Accordo su 20 prezzi controllali Luce, medicine: rincari contenuti

Accordo su 20 prezzi controllali Luce, medicine: rincari contenuti L'esperimento durerà due mesi a partire dal 15 settembre Accordo su 20 prezzi controllali Luce, medicine: rincari contenuti In ogni provincia sarà formato un listino diverso - Alcuni prodotti potranno essere sostituiti da altri simili se più diffusi nella località - Entro la metà del mese il governo consegnerà alle parti sociali le linee programmatiche della legge finanziaria per l'82: serviranno per le trattative sul patto antinflazione ROMA — L'intesa sul controllo volontario dei prezzi è stata raggiunta ieri a tarda sera. Dopo una serie di contrasti fra le parti in causa — al ministero dell'Industria e Commercio, industriali, commercianti e cooperative di consumo — si è concordato un testo dal quale sembra che i listini dei prezzi saranno più che altro indicativi. A partire dal 15 settembre, per due mesi, si stabilirà quanto devono costare pane, latte, pasta, fettina di vitellone, riso, olio d'oliva e di semi, margarina, grana, provolone, gorgonzola, mozzarella, stracchino, salame, mortadella, prosciutto crudo, pomodori pelati, marmellata, piselli in scatola, surgelati di pesce e ortaggi. Per formare i listini — che dovranno essere affissi in tutti i negozi che vendono anche solo uno dei 20 prodotti — non si partirà dai «prezzi massi mi» come diceva la bozza ori ginaria di accordo, ma dai .prezzi più diffusamente pra ticati*. Questo per evitare che tutti i negozi si allineino ai prezzi massimi. In ogni provincia sarà formato un listino diverso, per accordi fra produttori, grossisti, venditori e cooperative di consumo su iniziativa dei presidenti delle Camere di commercio; all'interno dei prodotti della lista sì potran no scegliere tipi diversi, alcu ni prodotti potranno essere sostituiti da altri simili se più diffusi nella provincia; i prezzi potranno essere fissati a due livelli diversi a seconda dei Comuni. Martedì prossimo. 8 settembre, il ministro dell'Industria Giovanni Marcora si incontrerà con i presidenti delle Camere di commercio per dare il via agli accordi provinciali. I listini, come si era già detto nei giorni scorsi, saranno resi pubblici a cura dei comuni, stampati, scritti sui giornali, affissi nei negozi e fatti rispettare dai vigili urbani. Il testo della «bozza di intesa» sul quale ieri pomeriggio erano d'accordo il ministro e le organizzazioni dei commercianti, e dopo alcune modifiche anche le cooperative di consumo, non andava bene invece alla Confindustria. A un certo punto, al ministero è arrivato anche il presidente degli industriali. Vittorio Merloni: la trattativa si era fatta più delicata. Il vicedirettore generale della Confindu stria. Carlo Ferroni, aveva dichiarato: .Noi siamo disposti a mantenere fermi i prezzi per un bimestre salvo eventi di carattere esterno come, ad esempio, un forte apprezzamento del dollaro. Ci troviamo invece di fronte a un testo già preparato e concordato non si sa con chi*. In mattinata, la giunta esecutiva della Confcommercio aveva detto si al controllo volontario dei prezzi, invitando .tutti gli operatori commerciali a collaborare nella maggior misura possibile per la sollecita e pratica attuazione dell'accordo nell'ambito di ciascuna provincia*. Il documento della Confcommercio dava per scontato che i produttori avessero preso «un impegno a tener fermi i prezzi all'origine*; il che. come si è visto, nel pomeriggio per gli industriali era ancora da stabilire. La Confcommercio ha comunque colto l'occasione per ricordare al governo che considera fonte di 'distorsioni e turbative* le -residue situazioni di calmiere* che riguardano alcuni tipi di pane e alcune pezzature di carne. Il ministro Marcora, prima di affrontare il lungo pomeriggio di riunioni, aveva dichiarato di essere 'fiducioso nella buona riuscita dell'accordo* per diversi motivi, fra cui l'impegno del governo a fissare un «tetto» o limite massimo all'inflazione, ricercando comportamenti coerenti di tutti per non superarlo, e la fase calante in cui si trovano i consumi (a causa della crisi economica). Sono gli stessi commercianti, infatti, a dire che non conviene aumentare troppo i prezzi, visto che già le vendite calano. Se poi .l'esperimento salterà — ripete il ministro dell'Industria —, allora verranno fuori cose spiacevoli*. Spiacevoli naturalmente per i commercianti, anche se il governo non intende arrivare a un blocco dei prezzi. Stefano Lepri IL LISTINO DEI PRODOTTI ROMA — Ecco in dettaglio i prodotti ed i tipi di confezioni che sono previsti nella bozza di protocollo di intesa proposta dal ministro Marcora e attualmente all'esame delle categorie interessate: 1 latte pastorizzato e a lunga conservazione 2 pane confezionato con farina tipo «0» 3 carne bovina fresca di vitellone (fettine di posteriore e punta di petto anteriore) 4 pasta alimentare secca di semola di grano duro (confezioni da mezzo ed un chilogrammo) 5 riso lavorato, comune o originario (confezione da 950 grammi) 6 olio d'oliva (confezione da un litro) 7 olio di semi vari e olio di soja (confezioni da un litro) 8 burro 9 margarina vegetale 10 formaggi duri (grana) a taglio e preconfezionati 11 formaggi semiduri (provolone) a taglio e preconfezionati 12 formaggi molli (gorgonzola, mozzarella, stracchino) a taglio e preconfezionati 13 salame «Milano» (a taglio e preconfezionato) 14 mortadella di puro suino (a taglio e preconfezionato) 15 prosciutto crudo (a taglio e preconfezionato) 16 pomodori pelati tipo «Roma» normali (confezioni da 400 e da 800 grammi) 17 marmellate e confetture di pesche, ciliege e albicocche ( confezioni in vetro da 400 grammi) 18 piselli medi al naturale (confezione da 400 grammi) 19 prodotti alimentari surgelati (pesci interi e prodotti della pesca in confezione) 20 verdura e ortaggi in confezione surgelati.

Persone citate: Carlo Ferroni, Giovanni Marcora, Marcora, Stefano Lepri, Vittorio Merloni

Luoghi citati: Milano, Roma