Complessi di Monaco e Bach sacro

Complessi di Monaco e Bach sacro In San Filippo Complessi di Monaco e Bach sacro TORINO — Dopo il sommo capolavoro della Messa in si minore, il .MUnchner Motetten Chor» e il «MUnchner Bach Collegium» si sono ripresentati nell'ampia chiesa di San Filippo sotto la guida sapiente del loro direttore Hans Rudolf Zobeley per un'ulteriore illustrazione dell'arte sacra di Bach: l'Oratorio di Pasqua e il Magnificat. Raramente eseguito. l'Oratorio di Pasqua è anch'esso, come e più che la Messa, una silloge di cantate, nate per diverse occasioni, anche profane, e forgiate insieme attraverso il procedimento della parodia, cioè della diversa destinazione mediante l'applicazione di nuovi testi a musiche precomposte. Non è certo uno dei punti più alti dell'arte di Bach, ma racchiude una piccola gemma nell'aria del tenore, che sopra un movimento piano e continuo dei flauti dolci e dei violini con sordina, cioè coi procedimenti tipici delle operistiche «arie del sonno», esalta la pace con cui il cristiano affronta il «Todeskummer», cioè la paura della morte. Notevole anche il giubilante coro finale, dove s'infila, nella penultima coppia di versi, un nobile andamento di corale. Altrimenti il coro non ha gran parte in questo lavoro, che presenta un'aria per ciascuno dei quattro solisti (per il basso un recitativo, ed è l'ultimo di quattro curiosi recitativi a più voci progressivamente scalate: prima per I quattro solisti, poi per tre, poi per due, infine per uno). Più alto volo ha preso la serata (anche per qualità di esecuzione) col Magnificat, il testo evangelico della risposta della Vergine all'annunciata maternità. E' prevalentemente un canto di giubilo, ripartito a turno fra i quattro solisti e il coro, qui assai più attivo che nell'Oratorio di Pasqua. Ripartizione curiosissima, almeno in un caso, giustamente messo in rilievo da Alberto Basso nel commento del programma: le ultime due parole di una frase interamente confidata a un'aria lèi soprano, vengono bruscamente isolate e fatte oggetto d'un ampio episodio corale! Se un effetto simile l'avessero usato il povero Strauss o Nono, non avrebbero ancora finito di sentirsi i rimbrotti dei pedanti. Le belle esecuzioni (specialmente del Magnificat) hanno valso caldissimi applausi ai complessi monacensi e al direttore Zobeley. nonché ai cantanti Maria Zedelius, Gisela Pohl, Thomas Schulze e Franz Gerihsen. m. m.

Luoghi citati: Monaco, Torino