Ventiquattr'ore di luna di miele per due reclusi, novelli sposi

Ventiquattr'ore di luna di miele per due reclusi, novelli sposi Cinquantanni, si sono conosciuti e sposati nel carcere di Perugia Ventiquattr'ore di luna di miele per due reclusi, novelli sposi Intervista con il direttore del penitenziario, il dott. Carenilo, ex responsabile del supercarcere dell'Asinara - «Sono stato un esecutore, il permesso concesso dal giudice di sorveglianza» ROMA — Luigi Cardullo. direttore del penitenziario di Perugia e responsabile, fino a pochi mesi fa. del supercarcere dell'Asinara, non è contrario all'idea di «colloqui affettivi» per i detenuti. Lunedi, una manifestazione di carcerati, che protestavano per l'«ora d'amore» è stata da lui domata in poco tempo. Sotto la sua gestione, tre mesi fa, due de¬ tenuti hanno ottenuto un permesso sia pure per un motivo particolare: entrambi cinquantenni, si erano conosciuti in carcere, e in carcere si erano sposati. Malgrado la loro situazione di reclusi hanno potuto godere di una fugace «luna di miele»: ventiquattr'ore trascorse nell'intimità, in un vecchio carcere mandamentale da tempo inutiliz- zato. «Ma anche se favorevole — dice Cardullo — in quell'occasione io sono stato solo un esecutore: il permesso era stato concesso dalla sezione di sorveglianza del tribunale. I nomi? Non posso farli: gli interessati non lo ritengono giusto». — Oltre a questo matrimonio, vi sono stati altri esperimenti, altre "ore d'amore" tra detenuti? «Lo escludo: sarebbe un illecito, né realizzabile, né ipotizzabile». — Ma ad .esperimenti» del genere lei sarebbe favorevole? «Beh.... il problema della socializzazione è in realtà una questione di rapporti affettivi. Se una legge consentirà contatti di questo tipo, noi direttori di carceri, come esecutori, provvederemo a realizzare la volontà del legislatore». —Sì, ma lei che ne pensa? «Sull'argomento posso esprimere solo un parere da privato cittadino... Ripeto che il la to affettivo è per il detenuto l'elemento predominante. Il poter comunicare con una persona dell'altro sesso sarebbe già un grosso risultato. In fondo, il mondo va avanti e progredisce: cose che in passato sarebbero state impensabili, oggi si discutono, e spesso si realizzano, anche se gradualmente. In ogni caso prima di risolvere questo problema bisogna affrontarne altri, più importanti e urgenti: come quello della riforma, ancora ben lontana dall'essere attuata». — La violensa nelle carceri: proprio oggi c'è stata un'altra vittima a Campobasso. Lei crede più alle .supercarceri», dove sono concentrati .politici» e .comuni», o a istituti di pena più piccoli e più numerosi? «Tante piccole carceri indubbiamente consentirebbero un trattamento più "individualizzato". Consentirebbero cioè, come la legge prevede, di attuare una maggiore socializzazione della persona; la concentrazione ha invece riflessi negativi». — Forse per questo all'Asinara lei si era conquistato la fama di .duro», mentre adesso, a Perugia, mostra queste aperture? «Quelle dell'Asinara, erano favole. Proprio adesso torno da un lungo incontro con diversi detenuti: abbiamo parlato di problemi spirituali, di bisogno d'affetto, di socializzazione, di comunicazione con gli altri... Capisco i detenuti e questo, loro, l'apprezzano molto». — Alla sua attività all'Asinara, è legata anche una comunicasione giudisiaria che ipotizza irregolarità amministrative... «Questo è un argomento che adesso esula... Io faccio il mio lavoro, e una volta che è chiuso non mi volto indietro per guardare». r,c.

Persone citate: Cardullo, Luigi Cardullo

Luoghi citati: Campobasso, Perugia, Roma