Il ragazzo di Moravia rifiuta la vita

Il ragazzo di Moravia rifiuta la vita PRIME FILM: «La disubbidienza» di Aldo Lado con Stefania Sandrelli Il ragazzo di Moravia rifiuta la vita «La disubbidienza» di Aldo Lado, con Stefania Sandrelli, Thérèse Ann Savoy, Cari Diemunch. Produzione italiana a colori. Drammatico. Cinema Gioiello e Lilliput. Che bel racconto è La disubbidienza. Forse il migliore di Moravia, dove la storia, le riflessioni e i gesti stanno raccolti in un'unica ribellione, in una simbolica pigrizia di ragazzo: la voglia di lasciarsi morire, di opporre il rifiuto ai comandi della vita e dell'abitudine. C'è una pagina bellissima, tra le altre, in cui il protagonista si sveglia dal sonno della sua lunga malattia e riprende confidenza con il mondo, per prima cosa con gli oggetti. Gli pare che tutto sia nuovo e amichevole. Il regista Lado, per smania di aggiungere qualcosa a Moravia oppure per timore di perdersi nella semplicità, ha inventato intorno al disubbidiente l'immancabile Venezia, i fascisti, il dopoguerra in luogo dei nebbiosi interni borghesi, crudelmente innocenti e lontani che erano nell'originale. Venezia, si sa. è bellissima, meno credibile e credibilmente recitato il contorno con la famiglia fascista durante la guerra, il ragazzo che si lega ai partigiani, il dopoguerra con la rinascita dei vecchi manutengoli e la presa in giro della Resistenza. Schifato di tutto il disubbidiente pensa di morire, ma lo salva, come descrisse bene Moravia, il sesso. Due donne concupiscono il signorino, ma una andrà presto a morte (la componente della dissoluzione e del disfacimento cara a Moravia), l'altra si donerà con l'assoluta dedizione salvando una mente, ridonando la salute. Per recuperare il senso torrido e meraviglioso delle voglie adolescenziali Lado non ha trovato di meglio che un'orgia abbastanza banale, pericolosamente in bilico sul ridicolo di gesti sensuali, di mutandine, di cosce. Certo, sono le cose che turbavano e turbano le fantasie adolescenti, ma non chiedono la grossolanità, amano le segreta sfrenatezza, non quella del sexy da vecchi salotti. Lado deve lasciarsi conquistare maggiormente dalle storie, non soltanto vestirle di immagini suggestive. s. r.

Luoghi citati: Venezia