Arriva stasera «Le pillole d'Ercole» una commedia sexy di ottant'anni fa

Arriva stasera «Le pillole d'Ercole» una commedia sexy di ottant'anni fa LA CRONACA TELEVISIVA di Ugo Ruzzolali Arriva stasera «Le pillole d'Ercole» una commedia sexy di ottant'anni fa Oltre vent'anni fa c'era in tv una rubrica in cui un funzionario si faceva portavoce della Rai e rispondeva a quesiti inviati da telespettatori sui programmi: il funzionario era uomo dotto e d'aspetto dottorate, e con tono paternalistico dimostrava che le proteste dei telespettatori erano sempre infondate e che te decisioni della Rai erano sempre giuste. Una volta ci fu una richiesta di pochades e il solerte funzionario, con una punta di scandalizzato fastidio, disse che le pochades, «ovviamente», non potevano comparire sul video per ragioni di opportunità; si intende, di opportunità morale, dal momento che allora si batteva e si ribatteva sul concetto che la tv entrava in tutte le case, in tutte le famiglie e che quindi era inconcepibile proporre storie piccanti. A parte il fatto che da mezzo secolo almeno le pochades non inquietano più nessuno e che il loro frizzo appare più quello di un'acqua minerale che dello champagne, vedete un po' come i tempi sono cambiati: stasera la rete 1 manda in onda Le pillole d'Ercole (1904) di Hennequin (collabo razione di Bilhaud), intrigo che dai nostri nonni o bisnonni, ottant'anni or sono, era considerato il massimo del l'audacia, della malizia scabrosa, del doppio senso scollacciato. Il testo apre un ciclo che ha per titolo — ampio e generico — Quattro commedie d'amore e dì allegria e che ricercando esempi del repertorio cosiddetto brillante o leggero accosta con una certa acrobatica disinvoltura Le pillole d'Ercole al sentimentale e patetico Esami di maturità (1935) di Fodor, a Conchiglia (1937) di Sergio Pugliese e a Buonanotte Patrizia (1956) di Aldo De Benedetti. Ma torniamo a Le pillole d'Ercole. Cosa aveva di tremendo questa celebre pochade? Più di altre faceva leva sul sesso: uomini focosi, donne desiderose, signore arrendevoli, militari d'assalto, cocottes e cocottine, madri mezzane, mariti cornuti ecc. ecc. e sullo sfondo, ricorrenti, le rinomate pillole d'Ercole che sono formidabili afrodisiaci capaci di trasformare un coniuge tranquillo e fedele in un satiro scatenato. Roba che ottant'anni fa forse — dico forse — risultava fortemente pruriginosa e che oggi fa semplicemente sorridere. Però lo scopo di una pochade non era di far sorridere, bensì di far ridere a crepapelle. Ma se è difficile recuperarne — coprendo una distanza quasi siderale — lo spirito, e l'ambiente, il clima, il costume, la mentalità, la cultura in cui tale spirito funzionava, è altrettanto difficile recupe¬ rarne il ritmo di meccanismo esilarante che — e il nome di Feydeau è d'obbligo—doveva avere la precisione inesorabile e il battito inarrestabile di un elaborato congegno ad alta orologeria. Si è provato, nel recupero, con bell'impegno, il regista Davide Montemurri, aiutato da una schiera d'attori delle vecchie e delle nuove o più recenti generazioni. Lo spettacolo è nel suo insieme amabile ma non è cosi divertente come ci si potrebbe aspettare: il meccanismo va avanti a strappi, ora gira giocondamente, ora si inceppa calcando su forzature non necessarie. Tutti recitano con ardore, ma la frattura fra i giovani interpreti e i meno giovani è evidente e non colmata: gli uni sono abili ma disincantati, si sente che non ci credono, e dal loro punto di vista hanno anche, magari, ragione. Gli altri ci danno dentro ingenui e convinti, e in definitiva «rendono» di più; in testa Franco Volpi, bravissimo nel ruolo df 1 colonnello infaticabile amatore: il modo in cui dice, rivedendo una sua antica conquista (Bianca Toccatoli di), la battuta «Come ti sei ridotta» è un piccolo ma squisito saggio di perfetta comicità in teatro.

Persone citate: Aldo De Benedetti, Bianca Toccatoli, Buonanotte Patrizia, Conchiglia, Davide Montemurri, Feydeau, Fodor, Franco Volpi, Sergio Pugliese