Il critico, la ricca e la malata in un ambiguo triangolo d'amore

Il critico, la ricca e la malata in un ambiguo triangolo d'amore PRIME FILM: «Storie di donne» con Huppert, Sanda, Placido Il critico, la ricca e la malata in un ambiguo triangolo d'amore Storia di donne di Benolt Jacquot con Isabelle Huppert, Dominique Sanda, Michele Placido, Jean Sorel. Dal romanzo di Henry James Le ali della colomba. Produzione italo-francese a colori. Sentimentale. Cinema Olimpia Ex assistente della Duras, già autore di due film per pochi estimatori, considerato un ^figlio spirituale di Bresson», il regista Benolt Jacquot ha. voluto cercare il grande pubblico con una storia di sentimenti che non tradisse le sue cospicue ambizioni. In principio la sua idea era un film ambientato a Venezia e interpretato dalla coppia femminile Sanda-Huppert. Buona idea perché le due donne somigliano un poco alla città, sofisticate ed esitanti, volgari quando occorre. Poi ha pensato al suo autore preferito, Henry James, e al romanzo Le ali della colomba legato a Venezia. Per costruire, insieme con la scena, il triangolo amoroso e ambiguo (due donne e un uomo, preso e diviso) mancava solo il sedotto italiano, Mic'iele Placido, in un ruolo che gli è nuovo e che egli un poco morde per impazienza. Che accade? Isabelle Huppert, ricchissima e malata, soggiorna con la madrina in un grande albergo di Venezia dove anche Dominique Sanda si mantiene provvisoriamente come prostituta di lusso. Aft> chele Placido, che fa il critico musicale del Gazzettino, ma ha molto tempo libero, inségue per la città Dominique e se ne innamora. Lei lo presenta a Isabelle. La malatina s'innamora del critico, quasi guarisce, adesso tutto dipende da lui, dalla seduzione di Venezia e dai calcoli dell 'amica Sanda. Sull'asse Parigi-Venezia, cercando di uscire dal provvisorio e dalla corruzione, la Sanda fa il suo progetto: Placido sposerà la Huppert, farà una buona azione, diventerà ricco, e dopo, da vedovo, resterà disponibile senza preoccupazioni economiche. Quel che si dice una coppia diabolica. Ma nel gioco dell'infimo e dell'ineffabile (i sentimenti) sarà forse la Huppert, pur uccisa dal suo male, a prevalere, riducendo gli amanti sopravvissuti alla constatazione della propria miseria. Il regista Jacquot sapeva bene la difficoltà di tradurre James, ma è convinto di avere conservato questi elementi: «L'intrigo, la macchinazione, il ruolo demiurgico del denaro, il gusto dei patti segreti, il fuoco delle passioni, gli universi della solitudine e del desiderio, la minaccia del male». Forse il suo elenco pecca per eccesso, ma le intenzioni ci sono tutte, sciolte e qualche volta confuse in uno stile che sente la Duras e una certa propensione alla furberia elusiva. La scena veneziana è assai bella e la Huppert eccellente si fa vedere com'è, un ragnino trepido e lentigginoso. La Sanda ha acquistato una faccia puntuta e un'andatura cavallona che stanno poco nella parte, ma forse è la cattiveria tormentata del perspnaggio che le è entrata dentro. Il pubblico francese ha gradito molto, gli italiani andranno soggetti a simpatie e antipatie radicali, s. rcg. ★ * Una vacanza del cactus di M. Laurenti, con E. Cannavate, Bombolo, B. Minniti. V. Crocitti, A.M. Rizzoli. Commedia a colori, Italia 1981. Cinema Capitol. Siamo al principio della stagione e, peggio che nella precedente, le commediole italiane dì bassa forza minacciano di toccare senza indugi il fondo della volgarità e dell'approssimazione. In questa, che apre la serie, interpreti abituati alla rozzezza collaborano con lazzi e smorfie, parolacce e rumori al 'divertimento» incredibilmente plebeo, spostati tutti quanti nell'isola di Rodi, dove s'ambienta una farsetto levantina immeritevole di riassunto. Tra i buffoncelli dal parlar sboccato e dal comportamento triviale è inserita un'Anna Maria Rizzoli degna di miglior compagnia, a. v.

Luoghi citati: Italia, Parigi, Rodi, Venezia