Moser: «Lui ha sbagliato tutto» di Maurizio Caravella

Moser: «Lui ha sbagliato tutto» Perché non si sono neppure parlati prima che cominciasse la volata? Moser: «Lui ha sbagliato tutto» «Ha attaccato quando non doveva e non mi ha chiesto di pilotargli lo sprint» - Saronni: «In volata il numero uno ero io» - Anche Battaglin polemico con Beppe: «Troppi errori» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — Saronni accusa Moser, Moser accusa Saronni. Dopo essere stati zitti (o quasi) per tanto tempo, come chi si impone di tirare i freni anche quando avrebbe voglia di correre, i due sono di nuovo ai ferri corti. Non si sono parlati neppure in quel maledetto finale di Praga: forse proprio per questo — o anche per questo — la Nazionale italiana di ciclismo ha lavorato tanto, ma alla resa dei conti ha lavorato soprattutto per Freddy Maertens. Prima di partire per Brno, dove sarà impegnato nell'individuale • a punti, Saronni ha detto: •Francesco aveva 280 chilometri a disposizione per tentare la fuga: io lo avrei protetto e lui avrebbe potuto diventare campione del mondo. Ma allo sprint tutta la squadra doveva essere per me, questi erano gli accordi. Non c'era bisogno che io andassi a parlargli. Invece lui ha corso per vincere, anche se non ne aveva più la forza. Non ha corso per far vincere me». Sull'aereo che da Praga ha riportato gli azzurri alla Mal pensa, Moser ha replicato: -Sono gli altri azzurri che devono lamentarsi di lui, non lui degli altri. Se voleva che gli pilotassi lo sprint, doveva almeno chiedermelo: ero li, aspettavo che mi parlasse, non mi ha detto niente. Si sentiva forte, lui. Sono stato io a promuovere la fuga decisiva: Beppe non avrebbe dovuto tirare, invece è venuto a prendermi, trascinandosi dietro molti altri. E anche quando Baronchelli ha risposto all'attacco di Millard, a quattro chilometri dalla fine, Beppe avrebbe dovuto restare passivo, come ho fatto io, e far lavorare le altre squadre». Chi ha ragione? Tutti e due e nessuno. Probabilmente ha ragione Gavazzi, che è fuori dalla mischia e dice: «Se si fossero parlati, nel finale, adesso Saronni sarebbe campione del mondo. Moser aveva le gambe legnose, me l'aveva confidato: sapeva di non poter vincere. Saronni avrebbe dovuto chiedergli di tirargli lo sprint, per Beppe sfruttare la scia di Francesco anziché quella di Gibi sarebbe stato molto meglio. Ma Saronni è troppo orgoglioso per andare a chiedere un favore a Moser». Anche Battaglin la pensa cosi, ma aggiunge: «Certo, avrebbero dovuto parlarsi. Però ero convinto che non lo avrebbero fatto: quando si è nemici per tutto l'anno e in palio c'è la maglia iridata, è difficile aver voglia di aiutare proprio il grande rivale a diventare campione del mondo. Comunque, Beppe ha fatto tanti errori. Troppi». Martini cerca di sdrammatizzare, ma è un po' a disagio. Non può dire tutto ciò che pensa, deve fare l'avvocato difensore: «A me — spiega — Moser ha detto che facendo partire Baronchelli la sua intenzione era anche quella di favorire Saronni, che aveva la possibilità di uscire negli ultimi metri, se ne aveva la forza. Ma Francesco in curva ha avuto noie col rapporto, sono riusciti ad infilarsi, dietro Baronchelli anche Maertens ed Hinault. La sua verità è questa, bisogna credergli». Sulla fiducia, corto. ■/ belgi correvano marcando noi — conclude Martini —, la squadra olandese era sfasciata, eravamo costretti a "fare" noi la corsa. Ma non abbiamo speso troppe energie: se Hinault è riuscito a rientrare, è perché gli azzurri non andavano al massimo, pan per non fare il gioco di chi stava a ruota. La squadra ha lavorato, non ci sono processi da fare». Ha lavorato tanto, anche troppo, fino in vista dell'arrivo: poi Saronni e Moser hanno pensato solo per se stessi e Maertens ha pensato per tutti. Maurizio Caravella Praga. Maertens sorride, Saronni è deluso e amareggiato

Luoghi citati: Praga