Hemingway, un amore segreto a Torino

Hemingway, un amore segreto a Torino INTERVISTA A BIANCA B., LA DONNA CHE LO SCRITTORE TENTO' INVANO DI SPOSARE E DI PORTARE IN AMERICA Hemingway, un amore segreto a Torino Il primo incontro a Stresa: fu un rapporto intensissimo. Ma nei romanzi non restò apparentemente traccia - Dopo più di sessantanni, lei accetta di raccontare quei giorni - «Ernest voleva che lo seguissi subito: io avevo 17 anni e lui 19...». «Poi venne a trovarmi nel 1922, quando tornò in Italia per intervistare Mussolini a Milano. Volle presentarmi Hadley Richardson, la prima moglie» - Il papà della fidanzata torinese è il «Conte Greppi» di «Addio alle armi» H! EMINGWAY aveva lasciato un grande 'segreto a Torino e nessuno se ne era accorto. Aveva lasciato un romanzo d'amore. Se lei Bianca fi., giovane torinese, avesse accettato di partire col tenente Hemingway per l'America, sarebbe diventata forse la sua prima moglie; che fu invece l'amatissima Hadley Richardson. Hemingway e Torino: un rapporto difficile, strano, ignorato dalle cronache e dai biografi. Lo scrittore non lasciò che poche tracce (ed erano ricordi brutti ed evasivi) di un suo viaggio-lampo da Venezia alla Francia. E invece c'era qualcosa di più. Perché Hemingway eluse, cancellò dai suoi ricordi scritti questa parte — e. scopriamo oggi, così importante — della sua vita? Tra i primi a porsi linterrogatiiH) fu il professor Giovanni Cecchin, veneto di nascita ma torinese di adozione, uno tra i più noti e autorevoli studiosi di Hemingway. Perché, dunque, si chiese Cecchin? Dimenticanze e disinteresse non erano sufficienti a giustificare il -buco- riguardante il Piemonte e questa città. C'era di mezzo una donna, che nell'intervista che segue, realizzata da Cecchin, ha accettato per la prima volta di parlare dei suoi ricordi e di quell'amore. E' una scorerla importante, e non solo se osservaia dal punto di vista biografico. Di questa esperienza Hemingway ha lasciato nei suoi scritti, come dimostra il professor Cecchin, tracce profonde. Perfino in -Addio alle armi-. La storia della scoperta è raccontata con la tecnica del - thrilling- e si conclude con il colloquio con Bianca fi., una signora che abita tuttora a Torino e che conserva, di Hemingii ay e di quei giorni, un bel ricordo, fotografie e documenti. Perché non ha mai jtarlato? Perché non ha mai detto del suo rapporto con lo serittore. e dello scrittore col padre di lei? Una risposta va ricercata ancora una volta nell'indole e nella personalità di questa città e dei suoi abitanti: silenziosi e riservati, e. su certi tasti, anche evasivi Chi mai avrebbe potuto pensare che Hemingway, lo scrittore che più d'ogni altro, era tuli uno con le sue avventure, eoi viaggi in mah lontani, von la caccia grossa nelle terre bruciate dell'Africa nera, con le sanguinose cronache di guerra, ebbene, chi poteva immaginare che un Hemingway segreto fosse custodita Ira la genie della vecchia Torino? Girolamo Mangano Giovanni Cecchin, scopritore della fidanzata torinese di Hemingway, e professore in un liceo torinese, docente all'università di Princeton, ricercatore Fulbright e membro della • Hemingway Society-. Ita scritto, in mgiese -Poetry appreciation-. ■ Waugh controcorrente-. ■ Poesia inglese contemporanea.. -Invito alla lettura di Hemingway. (Mursia editore, giudicato da Carlos Baker, il biograto di Hemingway -un miracolo di concisione e di interpretazione-) e -Con Hemingway e Dos Vassos sui campi di bai taglia italiani della Grande Guerra(Mursia editore). LA storia della -fidanzata- torinese di Ernest Hemingway è Incominciata 11 pomeriggio del 7 maggio 1954. Il romanziere, dopo i due disastri aviatori! in Africa e la convalescenza a Venezia, stava attraversando Torino con la Lancia di Gianfranco Ivan cicli assieme all'amico giornalista Aaron Hotchner, diretti a Cuneo e in Francia. Percorrendo corso Giulio Cesare, via Roma corso Massimo d'Azeglio. Ernest a un certo punto disse all'amico: • Qui una volta c'è mancato poco che mi sposassi. Con un'infermiera della Croce rossa. Ero ricoverato all'ospedale militare per via della gamba. Tenevo accanto al letto una tazza piena di schegge che mt toglievano dalla gamba, e la gente veniva e se le portava via come portafortuna. C'era anche un buon ippodromo e io ricevevo informazioni da un fantino e da un certo Siegel di Chicago, perennemente intento a sfuggire alla giustizia. Andavo alle riunioni ippiche durante la convalescenza, ma tornavo sempre indietro dopo la fine della quinta corsa Poi Hotchner riuscì a riportarlo sulla ragazza torinese: •Quella ragazza di Torino che hai rischiato di sposare è poi entrata in Addio allearmi?' (1939). • Certo. Tutto quello che mi è successo in Italia c'è entrato, più o meno direttamente. Catherine Barkley era la ragazza di Torino ed erano anche altre donne'. Fino a poco fa questa • ragazza torinese' era ritenuta una 'panzana' di Hemingway. NEL 1977 lo scrivente ha ritrovato a Ca' E rizzo di Bassano del Grappa (Vicenza) un album di 54 fotografie. Inviato nel 1924 al proprietari della villa, signori Azzalin. da un certo Harry Knapp. di New York, che nel 1918 fu autista di ambulanze della Croce Rossa americana (Are) alla sezione Uno. Harry Knapp era stato ferito da schegge di granata il 5 ottobre e fu in seguito compagno di Hemingway all'ospedale Are milanese di via Cesare Cantù 4 (e non. com'è comunemente ritenuto, di via Manzoni 10. dove c'erano solo gli uffici Are). In quell'album, oltre a una foto di Hemingway. Harry aveva incluso quella di un gruppo di quattro infermiere: Elsie Mac Donald (l'Indimenticabile «miss Ferguson, di Addio alfe armi). Loretta Cavanaugh. l'inglese Agnes Conway e una bella brunetta che. grazie ad altra foto ritrovata a Washington da Michael Reynolds, della North Carolina siate University. Identificai per l'ausiliaria italiana Mercedes Turini. con indirizzo non precisato e fermo-posta a Milano. A questo punto ritenni probabile che Hemingway, passando per Torino, si fosse ricordato di «miss T'urini, e avesse voluto, a suo modo, renderle omaggio, sta 11 fatto che egli la ricorda con simpatia. Non sarà, inoltre, sfuggito che Hemingway, nella sua confessione, parli di Torino e vi abbia proiettato fatti sicuramente avvenuti a Milano (il ricovero all'ospedale Are, le scampagnate in carrozza a San Siro per le corse dei cavalli...). CI sono altri particolari. -Chink- (il ventitreenne maggiore anglo-irlandese Dorman-Smith. in seguito generale di divisione Eric Dorman-O Oowan). che aveva comandalo truppe britanniche sull'Altopiano di Asiago e che fu amico di Hemingway a Milano, racconta nelle sue Memorie (ancora Inedite) che Ernest, per celebrare 11 suo Imminente congedo dall'ospedale (che avvenne il 4 gennaio 1919. nds.). diede una -chiassosa e allegra festa' e che gli fece allora conoscere la sua • fidanzata sudafricana, un tipetto allegro e affascinante, e di cui egli diceva che "ci voleva proprio un'infermiera esperta per poter fare l'amore con una gamba ingessata..."'. 'Sudafricana' potrebbe essere un riferimento scherzoso ad Agnes von Kurowsky (dato il nome esotico). l'Infermiera americana di cui Ernest si era sul serio Innamorato sin dal precedente agosto, ma potrebbe esserlo anche per la bella brunetta «miss Turini'. Doveva comunque trattarsi di un'infermiera. AL suo ritorno a Chicago Ernest fu intervistato da Roselle Dean, 11 cui articolo apparve 11 1* febbraio sul settimanale -Oak Parker.. «Nessuna storia è completa — concludeva la giornalista, dopo aver narrato le vicende di Ernest al fronte —- senza un elemento di romanticismo, e noi siamo inclini a credere che in qualche parte della assolata Italia ci sia una bella ragazza dagli occhi scuri e dalla pelle color oliva. 11 cui cuore batte per un . soldato americano, e solo per lui. che è arrivato negU Stati Uniti circa una settimana fa e abita col genitori al n. 600 di Kennllworth Avenue -Segno che Ernest accennò alla Dean di quella ragazza Italiana e che aveva manifestato intenzioni serie, cioè di sposarla. A questo punto la conclusione sembrerebbe ovvia: Ernest, deluso nelle sue aspettative con Agnes von Kurowsky (che. per di più. da ottobre in avanti fu quasi sempre assente da Milano), si era rifugiato in un altro amore. Sull'esistenza di una possibile 'Seconda ragazza- di Hemingway si era espresso nel 1966 anche Mario Soldati, recensendo su La Stampa la traduzione italiana del libro di Hotchner. Soldati, qualche giorno dopo, si vide recapitare una lettera, che merita qui riportare. •Signor Soldati. La ragazza di Hemingway mi ha colpito per circostanze strane vissute da me un po' prima del 1920 quando ero capo delle Infermiere volontarie all'Ospedale Maurizi ano di Torino. Allora una ragazza Maria, mollo bionda amò un ufficiale americano ammalatosi di broncopolmonite. Era uno scrittore, anzi faceva poesie per la sua Innamorata, si chiamava Ernesto e poi. dopo parecchi mesi di permanenza a Torino, non si seppe più nulla. Ma 10 tenni a battesimo un figlio. Ernesto, la cui rassomiglianza mi colpi quando vidi dopo tanti anni varie fotografie dello scrittore americano... La mia infermiera ebbe molti guai con la sua famiglia... Soldati fece subito l'accenno sul giornale, ma non ebbe più risposta. «Dirò — mi spiega a voce Soldati — che la lettera non mi aveva del tutto convinto. Pensavo a un trucco, a una mitomane. Ma adesso, riflettendoci, proprio il fatto che la capo-infermiera non mi abbia più risposto, mi convince del contrario*. Dettagli della lettera sono apparentemente Inconciliabili con - miss Turini., ma le testimonianze della capo-infermiera del Manriziano. .vecchia e stanca', e dopo tanti anni, lasciano margine per possibili sorprese. IN quanto a Torino, lo scrittore mostra di conoscerla. Nel racconto .11 mio vecchio* (1923). Torino e l'ippodromo di Miradon sono più volte nominati assieme ad altri luoghi (San Siro, Saint Cloud. Allietili. > da lui sicuramente visti. C'è inoltre uno strano accenno ostile a torinesi e piemontesi in Di là dal fiume e tra gli alberi (1950): ."Giorgio", disse 11 colonnello Catnwell al barman, che aveva il viso bianco come un lebbroso ma senza gonfiori e senza riflessi argentei. •A Giorgio 11 colonnello non era molto simpatico, o forse era che veniva dal Piemonte e ii. fondo non gli piaceva nessuno: 11 che era comprensibile da parte di una persona fredda di una regione di confine. La gente di confine è diffidente e 11 colonnello lo sapeva e non si aspettava mai che qualcuno gli desse ciò che non aveva..*. E' un giudizio apparentemente gratuito, non fosse che nella narrativa di Hemingway difficilmente qualcosa e.gratuito. Cosa intende dire il colonnello (alias Hemingway) con quella frase sibillina: egli •sapeva, della diffidenza di quelle «persone fredde, o .gente di confine*, cioè dei torinesi-piemontesi? Cosa si cela sotto? E se il riferimento fosse a un'esperienza personale? In tale caso, sempre a livello di ipotesi, potremmo dedurne che una sua even- tuale venuta a Torino non fu un successo, fu trattato dai familiari di miss Turini (o chi per lei) con «diffidenza* c rifiutato come un avventuriero. Un vero colpo di scena avviene durante una mia recente visita a Boston e all'Università di Harvard. Nell'atmosfera irreale e azzurrina della saletta alla Kennedy Library di Columbia Polnt riservata al ricercatori, mentre fuori sfrecciano gabbiani ed enormi fets planano silenziosi sul vicino aeroporto, ho per le mani una cartolina giunta a Hemingway proprio da Torino, la cui data (1922) non mi persuade. Una seconda cartolina italiana (molto «dannunziana.: barche con sulle vele il leone veneziano e la scritta «Pax tlbi Marce*, emblema della Squadrìglia Serenissima, e nella parte superiore «E' questo. Italia l E' questo il tuo fermento e il tuo cemento. : inviata a Hemingway li 15 marzo 1920 da Pietro F. Manfredi di Trenta. Cosenza) mi permette di decifrare 11 pasticciatlssimo marchio delle Poste Italiane dell'epoca e di leggere con sicurezza la data della prima cartolina (6 novembre 1918. ore 22). che ha quindi a che fare col periodo italiano di Ernest. E' indirizzata all'ospedale Are di Milano e il testo è in inglese: .Con l migliori auguri per 11 tuo onomastico. Ti mandiamo 1 nostri saluti e ricordi*. Ci sono cinque firme, delle quali tre sicuramente leggibili: Dionisla. Elda. Bianca. Sant'Ernesto ricorreva il 7 novembre. LA sorpresa è quando m'imbatto in un grande racconto inedito di Hemingway del 1919 e noto com'egli abbia usalo due di quel nomi femminili, in un contesto francamente discutibile. Un'altra sorpresa è tra le fotografie che Ernest portò con sè dall'Italia, tra le quali noto un gruppo di istantanee In relazione una con l'altra e in cui si alternano Hemingway, un secondo tenente americano, una ragazza e due anziani signori, uno del quali presente anche in due ritratti «formali». Sul retro di uno di questi c'è una dedica autografa: «Ad Ernest Hemingway il vecchio papa d'Italia, ringraziandolo e riconoscente per quanto fece a prò' della liberta dei popoli e dell'Italia stessa*. La firma è Illeggibile, ma è sicuramente identica a un'altra nella cartolina delle ragazze: quella del loro padre, presumo. E se Ernest avesse fatto la corte a quel .padre* (i ritratti non si danno e ricevono a vanvera) in vista di una delle tre figlie? LA quasi certezza mi viene leggendo le 45 lettere d'amore che Agnes von Kurowsky scrìsse in quei mesi a Hemingway, esse pure nella Biblioteca Kennedy di Columbia Polnt. «Noi tutti all'ospedale coccolavamo Ernest — ha confessato la stessa Agnes (ancora viva) In un'intervista del 1972 a Michael Reynolds — ma non era 11 mio tipo. Era un pivellino (green). Né io ero cosi romantica, avevo altre amicizie Altro che .pivellino*: ne era innamorata, eccome! Pur nella consapevolezza, forse, di una loro impossibile unione, ne era gelosa, non voleva perderlo. E anche Ernest, in quelle lettere, appare con degli alti e bassi. In una di queste, non datata e dal tono scherzoso (ma non troppo). Agnes aggiunge: • Padroncino mio. se tu. per una volta, non smetti quell'aria di assoluta desolazione, mi llcenzieró dall'ospedale e me ne vado, e sarà inutile strillare per sapere cosa farò. Ma sarà molto improbabile che tu possa apparire al cospetto dei B. quando verranno in città...*. Il cognome, ora leggibilissimo, è senza dubbio lo stesso del ritratto formale del •papà d'Italia» e della cartolina delle tre ragazze. La presenza dell'altro tenente americano nelle foto dove c'è pure il signor B. m'induce a credere che Hemingway deve aver conosciuto quella famiglia verso la fine di settembre (1918). durante i quindici giorni di convalescenza trascorsi a Stresa sul Lago Maggiore. TORNANDO alla mia sede di Princeton N.J.. apprendo da Carlos Baker un'altra novità: si è fatto vivo Io stesso tenente che fu allora compagno di Ernest a Stresa. John W. Miller, di Duluth. Minnesota! Sono due missive datate 21 luglio e 2 novembre 1978. Sono due letleremttragliatrtci. un attacco a fondo contro Hemingway, la sua -insensibilità morale-, la sua -mostruosa ingratitudine-. Il settantanovenne Miller, letta la vita di Hemingway del Baker, era «furente» perché il biografo aveva accettato la versione data da) romanziere in Addio alle armi di quella vacanza a Stresa e del conte Greppi. • mai esistito», e aveva anche lui taciuto •dei B. di Torino, una famiglia cordiale e finissima: dal padre. Pier Vincenzo, geometra costruttore, un vero amico e dalla cultura e statura morale fuori dell'ordinario, alla gentile signora Emilia, alle tre ragazze... CI hanno accolti da bravi cristiani, come figlioli, ammettendoci a mangiare e bere alla loro tavola... In tutta la mia vita e anche in quella di Hemingway nessuno ci ha mai trattalo con tanta stima come i B... VA da sé che. passando per Torino, porto i saluti di Johnny ai B. Delle tre ragazze ritrovo la più giovane. Bianca, una tranquilla signora dallo sguardo penetrante e che parla benissimo inglese. Elda non è in buona salute. Dlonisla è morta nel 1974. • Cos'è successo, quella volta, a Stresa? Niente. E' stata una bella vacanza: passeggiate, nuoto, sole, gite in barca. Le mie sorelle e io facevamo dello sport, cosa rara a quei tempi... Non mi crederà, ma con noi c'era il tenente Ernest Hemingway, quello dei romanzi...*. Quasi a riprova mi mostra due sue foto: in una c'è Ernest del 1917. •bravo ragazzo* di Chicago: un'altra lo ritrae a letto nell'ospedale Are di Milano. Sul retro di entrambe c'è un'affettuosa dedica autografa del futuro romanziere. — Che tipo era? • Era senz'altro più vivace di Johnny. Parlavano lutti e due iti un modo che all'inizio ci faceva rabbrividire: poi ci scherzammo sopra, perché capimmo che avevano imparalo l'italiano coi soldati*. — Johnny Miller, nelle lettere a Baker, nega l'esistenza e l'incontro a Stresa del conte Greppi con Hemingway. • No. no. C'era. Nel nostro albergo, il Grand-Hotel. Era una figura notissima. Solo che non corrisponde al ritratto che Ernest ne ha fatto nel romanzo. Mio padre aveva allora 52 anni. (E' morto a 83 anni, nel 1949). Invece Greppi nel libro ha più di novantanni*. Mi rendo conto che Bianca conosce Addio alle armi e gli altri romanzi di Hemingway, e ha pure letto la sua biografia del Baker e due miei recenti libri sullo scrittore americano. Un velo di risentimento nella sua voce svanisce quando, richiesto, le spiego come mai lui sia andato a finire cosi e le accenno ai 25 elettroshocks con cui i medici nell'ultimo anno di vita l'iian •curato* e massacrato. — Come mai pi ha piantato In asso? • Non ci ha piantati in asso! Johnny è un bravo ragazzo, ma esagera. Ernest è passalo anche qui a trovarci, nel 1922. quando ha intervistato Mussolini a Milano. Ha voluto presentarci Hadley. la prima moglie. Abbiamo pranzato tutti qui assieme. Gli ho ricambialo anch'io la visita nel 1926. quando, durante il mio viaggio di nozze, sono passata per Chicago, ma lui non c'era*. — Col conte Greppi, cosa c'era che non andava? •Oh. con lui lutto andava benissimo. Aveva quasi cent'anni e si dava ancora arte da giovanotto. Aveva preteso dal maitre d'hotel di esser servito accanto a noi "per esser vicino ai giovani", cosa che ci Infastidiva un poco. E lasciamo perdere 11 biliardo e lo champagne. Era del buon Asti Spumante, offerto da mio padre LE mostro una fotografia del conte. •Oh. è lui: croci, medaglie, compresa la gardenia all'occhiello. E guai se mancava. Era stato un diplomatico. Era quell'apparato che serviva a Hemingway nel romanzo. Mio padre era più semplice. Ernest ha preso la figura e l'umanità di mio padre e le ha imprestate al Greppi. E poi. papà non era miscredente. Pregavamo e andavamo tutti a messa. Johnny ed Ernest compresi. L'ho saputo solo da Lei e da Baker che Ernest era stato battezzato nel Veneto dopo le ferite. Credevamo che fossero lutti e due di buona famiglia cattolica americana*. Bianca osserva con molto interesse il pacchetto di fotografie ritrovate tra le carte del romanziere. •Le abbiamo prese — mi precisa — non a Stresa ma durante una gita in macchina sul Mottarone*. E' ora superfluo chiederle se sia tei la ragazza di quelle foto. A parte della cena e alla conversazione si unisce un nipote della signora, un giovane ingegnere che parla pure inglese e ha buone connessioni americane, addirittura conosce una nipote di Hemingway \.Margaux?.. interloquisco, dimostrando poca profondità In materia. - No. Marie): quella del film Manhattan con Woody Alien»). Il nipote scruta anche lui incuriosito le istantanee. «Eh. nonna, mica male! Ho presente l'uso irriguardoso che Hemingway ha fatto di Dionlsia e Bianca nel già citato racconto inedito del 1919 e voglio prudentemente preparare il terreno. Parlo quindi del modo .disinvolto- con cui lo scrittore fa riferimento nelle sue opere a nomi di amici. Mi dà pure una mano il bravo Miller, che ha raccontato a Baker la storia della sua •amicizia* con Ernest: incominciata con una scazzottatura 11 6-7 giugno 1918 su un vagone-letto del Lione-Torino (Ernest: • Fatti in la. figlio di...*, complimento non gradilo da Johnny). sino alla rottura definitiva nel 1926 dopo anni di familiarità (•Avevo recensito un suo libro sul St. Peterburgh Times e avevo asserito che 11 buscarsi lo scolo durante una corsa In taxi non costituiva né allora né adesso, un contributo alla letteratura... SI vede che Ernest lesse quell'articolo, e io da allora fui caput per lui...»). E' noto ohe per gli amici Ernest ebbe finezze impensabili, ma era talora imprevedibile, per non dire scorretto. LA mia prudenza non era neppure necessaria. La signora Bianca è esperta della vita e il pezzo Incriminato (del resto, rimasto inedito) non la offende. • Una birichinata, non trova?: pure gradita se tra amici». Le scappa anche un sorriso, pensando alla povera Dionlsia II più divertito della faccenda è il nipote ingegnere, che ridacchia pensando alla «sorpresa* che ha da raccontare a Bianca e Dionisia. due giovani sorelle o cugine. C'è però il fatto di quello che Miller chiama -l'insulto - di Ernest verso i B . quel voluto -silenzio - su di loro in Addio ade armi: e inoltre, in Di là dal fiume e tra gli alberi. l'ostentala freddezza verso i piemontesi, cui si è già accennato. In un'opera letteraria vigono ragioni estetiche, che non escludono però motivazioni psicologiche. Ne voglio andare alla radice. Chiedo alla signora Bianca di vedere una sua fotografia-ritratto di quel 1918: è una splendida ragazza bruna con un ciuffo sbarazzino sulla fronte. Non ci vuole l'acume di Sherlock Holmes per capire cosa sia successo. -So benissimo quel che Lei mi vuol chiedere... Sposarsi, d'accordo. Voleva che andassi con lui in America. Subito. 31 metta nei panni di mio padre... Io avevo diciassei- • te anni e lui diciannove. Ed ero. per di più. l'ultima di tre figlie da maritare». — Insomma, c'è stato un rifiuto. • Ma no. per carità Né mio. né di mio padre. Papà era troppo bravo e intelligente per contrariarmi. E' andato anche a trovarlo a Milano, con Dionisia. Non sapevamo quasi niente di lui. Bellissimo, senza, dubbio. Una simpatia da morire. Sapevamo pure di suo padre medico e che suonava il violoncello, ma tutto 11. Se solo avesse avuto un minimo di pazienza -— E' venuto a trovarvi prima di ripartire ■ perC/iicooo7 «Johnny è venuto. Se Ernest ha di nuovo visto e parlato con papà, le cose non sono andate bene, e papà mi ha risparmialo inutili delusioni. Quelli erano altri tempi... Certo che l'abbiamo visto volentieri nel 1922... Però, dato che sapevo l'Inglese, qualche suo libro me lo doveva mandare, non trova? * Giovanni Cecchin Bianca 15. la fidanzata torinese di Kmest Hemingway, in una fotografia scattata ai tempi della relazione. A destra, lo scrittore nel 1922, a Parigi T ' .•.. . ' ' «' ' II Un documento eccezionale: il futuro romanziere Krnest Hemingwa) (secondo da sinistra, con la pistola puntata) coi compagni autisti della sezione IV Are di Schio (Vicenza): è il giugno 1918