Sepolte le due vittime della sinagoga Aspra polemica tra Austria e Israele

Sepolte le due vittime della sinagoga Aspra polemica tra Austria e Israele Duemila persone hanno assistito a Vienna alla cerimonia funebre Sepolte le due vittime della sinagoga Aspra polemica tra Austria e Israele Il sindaco di Gerusalemme accusa Kreisky di compiacenza nei confronti dei terroristi arabi - Immediata replica: «La colpa è della vostra implacabile politica verso i palestinesi» VIENNA — Mentre continua la polemica tra il governo israeliano e quello austrìaco, si sono svolti ieri i funerali delle due persone morte nell'attentato alla sinagoga di Vienna. Circa duemila persone hanno assistito alla cerimonia funebre, attentamente sorvegliate, per timore di nuovi attentati, dai reparti del gruppo «Cobra», la forza speciale austriaca antiterroristica. Il rabbino capo di Vienna. Eisenberg, ha pronunciato prima in ebraico e quindi in tedesco preghiere e una dichiarazione di aspra condanna al governo: • Ùn uomo anziano e una giovane donna sono stati qui uccisi da assassini — ha detto —. C'è stato un tentativo di convincerci a compiere, per commemorarli, una marcia del silenzio, sema discorsi, ma se noi fossimo stati zitti, ci saremmo sentiti colpevoli». Eisenberg ha attaccato inoltre il governo au¬ striaco per aver mancato di proteggere sufficientemente la comunità ebraica. Alla cerimonia, che si è conclusa con un corteo che è sfilato per il centro della capitale, ha partecipato anche Simon Wiesenthal, il cacciatore di nazisti, il quale ha detto a proposito dell'attentato: *L'antisemitismo si maschera sotto l'antisionismo». Il cancelliere Kreisky, giunto nel pomeriggio a Vienna dalla Baviera, si è fatto rappresentare alla cerimonia dal vicecancelliere, ma ha inviato un telegramma ai dirigenti della comunità ebraica e ai congiunti delle due vittime. Barbara Pried, moglie di Nathan e Josef Kohut, marito di Ulrike che è morta per proteggere il figlio di una sua amica e che si trovava al quarto mese di gravidanza. Il cancelliere ha espresso il suo orrore per il criminale attentato. Ulrike Kohut è stata sepol- ta nel cimitero centrale di Vienna mentre la salma di Nathan Fried è stata traslata all'aeroporto di Vienna da dove sarà portata in Israele. Le polemiche provocate dall'attentato sono continuate ieri con l'invio di un messaggio al sindaco di Vienna da quello di Gerusalemme Kollek. Questi critica la politica di compiacenza verso l'Olp del cancelliere Kreisky rilevando che anni di appoggio alle •organizzazioni terroristiche arabe quali possibili interlocutori politici, hanno incoraggiato questi gruppi. C'è da sperare che questo nuovo e abominevole assassinio contribuisca a una politica più realistica e alla salvaguardia di Vienna da altri atti vergognosi da parte dei terroristi arabi», afferma il sindaco di Gerusalemme. Kreisky. in un'intervista, ha replicato che le accuse israeliane non lo toccano. A suo avviso è «f 'implacabile politica» d'Israele verso i palestinesi che ha portato ad 'eccessi». Israele, in risposta a questa dichiarazione, ha dato istruzione al suo ambasciatore a Vienna. Issahar Ben Yaacov, di protestare formalmente presso il ministero degli Esteri austriaco. Pur 'deplorando profondamente» l'attentato, Kreisky ha respinto l'accusa mossagli dall'opposizione in Austria, secondo cui egli «dà la colpa alle vittime invece che ai veri colpevoli». Il cancelliere ha risposto che sarebbe un errore dare la colpa all'Olp (l'Organizzazione per la liberazione della Palestina). •Posso solo dire — ha soggiunto — che il pessimo, in qualificabile trattamento dei palestinesi nello Stato di Israele costituisce una delle cause di questi atti condannabili di estremismo; ma la causa sta nell'ingiustizia inflitta ai palestinesi, per rimediare alla quale il governo israeliano non ha fatto niente». Israele continua ad accusare l'Olp dell'attentato, che considera come una rottura della tregua. L'Olp ha smentito di essere responsabile dell'attacco alla Sinagoga, che ha condannato. I sei giovani arabi fermati domenica a Vienna in relazione all'attentato sono stati rilasciati in nottata perché — come ha detto il capo della polizia, Werner Liebhart—hanno potuto dimostrare di essere completamente estranei al fatto. Si tratta di rivenditori di giornali che abitavano nella stessa casa di Ali Jussuf, uno degli attentatori, il cui nome vero peraltro sarebbe Hassan Marwan. Nell'abitazione di un altro terrorista, uno dei tre arrestati sabato dopo la sparatoria, è stata trovata molta corrispondenza, fra cui alcune lettere provenienti dall'Italia e dal Canton Ticino. La polizia non ha voluto né smentire né confermare questo ritrovamento, ma — secondo fonti informate — pare che le lettere non abbiano alcuna relazione con l'attentato.