E' finita la belle époque dei Paesi «non allineati» di Paul Yankovitch
E' finita la belle époque dei Paesi «non allineati» Oggi il movimento celebra ventanni di attività E' finita la belle époque dei Paesi «non allineati» NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE BELGRADO — Il movimento dei non allineati celebra oggi il ventesimo anniversario della fondazione: il 1° settembre del 1961 si riunì a Belgrado il primo vertice dei venticinque Paesi non allineati africani ed europei, rer la cui convocazione si erano adoperati, dopo la conferenza di Bandung del 1955, molti dirigenti del Terzo Mondo, tra cui Krumah, Nasser, Nehru, Tito e Sukarno. Nonostante le diverse filosofie che li ispiravano, si erano trovati d'accordo, durante incontri bilaterali e multilaterali, sulla necessità di porre fine alla guerra fredda, alla colonizzazione e alle altre forme di dominazione, e di aumentare l'aiuto ai Paesi in via di sviluppo. Avevano proposto una politica di coesistenza pacifica tra tutti i Paesi indipendenti senza considerare i loro orientamenti ideologici. I primi anni della loro attività furono, in certo qual modo, la «belle epoque» dei non allineati. L'accordo sui temi da dibattere era raggiunto senza difficoltà e le decisioni raccoglievano vasti consensi. Tuttavia, con l'adesione della quasi totalità dei Paesi del Terzo Mondo, il movimento dovette affrontare un considerevole numero di rivendicazioni nazionali e regionali, spesso in contrasto tra di loro e ohe non fu possibile risolvere senza suscitare malcontenti. Secondo il parere jugoslavo, inoltre, le pressioni delle grandi potenze su quei Paesi non allineati che, per soddisfare momentanei bisogni politici, economici o militari, si sono schierati al loro fianco, hanno scosso la coesione del movimento, tanto più che l'ideologia ha cominciato a fare la sua apparizione. Gli scontri tra le tendenze «radicali» e «moderate» hanno minato seriamente l'unità d'azione dei non allineati. Infine, aperti conflitti tra Paesi membri del movimento hanno portato spesso alla rottura delle relazioni diplomatiche- Per questo i non allineati anziché occuparsi, come pro¬ gettavano inizialmente, dei «grandi problemi» mondiali, sono stati costretti a dedicare buona parte del loro tempo alla soluzione dei problemi interni al movimento. Tra i motivi di discordia che si erano accumulati e aggravati alla vagilia della conferenza dell'Avana, nel 1979, uno soprattutto metteva in pericolo l'edificio costruito a partire dal 1961. In breve, si trattava di decidere se l'Urss e gli altri Paesi del blocco sovietico erano «alleati naturali» dei non allineati, come pretendeva Cuba, oppure se i non allineati rappresentavano un «fattore indipendente» della politica internazionale, come sosteneva la Jugoslavia. Rifiutando le dipendenze ideologiche e i compromessi con le superpotenze, la grande maggioranza dei partecipanti alla conferenza dell'Avana sposò, dopo lunghe discussioni, la tesi jugoslava. Paul Yankovitch Copyright l-e Monde e per l'Italia I ,a Stampa
Persone citate: Nasser, Nehru, Sukarno
Luoghi citati: Avana, Belgrado, Cuba, Italia, Jugoslavia, Urss
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