti principali: l'inserimento nelle questioni sociali (per accreditare il pas saggio da struttura militarista a struttura di partito), e nel dibattito aperto nelle fabbriche (con l'adozione di tematiche e linguaggio sindacali), la battaglia contro il fenomeno del pentimento, l'uso del sequestro come tattica operativa intimidatoria. Come può rispondere lo Stato? Adeguando le sue capacità tecniche d'intervento, ha spiegato Rognoni, sia per quanto riguarda le forze dell'ordine sia per quanto riguarda i mezzi e i servizi di sicurezza. E poi, soprattutto, rivendicando da tutte le forze politiche e sociali un impegno di solidarietà, e dalle forze sindacali e imprenditoriali •uno sforzo specifico di vigilanza, di presenza e di iniziativa». Bisogna capire, infatti, che la nuova strategia br è più «sofisticata» e più 'insidiosa» delle precedenti. Ha come interlocutore non più lo Stato, ma le parti sociali. Dunque il terreno più adatto, per i terroristi, è là dove esistono tensioni sociali. E qui si concentrerà, secondo Rognoni, tutto lo sforzo dell'eversione armata. 'Penso — ha detto con preoccupazione il ministro — alle grandi aree metropolitane, all'eventualità che una situazione generale difficile provochi occasioni di scontri sociali aspri, duri, nei quali elementi terroristici possano infiltrarsi per inquinare e sovvertire la dinamica democratica». Alla risposta tecnico-organizzativa, alla solidarietà, alla vigilanza, deve accompagnarsi secondo Rognoni un corpo di provvedimenti legislativi che nel rispetto della Costituzione diano più efficacia all'azione di polizia (sia preventiva che repressiva) e all'opera i n a a a di protezione dei pentiti. Le nuove misure sottoposte al giudizio del Parlamento si muovono in questa direzione, prendendo in considerazione sia il fenomeno della •dissociazione» dal terrorismo che quello della •collaborazione», due diverse forme di •pentimento», che presuppongono entrambe la piena confessione dei reati e il ripudio della violenza armata. Anche qui, anche nell'elaborazione delle misure legislative contro il terrorismo. Rognoni chiede «uno concreta e costruttiva solidarietà e collaborazione politica da parte di tutte le forze democratiche». I nuovi provvedimenti non sono un'abdicazione, o una resa. E lo stesso presidente Pertini, a parere di Rognoni, non ha inteso criticare queste misure governative: .11 Capo dello Stato — secondo il ministro — ha ritenuto giustamente di non avviare alcuno spazio per l'esercizio dell'istituto di grazia laddove dovrebbero essere applicati altri istituti. Il provvedimento del governo non tocca mini mamente l'istituto della grazia. Quindi io credo che sia stato un equivoco della stani pa attribuire al Capo dello Stato un atteggiamento sfavorevole nei confronti di questo provvedimento». Sullo sfondo del caso italiano, il ministro dell'Interno nella sua relazione ha richiamato con allarme 'l'esplosione di violenza» che investe molti Paesi in ogni parte del mondo, con rischi di destabilizzazione e di minaccia alla pace. Di qui l'impegno collettivo e individuale alla •responsabilità», nella consapevolezza, però, che le istituzioni democratiche si devono difendere in primo luogo •facendole funzionare, garantendomi la stabilità e l'efficienza, preservandole da inquinamenti, riformandole», n buongoverno, insomma, come arma di lotta contro la tentazione eversiva. Nel dibattito che è seguito alla relazione di Rognoni (era presente anche Ciro Cirillo), 11 vicesegretario democristiano Vittorino Colombo ha detto che la de rappresenta •l'obiettivo principale» del partito armato, e ha ricordato il dovere della •coesione nazionale» e della 'Coerenza» di fronte alla minaccia della violenza. I gruppi eversivi, per Colombo, «si sono alimentati di una cultura e di una metodologia praticata per lunghi anni anche dal pei e per qualche periodo da suoi occasionali alleati». Una tesi che il deputato comunista Antonello Trombadori ha respinto, sottolineando invece la necessità di una collaborazione tra maggioranza e opposizione sul fronte della lotta armata, per non aprire varchi o fratture. Le misure del governo per i terroristi pentiti, secondo l'esponente comunista, sono «un fatto positivo», e, purché emendate in parecchi punti, possono essere votate dalle forze politiche «unite». e. m. p

Luoghi citati: Roma, Trento