In Val d'Aosta le orme degli dei greci

In Val d'Aosta le orme degli dei greci La grande mostra archeologica documenta quattromila anni di storia In Val d'Aosta le orme degli dei greci La prima prova, in tutto il bacino del Mediterraneo, di riti legati al mito degli Argonauti e di Giasone, conquistatore del Vello d'oro - Straordinarie testimonianze romane - Un pettorale da cavallo, capolavoro di bronzo AOSTA — A Saint-Pierre, nel castello Sarriod de la Tour fio km da Aosta sulla statale per Courmayeur) si è inaugurata sabato la mostra •Archeologia in Valle d'Aosta., che resterà aperta al pubblico fino a novembre. Nelle sale del bel maniero trecentesco — lo stesso che l'anno scorso ospitò le - macchine di Leonardo- — sono esposti preziosi reperti, plastici e fotografie di scavi che documentano quattromila anni di storia e di cultura valdostana, dal 3500 a.C. alla caduta dell'impero romano. E' la prova generale del futuro museo archeologico che dovrebbe essere allestito nel capoluogo entro il 1985. a palazzo Challand. Gli ultimi ritrovamenti degli archeologi Rosanna Mollo e Franco Mezzena si aggiungono ai risultati degli scavi diretti dai loro predecessori, tra i quali Carlo Promis. Alfredo D And rade e. più recentemente. Carlo Carducci. Dai numerosi cantieri in cui si lavora in questo periodo giungono sempre nuovi elementi che permettono di ricostruire le complesse e affascinanti vicende della valle. E' una storia antichissima, sicuramente sconosciuta alla maggior parte dei turisti che scelgono la Vellée solo per le sue bellezze naturali. Proprio a Saint-Pierre, su una collina risibile dal castello Sarriod de la Tour, è stato scoperto un villaggio di capanne del periodo Neolitico, la cui datazione dovrebbe oscillare tra il .1000 e il 2750 a.C. La mostra offre molti argomenti di discussione a storici e ad archeologi: per esempio, le grandi stele antropomorfe venute alla luce ad Aosta rappresentano eroi e divinità, oppure personaggi reali, come i capi delle comunità? Perché in qualche caso, sulla stessa stele esiste una sovrapposizione di rappresentazioni diverse? E perché, ancora, alcune stele sono state segate alla base e posate con la parte lavorata contro il terreno? Nuovi scavi e nuove ricerche potranno chiarire questi e molti altri punti oscuri. Alcuni risultati già ottenuti sono sorprendenti: i resti ritrovati in quest'area aostana costituiscono — come spiega Franco Meezena nel catalogo — -la prima incontrovertibile prova archeologica, in lutto il bacino del Mediterraneo, di un rito descritto in due dei più antichi e celebri miti del mondo greco: quello di Cadmo, fratello di Europa e fondatore di Tebe, e quello degli Argonauti e di Giasone. 11 conquistaioredel Vello d'oro*. La massiccia presenza romana ha lasciato testimonianze importanti nella valle: da Aosta. Augusta Praetoria. che fu fondata nel 25 a.C. gli archeologi si aspettano nuove e interessanti scoperte, anche se in città sono già stati condotti importanti scavi. Splendile ville romane sono state scoperte recentemente sotto il castello di Issogne e sotto la chiesa di Saint-Vincent. Finora gli scavi sono stati avari di oggetti artìstici, ma la qualità altissima dei ritrovamenti compensa la scarsa quantità: il pettorale da cavallo in bronzo ritrovato dal prof. Carducci è un vero capolavoro che rappresenta con grande eleganza e finezza di esecuzione una battaglia tra romani e barbari. C'è poi il dittico di Onorio, del 422. superbo lavoro in avorio che non proviene in realtà da uno scavo ma che fu ritrovato nei depositi della cattedrale di Aosta. Basterebbe però la delicatezza della testa in bronzo dorato, purtroppo frammentaria, scoperta ricino al Teatro, a far pensare ad una grande tradizione artistica. Ma il corredo di una tomba di Saint-Martin è. per il visitatore, molto più affascinante: una bilancino per pesare l'oro, un piccolo abaco metallico per contare, scatoline di attrezzi da misurazione ci lasciano indovinare il mestiere di questo valdostano di diciannove secoli fa. La mostra ci riserva però incontri più commoventi: in una vetrina è esposto il calco perfetto di una suola da scarponi. Proviene da una tomba della necropoli del Mont Blanc: dalla fotografia vediamo che si tratta della sepoltura di due fratelli: stanno distesi ricini, gli scarponi e qualche povera suppellettile sono accanto a loro. Silvia Rosa-Briisin

Persone citate: Blanc, Carducci, Carlo Carducci, Carlo Promis, Franco Meezena, Franco Mezzena, Mont, Rosanna Mollo, Silvia Rosa-briisin