Il manifesto nudo è arrivato ma il giudice lo fa caprire

Il manifesto nudo è arrivato ma il giudice lo fa caprire Parigi: dopo le polemiche una denuncia femminista Il manifesto nudo è arrivato ma il giudice lo fa caprire PARIGI — Ultimo atto per lo spogliarello pubblicitario sui muri di Francia: alla comparsa della terza ondata dei cartelloni che ritraggono, come promesso, la ragazza nuda integralmente, i gruppi femministi hanno risposto con una denuncia ancor più aspra dell'iniziativa, definita come 'degradante non solo per la donna, ma anche per l'uomo*. Non solo, ma il tribunale di Lilla ha ordinato la copertura totale dei cartelloni, dopo che vandali o buontemponi avevano staccato pudiche strisce apposte inizialmente sulla zona più «critica» dei manifesti. L'Associazione agenzie di pubblicità dal canto suo, responsabile della politica di autocontrollo nel settore, si è rimangiata il benevolo giudizio dato in un primo momento e ha denunciato la campagna pubblicitaria per A'uso del corpo femminile al fine di pubblicizzare qualcosa che non ha nulla a che vedere con esso*. Ma ripercorriamo in breve le tappe della vicenda. La storia era cominciata a fine agosto, quando erano apparsi altri manifesti, con la stessa ragazza, fotografata di fronte in bikini, con la scritta: «fi 2 settembre mi tolgo la parte di sopra*. Puntualmente il 2 settembre, e nel modo annunciato, la giovane donna è ricomparsa, questa volta con la dicitura: 'Il 4 settembre mi tolgo la parte di sotto*. E' stata dunque mantenuta anche questa promessa, ma con una piccola astuzia: la ragazza si è pudicamente voltata, astuzia però che non ha evitato l'esplodere di polemiche, fino all'ultima iniziativa delle femministe e del giudice di Lilla. Ieri infatti, a Lilla, un gruppo femminista denominato •Dalla parte delle donne*, ha deciso di passare ai fatti, presentando una denuncia in tribunale contro quello che veniva definito come «un oltraggio morale* e «incitamento al guardonismo*. Dietro pres sione del giudice, la ClmBbdo ha fatto coprire il 'fondo* della ragazza con strisce di carta in tutti i cartelloni esposti a Lilla, ma in seguito s'è rassegnata alla copertura totale, una volta accertato che le strisce venivano staccate da ignoti, rimettendo a nudo la parte incriminata. A Parigi, la Lega per i diritti della donna ha denunciato la campagna, affermando che •è degradante per le donne perché il loro corpo viene usato come oggetto* e lo è «per gli uomini, perché vengono trattati come semplici macchine che reagiscono allo stimolo erotico». La prima nòta discordante con l'entusiasmo diffuso alla Clm-Bbdo (promotrice dell'operazione), quando era convinta d'aver centrato il bersaglio, era venuta dall'austero 'Ufficio verifica della pubblicità, che, in una lettera alla direzione dell'agenzia, aveva scritto: 'Diverse donne ci telefonano per esprimerci la loro indignazione».

Luoghi citati: Francia, Lilla, Parigi