Com'erano orrìbili i favolosi Anni Sessanta di Oreste Del Buono

Com'erano orrìbili i favolosi Anni Sessanta Un «decennio da non dimenticare» Com'erano orrìbili i favolosi Anni Sessanta COME furono gli Anni Sessanta? Buoni, cattivi? Melensi, vibranti? Rivo:azionari, pataccari? Da dimenticare, da ricordare? Walter Veltroni nella prefazione a un'antologia di testimonianze realizzata con la collaborazione di Gregorio Paolini per Savelli Editore sotto il programmatico titolo // sogno degli Anni 60 (240 pagine. 7000 lire) non mostra molti dubbi In proposito: • Gli Anni Sessanta sono ricordati, in questo volume, come un decennio di grande movimento, di rottura delle assolute certette, della rigida immobilità dei Cinquanta. Chi ha scritto, in queste pagine, piccoli graffiti di quegli anni non ha potuto fare a meno di trasferire dalla memoria alla penna l'immagine di un grande ribollire di stimoli culturali, di suggestioni politiche, di riferimenti letterari assolutamente nuovi né di negare un rimpianto per come si viveva, per come eravamo, venti anni fa. Molti di noi erano giovani, altri giovanissimi, qualcuno, addirittura, cucciolo. E forse per la coincidenza dei processi di trasformazione, individuali e collettivi, questo decennio ci appare indimenticabile...'. E' in questa convinzione che dietro alla bella copertina di Pablo Echaurren. sintetizzante 1 trionfi del Beatles, degli Astronauti del Rock, della 600. di Snoopy e della Coca Cola, sono raccolti gli sfoghi se ssan teschi di un sacco di gente più o meno Illustre, più o meno riuscita, più o meno fallita • Un decennio da non dimenticare nei ricordi di 46 giovani di allora', specifica 11 sottotitolo. L'elenco dei testimoni é lungo dalla A alla Z e suggerisce qualche lieve sospetto. Possibile che tutti siano stati giovani allora? Qualcuno, se l'anagrafe non é un'opinione, doveva essere già maturo, vaccinato e persino abbastanza scozzonato dalla vita. D'accordo, non mi si addice fare il sofista. Conta l'età che uno si sente, non quella che si ha Balle, ma andiamo avanti, pur precisando che non parlo per Invidia di escluso dalla bella comitiva. Se avessi risposto all'Invito gentilmente rivoltomi e premurosamente rinnovatomi da Gregorio Paolini. a ricordare sarebbero attualmente 47 Invece di 46, e lo mi ritroverei tra 1 giovani di allora o. per l'esattezza, tra 1 giovani di spirito mescolatisi ai cuccioli di allora. Ma per me gli Anni Sessanta furono orribili e. quindi, non ho voluto rispondere per non rattristare l'antologia. Il sogno degli Anni 60 cosi mi intriga anche di più: passando dalla testimonianza di Abruzzese a quella di Zlncone. da quella di Adornato a quella di Villaggio, da quella di Ambrosetti a quella di Verdone, da quella di Angese a quella di Venduti e via di seguito, cerco di capire perche mal gli stessi Anni Sessanta che io reputo l'inizio della grande corruzione del popolo Italiano costituiscano per tanta brava gente un prezioso, irrinunciabile capitale sentimentale, se non addirittura morale. A tratti sono sicuro di afferrare la soluzione dell'enigma, ma poi la sicurezza svanisce, e penso di essermi semplicemente lasciato catturare dalla bravura con cui qualche pagina é scritta o dalla vivacità con cui qualche esperienza é evocata. Sull'ultima parte degli Anni Sessanta, la parte che con le bombe di Piazza Fontana rotola a precipizio verso gli Anni Settanta, anni talmente diversi, esiste già una copiosa letteratura C'è un libro molto bello di Ricci / giovani non sono piante pubblicato da SugarCo Edizioni, che é ardore e ghiaccio, presunzione e invenzione, utopia e confutazione, e ci sono un'infinità di memoriali di piccoli generali e piccoli colonnelli sconfitti, che stanno U a sospirare e a piagnucolare alla ricerca dello slogan perduto. Ma sulla prima parte degli Anni Sessanta sino a ora le trattazioni mancavano. Il coro di II sogno degli Anni 60 si prova a riempire la lacuna. E' un coro spesso discorde, perché l'inclinazione al privato porta qua e là a soggiacere alla tentazione del culto della personalità propria. Ogni crisi di pubertà e presa in considerazione quanto l'inquinamento da juke-box o l'Investimento di Meroni. Il suicidio di Tenco o l'omicidio di Kennedy, lo sbarco alla Baia del Porci o l'avvento dell'Inter di Habla-Habla Herrera. la rivoluzione di Giovanni xxill o II culto di 007. e tutto il resto. Eppure questo coro discorde di voci che si rubano la battuta ha un gran merito, a mio parere: possiede una carica d'Ironia, una capacità di divertirsi e divertire. Dalla testimonianza di Veltroni, però: Valerio, a quella di Arbore, da quella di Tornabuonl a quella di Barbato, da quella di Sordi a quella di Bellocchio, da quella di Riva, é ovvio: Gigi, a quella di Bertolucci, notare: Oiuseppe. e via di seguito. /( sogno degli Anni 60 offre un'affascinante lettura, anche se non riesce a farmi cambiare idea sugli Anni Sessanta. L'Interpretazione più lucida a favore, nonostante tutto, é quella di Lietta Tornabuonl. ovvero della voce deliberatamente rifuggente dall'io di prammatica In tutti gli altri partecipanti al coro discorde: -Mentre l'Italia distratta faceva l'americana, tutto continuava o cominciava a marcire, è vero: ma quel poco di misero consumismo degli Anni Sessanta, sempre condannato dal moralismo verbale cattolico e marxista, imputato d'ogni dissesto economico, degradazione civile, disfatta morale, atonia politica, ha avuto effetti positivi storici, irreversibili. Gente cut per secoli era stato insegnato "non desiderare la roba d'altri" ha imparato a conoscere e desiderare le cose belle dei ricchi, a sentire il non possederle come un'ingiustizia e non come un destino. Gente cui era stato insegnato per secoli d'essere "nate per soffrire" ha imparato a considerare il divertimento, il benessere e il piacere come un diritto, non come un peccato. Gente da sempre consolata della propria miseria con promesse di Paradiso, con ideologie del soprannaturale o del dovere, ka imparato a diventare materialista, a credere nella sola vita vissuta e vivibile, volerla migliore nelle cose e nei fatti...-. MI piacerebbe sinceramente assentire, e non passare cosi davanti a me stesso per moralista cattolico o marxista, anzi, peggio, cattolico e marxista Temo. però, che negli Anni Sessanta la gente abbia Imparato soprattutto a credere nella sola vita immaginaria e impossibile, a rifiutare di fare I conti con le cose e con i fatti. Furono orribili gli Anni Sessanta con la proclamazione dell'ineluttabilità del benessere infondato, del diritto alla felicità come a una pensione, della cambiale a garanzia ed esorcismo del futuro. La teoria sovversiva del consumismo fu lo strumento per la circonvenzione dell'Incapacità generale. Ma furono anche stuzzicanti, teneri zuccherosi, eccitanti, appassionati, divertenti quegli anni c // sogno degli Anni 60 è qui ad affermarlo. Da Bongiorno a Pie traimeli. Paolo, però, va precisato; da Bongusto a Panebarco: da Borgna a Occhetto; da Ciotti a Nicoli» i o da Nichel ti a Curzi; da Mussi a Dalla, da Muglimi a Da voli: da Moscati. Italo, attenzione, a De Oregori o da Del Re. Stefano, per l'esattezza, a Morandl. Gianni. s'Intende: da Ergas. é bene aggiungere: Jasmine. a Mendunl: da Fava a Martelli: da Ferrara. Giuliano. s'Informa, a Marini, senza meno: Giovanna o da Manfredi, é chiaro: Gianfranco, a Franchi. Paolo, mi pare: da Lupo a Frezza: da Guerini a Giannini, quanti lo hanno covato il loro sogno. Beati loro. Per me che sento tutti i miei cinquantotto anni l'unico sogno degli Anni Sessanta è quello di arrivarci: al sessanta, appunto, senza peggiorar troppo di salute. O. non sto a far condizioni di arrlvarclebasta. Oreste del Buono Ekbergi i dolce vita»

Luoghi citati: Ferrara, Italia, Savelli