Altri dirigenti pr, dopo Rutelli rischiano di essere incriminati di Giuseppe Fedi

Altri dirigenti pr, dopo Rutelli rischiano di essere incriminati Si autodenuncerà chi ha collaborato alla stesura del volantino antimilitarista Altri dirigenti pr, dopo Rutelli rischiano di essere incriminati Il segretario interrogato dal magistrato nel carcere di Latina - «Non chiedo la libertà provvisoria, ma se dovessi ottenerla continuerò nell'iniziativa di disobbedienza civile» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LATINA — Francesco Rutelli resta per ora in carcere e i dirigenti radicali che hanno collaborato alla stesura del volantino antimilitarista che ha portato, sabato scorso, all'arresto del segretario, potrebbero essere incriminati per «concorso in istigazione di militari alla obiezione di coscienza e alla diserzione». Filtrate da Latina dopo l'interrogatorio di Rutelli, la notizia e l'indiscrezione sono state confermate nel pomeriggio in una conferenza stampa svoltasi nella sede del pr in via di Torre Argentina. L'interrogatorio di Rutelli, assistito dagli avvocati De Cataldo, Boneschi, Caizza e Palmieri, si è svolto dalle 11,45 alle 13,10 nel carcere circondariale di via Aspromonte. Il sostituto procuratore Alfonso De Paolis ha avuto dal segretario radicale la conferma di quanto è avvenuto tre giorni fa davanti al poligono di tiro di Valmontorio, nei pressi di Foce Verde. Rutelli ha ammesso di aver violato il codice consegnando ad un sottufficiale e a un soldato il manifesto in cui li si invitava «a disubbidire alle leggi che vi obbligano a difendere con le armi l'operato illegale ed illegit- timo del ministero della Difesa». Rutelli ha aggiunto di aver compiuto «un atto dovuto sia in attuazione alla Costituzione», sia perché vincolato dal mandato dell'ultimo congresso che impegna formalmente •il segretario e tutti i militanti a promuovere la disobbedienza civile dinanzi a leggi ingiuste». E dopo aver spiegato che il volantino era stato preparato da lui assieme ai rappresentanti della segreteria radicale, ha concluso facendo mettere a verbale questa frase: »Non ho avanzato istanza di libertà provvisoria. (La richiesta è stata comunque presentata dai difensori n.d.r.). Nel caso che il sostituto procuratore dovesse concederla, dichiaro formalmente fin da adesso che continuerò nell'iniziativa di disobbedienza civile, in attuazione del mio mandato congressuale, nelle forme e nei modi che il partito riterrà più opportuni». Il pubblico ministero De Paolis era propenso a rinviare a giudizio Rutelli per direttissima. Ma a parte la chiamata a correo del gruppo di segreteria (l'avvocato De Cataldo fornirà al più presto al magistrato l'elenco dei nomi dei radicali che hanno redatto il volantino), ciò non è stato possibile in quanto il reato, previsto dall'articolo 266 del codice penale, è di competenza della Corte d'assise, la cui sessione, a Latina, si terrà a novembre. Mentre era in corso l'interrogatorio di Rutelli, davanti al carcere un centinaio di radicali, fra cui Melega. Cicciomessere e il presidente del consiglio federativo Bandinelli hanno dato vita ad un sitin scandendo slogans. Ad un certo punto, i dimostranti hanno inalberato un grande striscione con sopra scritto •Diserta, soldato della morte». Il gesto di Rutelli, secondo i radicali, ha raggiunto gli obiettivi che si proponeva: fare di un esponente politico che si batte contro i reati d'opinione l'imputato di uno di questi reati e perseguire il duplice scopo del rifiuto al riar¬ mo nucleare e dell'abolizione dei reati di opinione. •L'azione di Rutelli non resterà isolata — ha annunciato Angiolo Bandinellt nella conferenza stampa. — Francesco ha fatto il suo dovere applicando rigorosamente i deliberati congressuali del partito. Abbiamo scelto come nostra legge il dovere alla disobbedienza civile e credo che tutti noi dovremo mettere in gioco, nei prossimi giorni, la stessa nostra libertà personale». Il partito radicale si sta mobilitando e l'arresto di Rutelli ha rilanciato la campagna per il disarmo, l'obiezione di coscienza e contro la fame nel mondo. Una mobilitazione che raggiungerà 11 clou giovedì mattina, quando Marco Pannella illustrerà nella sala delle conferenze stampa dell'Unesco, a Parigi, le ragioni e le modalità del suo digiuno ad oltranza che inizia domani e vuole essere tra l'altro una diretta risposta alle ingiunzioni dei 54 premi Nobel che lanciarono a giugno un manifesto per la salvezza delle vittime della fame. Giuseppe Fedi Francesco Rutelli

Luoghi citati: Latina, Parigi