«Mi guardo con distacco volare da quel balcone»

«Mi guardo con distacco volare da quel balcone» «Mi guardo con distacco volare da quel balcone» Dieci anni. Tantissimi. C'erano ragazzi; adesso sono uomini. C'era gente: adesso, forse, ricorda a stento. Erano tutti a naso in su a guardare quelle finestre, quel fumo, quel fuoco. In via Roma. Nel cuore di Torino. Alla Marus. -Brucia tutto, stiamo correndo la-, avevano gridato nel telefono i vigili del fuoco al cronista intento al solilo, pigro .giro dei pronti' di quel pomeriggio arroventato di agosto. E pochi minuti dopo mezza città era stipata fra piazza San Carlo e piazza Carlo Felice, a fissare affascinata le fiamme alte fino al terzo piano. In quell'inferno, in quella tragedia, con due uomini morti, con decine di feriti, c'era una donna, i vestiti divorati dal fuoco, i capelli fumanti, le mani piagale. Una donna in bilico su una ringhiera rovente. A capofitto nell'aria piena di fumo. Una donna raccolta dai teloni stesi, adagiata sull'ambulanza e rinchiusa, pochi momenti dopo, al terzo piano del Centro traumatologico, reparto Grandi Ustionati. Per quella donna. Graziella Torta, anni 31. sposata, un bimbo, s'iniziava allora la lunghissima battaglia per vivere. Dieci anni dopo, la domanda e facile, addirittura banale: signora, ha vinto? Gli occhi ridenti parlano per primi, e la risposta viene da loro. Poi le parole: .Altn hanno vinto per me. se oggi sono qui lo devo soprattutto alle persone che mi hanno aiutata. Io sono stata il toro impegno e il loro traguardo. Mi hanno messo fuori dopo non so più quanti mesi ed ero di nuovo io<. E' nel giardino della casa dei suoi. In una quiete verde rotta solo dalle fusa di un piccolissimo gatto. Padre e madre la guardano e lui si lascia scappare: •£'come se l'avessimo vista nascere due volte...». Ma non c'e angoscia, nel ricordo: .La tristezza l'ho dentro, per gli amici che sono morti là nel fuoco, mentre io mi salvavo. Ma la paura e rimasta tutta in quei momenti terribili in via Roma. Adesso non più. Mi sono anche rivista, sa?, alla televisione. Mi hanno regalato pure la pizza del film dove si vede una donna, cioè io. volare da quel balcone. Mi guardo con molto distacco, a volte penso che se mi fossi buttata prima avrei fatto meno ospedale...'. E la sua vita, dopo di allora? -Sono rimasta tedoro. e il destino è davvero strano. Nella morte c'ero già io. e sono riuscita a scappare. Mio marito invece... Il mio bambino, quello di cui parlavate allora, adesso ha l'età del militare. Io sono tornata alla Marus. in piazza Statuto, adesso. Ho cambiato casa, le solite cose che fanno tutti, insomma. Non mi sento un caso particolare'. 'Un caso, di lei. lo vogliono fare gli altri — interviene il padre. Giacomo, a muso duro — pensi che tei era ancora all'ospedale che già il Mike Bongiorno chiedeva a un concorrente, mostrando il famoso filmato, se sapeva chi era quella ragazza là. Roba da vergognarsi!'. • In effetti non mi sono mai sentita la "ragazza della Marus". come mi etichettò qualcuno. Ho avuto anche tanta fortuna, devo dirlo. Oggi sono serena'. E sorride. Non ci sono tracce di quella tragedia, sul suo viso, nei suoi occhi. •Posto dire una cosa, ancora?». Prego. .La mia fortuna ha un nome e un cognome, anzi, più di uno. Simone Teich Alasia e la sua équipe. E sorride ancora. Graziella Torta rivede talvolta il film del suo incubo

Persone citate: Graziella Torta, Mike Bongiorno, Simone Teich Alasia

Luoghi citati: Torino