La fantascienza come ribellione di Oreste Del Buono

La fantascienza come ribellione UN'ANTOLOGIA IN EDICOLA La fantascienza come ribellione Dunque, quel giorno degli anni Cinquanta. Dick era dentro al negozio Lucky Dog di San Pablo Avenue, Berkeley, a comprare mezzo chilo di carne di cavallo macinata. Faceva il libero scrittore di fantascienza e viveva in povertà per terrore dell'Autorità, sotto qualsiasi aspetto come il capufficio, il poliziotto, l'insegnante. Era stato espulso dall'Università della California per non aver voluto entrare nei corpi di Addestramento degli Ufficiali di riserva. Aveva abbandonato il posto di direttore del reparto dischi di un negozio di musica per non essere costretto a pre- sentarsi ogni mattina alle nove dietro un bancone in giacca è cravatta a inchinarsi servilmente al primo venuto. Così comprava carne di cavallo macinata: il sapore troppo dolce, ma, insomma, era a buon mercato. Solo che quel giorno, mentre stava dando trentacinque centesimi al commesso di Lucky Dog, si riscoprì d'improvviso, a tradimento, davano alla sua nemesi personale, l'Autorità. Il commesso gli domandò se comprava la carne per mangiarla. Era un uomo alto un metro e novanta, avrà pesato un centocinquanta chili. Guardava Dick con severità, e Dick si sentì di cinque anni, all'asilo. Rispose la verità, che sì, la comprava per mangiarla. E, ahimè, lo sapeva, la carne di Lucky Dog era in vendita unicamente per consumo animale Ebbene, per questo c'era il tribunale: Dick, era stato pescato a compiere un'altra Cattiva Azione. Nella sua introduzione certo più risentita che nostalgica, ma forse più irridente che risentita, Dick enumera una certa quota di Cattive Azioni che ha continuato a compiere dopo gli inizi degli anni Cinquanta e il tentato consumo di carne di cavallo macinata destinata al consumo animale. Certo che ne ha fatte di tutti i colori: si è opposto alla guerra nel Viet nam attirandosi persecuzioni poliziesche, si è arrabbiato con gli agenti del F.B.I. che andavano a trovarlo almeno una volta alla settimana, si è arrabbiato con i suoi amici che militavano nel Partito Comunista Americano, facendosi cacciar via dall'unica riunione a cui ha partecipato, ha vissuto in mez zo alla strada per qualche anno per abbandonarsi alla droga, stato abbandonato da mogli figli e da svariate donne e ragazze, solo i gatti e l'agente letterario gli sono fedeli a lungo. Posso fornire una segnala zione agli appassionati di fan tascienza che si fossero distratti per l'estate e impartire un con siglio ai non appassionati d fantascienza che si trovino ; malparato perché le letture of ferte sotto altre etichette, ma gari quella della Letteratura con relativa elle maiuscola, deludono mica male? Con la maggiore umiltà segnalo e consiglio due fascicoli di Urania, la rivista quattordicinale dedicata alla fantascienza da Mondadori per la cura di Carlo Frutterò e Franco Lu centini. Si tratta di un'antologia di racconti, articolata in due numeri, il n. 896 e il n 897, rispettivamente intitolati Non saremo noi e Piccola città, che forse potrete trovare ancora in qualche edicola risparmiando di pagarli il doppio come arretrati. E' bene, a ogni modo, che figurino in qualsiasi biblioteca. L'autore di questi racconti, Philip K. Dick, uno dei più bravi narratori americani di fantascienza e anche uno dei notevoli scrittori conterà poranei di qua e di là dall'o ceano, vi raggiunge infatti suoi migliori risultati, a parte naturalmente, quello dèi romanzo Una svastica sul sole (Editrice Nord). Non a caso, con la perentorietà che ha loro procurato più di una polemica con gli appassionati di fantascienza italiani, F & L garantiscono nella quarta di copertina del n. 896 e ribadiscono nella quarta del n. 897 di «Urania»: «Dick è tra i più celebrati narratori di fantascienza U. S. sia per i suoi romanzi sia, e forse anche di più, per le sue shorts tones. Questa prestigiosa antologia di suoi racconti rari o introvabili (tutti inediti in Italia tranne due, pubblicati molti anni fa)...» L'antologia, messa insieme in origine da un fanatico di Dick, Mark Hurst sotto il titolo The Golden Man, non è solo prestigiosa e basta, prestigiose possono essere pure le cose noiose. No, l'antologia non è solo prestigiosa, è straordinaria, tanto straordinaria che ha con¬ vcsscpnDstpAsnpgsCrmicSg vinto persino l'autore dei racconti che vi ha premesso una specie di confessione e professione di fede. «Rileggendo alcuni di questi racconti, scritti più di trent'anni fa, ripenso a un negozio che si chiamava Lucky Dog. C'è una buona ragione. Ha che fare con un aspetto non solo della mia vita, ma della vita di moltissimi scrittori a tem-. pò pieno. Si chiama povertà. Adesso mi viene da ridere a pensarci, e sento perfino un po' di nostalgia, perché sotto molti punti di vista quelli sono stati i giorni più belli della mia vita, soprattutto agli inizi degli anni Cinquanta, quando la mia carriera è cominciata. Però eravamo poveri, mia moglie Kleo e io, eravamo molto poveri. E non ci piaceva per nulla. La povertà non serve a formare il carattere. Sono favole. In compenso, insegna a fare bene i conti, si contano e si ricontano i soldi... » Ed è sempre capace di ribellarsi, a torto o a ragione. Ma chi si ribella, sempre un poco di ragione l'ha. «La fantascienza è una forma d'arte ribelle, e ha bisogno di scrittori e di lettori con cattive inclinazioni, come, a esempio, quella di domandare sempre: "Perché?' o 'Come mai?' o 'Chi l'ha detto?'... Il mio medico mi ha detto che la pressione mi è salita di nuovo, e che adesso sembra che ci siano anche delle complicazioni cardiache, lo mi arrabbio moltissimo. La morte mi fa arrabbiare... Maledico Iddio con tutte le mie forze. Sono furioso nei suoi confronti. Mi piacerebbe poterlo avere qui, per interrogarlo, per dirgli che il mondo è un gran pasticcio, che l'uomo non ha commesso nessun pecca- lo, che non è caduto, ma è stato spinto giù, e, come se non bastasse, gli è stato fatto credere di essere fondamentalmente un peccatore, e io so che none così che stanno le cose... ». L'introduzione di Dick è del 1980, l'anno d'uscita dell'antologia in originale. Il più vecchio dei quindici racconti antologizzati «Il Re degli Elfi» è del 1953. Il più recente «Le pre-persone» è del 1974. Meriterebbero tutti e quindici una citazione particolare. Per esigenze di spazio, mi limiterò ad accennare a «Le pre-persone» che è senz'altro per la sensibilità vigente il più provocatorio. E' un'atroce short-story sulle conseguenze che in un mondo superaffollato e angustiato dall'egoismo della sopravvivenza adulta potrebbe avere l'aborto legalizzato. I genitori del futuro con i quali se la prende Dick hanno ottenuto un emendamento estensivo della legge che permette di uccidere un bambino indesiderato prima che nasca, dal momento che non ha ancora un'anima o comunque un'identità, che è, insomma, una pre-persona. La qualifica o, meglio, la mancanza di qualifica è stata estesa ai bambini inferiori ai dodici anni. Sino ai dodici anni per ogni bambino non proprio gradito ai genitori può passare il bianco furgone dell'accalappiacani, pardon, dell'accalappiabambini della Clinica. «Le pre-persone» ha provocato polemiche a non finire. «Sono incorso nell'odio implacabile di joanna Russ, che mi ha scritto la lettera più cattiva che abbia mai ricevuto... Ho ricevuto anche lettere non firmate, e alcune scritte non da singoli, ma da organizzazioni che sostengono Va borio. Be', mi è capitato altre volte di offendere la gente con quello che scrivo. Le droghe, il comunismo, e adesso l'aborto sono davvero un esperto nel mettermi nei guai. Spiacente... Nell'introduzione a questa antologia ho detto che la fantascienza è una letteratura ribelle: contro le idee comuni, contro le istituzioni, contro tutto... In "Le pre-persone" il tema fondamentale è l'amore per bambini, non l'odio verso coloro che vorrebbero distruggerli. La mia rabbia è prodotta dall'amo re...» amorosamente conclude Philip K. Dick, ribelle a tempo pieno. Oreste del Buono

Persone citate: Berkeley, Lucky Dog, Mark Hurst, Mondadori, Philip K. Dick

Luoghi citati: California, Italia