E il «sottopotere » litiga in corridoio

E il «sottopotere » litiga in corridoio E il «sottopotere » litiga in corridoio dal nostro inviato speciale \VENEZIA — C'è un presidente della giuria. Italo Calvino, previsto da mesi, che si insedia stasera, scelto non per elezione ma per acclamazione dai giurati Comencini, De Oliveira. Marie Christine Barrault, Bogdanovich, Hamina, Santos, Zanussi, Soloviev. La presema del giurato sovietico, dice il pettegolezzo, è stata patteggiata: voi Mostra non state a proiettare a Venezia, oltre al film polacco sul Papa, anche L'uomo di ferro di Wajda, e noi Urss vi diamo un regista per la giuria. La presenza molto gradevole di Marie Christine Barrault, dice il pettegolezzo, è stata un po'un ripiego: si voleva la Moreau ma non aveva tempo, si voleva la Deneuve ma non poteva, per fortuna un cognome illustre dello spettacolo francese s'è comunque trovato. Ci sono i conti a dimostrare quanto l'inflazione abbia influito sul costo della Mostra del cinema. Nel 1971 la chiusura di bilancio registrava una spesa di 320 milioni. Nel 1972, 500 milioni. Nel 1980, 1 miliardo e 300 milioni: quasi un miliardo di piii in meno di dieci anni. Nel 1981, abbrevia- ta la manifestazione, ridotto il programma, dimezzate (da 240 a 120 circa) le assunzioni di personale occasionale, si conta senza eccessive speranze di cavarsela con 1 miliardo. C'erano parecchie poltrone vuote la sera dell'inaugurazione. Il palazzo era più. affollato a mezzanotte (c'era pure Franca Rame) per vedere Mano pericolosa di Fuller, ma la curiosità per il film anticomu nista è andata delusa. Anche nella versione presente, i sottotitoli italiani traducevano l'americano «communists», «commies», con generici «spie», «traditori»; il termine •comunista» non appariva mai, perdevano ogni sapore battute come: «Cosa fai, vendi il tuo Paese ai comunisti? Non ti credevo un porco», «Cosa so dei comunisti? Che mi disgu stano». Magro compenso: il film era bello. C'è il vicepresidente della Biennale Cesare De Michelis, assessore comunale, docente universitario, socialista e fratello dell'omonimo ministro, di umore brutto. Dalla terrazza o nei corridoi del Palazzo del Cinema si sentivano bene i fortissimi toni d'una sua discussione con il segretario generale, le alte proteste per il fatto che, lui assente per un mese di vacanza in Perù, non erano state assunte dalla Mostra trenta persone che gli stavano a cuore. Troppo tardi, nessun rimedio. Così il vicepresidente incattivito ha chiamato a riunione il presidente repubblicano Galasso e il consigliere d'amministrazione democristiano Rossini: per rivedere, riesaminare, riequilibrare, ridiscutere... I.t.

Luoghi citati: Perù, Urss, Venezia