Re Hussein chiede un Camp David all'Europa

Re Hussein chiede un Camp David all'Europa Intervista al sovrano di Giordania dopo rincontro a Parigi con il presidente Mitterrand Re Hussein chiede un Camp David all'Europa Le sue proposte: una nuova risoluzione dell'Orni che riconosca lo Stato palestinese e una conferenza per un accordo fra Israele e tutti i Paesi arabi NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARI PARIGI — -Sono venuto dal presidente Mitterrand per vedere quali possibilità ha la Francia — da sola o con i partner europei —di assumere iniziative concrete per una pace giusta e durevole in Medio Oriente *ha dichiarato re Hussein di Giordania, in visita in Francia mercoledì scorso. Il sovrano vorrebbe che il governo di Parigi facesse passi almeno in due direzioni: .Le risoluzioni 242 e 33$ del Consiglio di sicurezza sono chiaramente incomplete e di conseguenza inefficaci. L'Europa potrebbe da un lato proporre un emendamento o una nuova risoluzione che completi le due precedenti, confermando esplicitamente il diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione; dall'altro potrebbe adoperarsi per far convocare una conferenza internazionale per elaborare un accordo globale e definitivo fra Israele e tutti i belligeranti arabi, senza eccezione". • "A questa tavola rotonda — continua — ci sarebbero naturalmente i palestinesi, ma anche i rappresentanti di Stati Uniti. Urss. Europa e Terzo Mondo, ti conflitto non riguarda infatti soltanto i Paesi del Medio Oriente, ma l'intera comunità internazionale, poiché rappresenta una minaccia alla pace mondiale. L'Europa sarebbe la prime a subire le conseguenze di un'esplosione, vista la vicinanza alla nostra regione e gli stretti legami che i nostri Paesi tradizionalmente hanno con il Vecchio Continente. A mio parere, solo una conferenza internazionale di questo tipo potrebbe portare alla pace". • Ma un'analoga conferenza che si sarebbe dovuta svolgere a Ginevre nell'autunno 1977 era abortita. -"Aveva tutte le possibilità di riuscire, ma non si é potuta svolgere per l'improvviso viaggio del presidente Sadat a Gerusalemme, sfociato nell'intesa fra Israele e Egitto". • Il capo dello Stato egiziano, e staio detto a quell'epoca, aveva preso l'iniziativa per evitare che l'Urss. della quale diffida profondamente, prendesse parte all'elaborazione dell'accordo. • "17 presidente Sadat non mi aveva detto nulla di simile durante la mia visita in Egitto, pochi giorni prima che andasse a Gerusalemme. D'altra parte, é assurdo voler escludere l'Urss dal processo di pace. L'Unione Sovietica é una grande potenza che dovrebbe assumere le sue responsabilità nel mantenimento della pace mondiale. E comunque é presente e coinvolta nelle vicende del Medio Oriente. Inoltre, il suo atteggiamento nei confronti del conflitto tsraelo-arabo é positivo, e si identifica con quello della maggior parte dei Paesi dell'Europa Occidentale". •Lei ha respinto gli accordi di Camp David che invece il governo francese ha accettato. Non ritiene che questa divergenza potrebbe costituire un ostacolo a un'intesa? • "Si possono fare tante valutazioni su questo punto, ma la realtà finirà per imporsi: oggi é evidente che il trattato fra Israele e Egitto non ha risolto il problema di fondo, quello di dare una patria al popolo palestinese. I colloqui fra Sadat e Begin sull'autonomia della Cisglordania sono destinati a fallire. E' impossibile escludere /Olp dal processo di pace". •Il governo francese concorda su quest'ultima affermazione, ma ritiene che l'organizzazione di Arafat non sia l'unica possibile rappresentante del popolo palestinese. • "E chi altri potrebbe parlare a nome dei palestinesi? Personalmente non conosco nessuno. Neppure Begin é riu¬ scito a indicare un interlocutore che gli sia gradito. Ho richiamato l'attenzione del presidente Mitterrand sull'urgenza di una soluzione. La politica aggressiva del governo Begin . l'adesione di una buona parte dell'opinione pubblica israeliana a questa politica (come le ultime elezioni hanno dimostrato), i sempre più numerosi "fatti compiuti" nei territori occupati, l'umiliazione e la disperazione degli arabi creano in Medio Oriente una situazione esplosiva e minacciano la stabilità stessa dei regimi nella regione. Gli ho detto che rischiamo di arrivare rapidamente ad un punto di non ritorno. Allora sarà troppo tardi per parlare, come facciamo ora. di reciproco riconoscimento di Israele e dell'Olp. di pace e di coesistenza pacifica fra lo Stato ebraico e tutti i suoi ricini" • Re Hussein rende omaggio all' "intelligenza politica, alla sensibilità, alla comprensione e all'amicizia" che il presidente Mitterrand ha mostrato nell'incontro. Il sovrano andrà in novembre negli Stati Uniti, dove evidentemente non si attende di trovare la stessa comprensione da parte di Reagan. • "/ dirigenti americani — dice — sono preoccupati soprattutto dai loro problemi interni, e non comprendono che dando appoggio illimitato a Israele in tutti i settori alimentano soltanto l'aggressività e l'intransigenza del governo Begin. Non capiscono neppure che la nostra prima preoccupazione non é quello che loro chiamano il pericolo sovietico, ma il fatto che il conflitto palestinese continua. Ed é un conflitto che. ripeto, minaccia l'esistenza stessa dei regimi arabi e la pace mondiale. Penso quindi che gli americani non siano autorizzati a trattarci come briciole, a ritenere che dobbiamo aderire d'ufficio alla loro politica": EricRouleau ( iif.\ni;hi U- M.mdie prr l'Ilaria I a Stampa Amman. Una recente foto di re Hussein di Giordania (G. Neri)