Il nodo Namibia

Il nodo Namibia OSSERVATORIO Il nodo Namibia Certo non e stata un'invasione vera e propria, come per qualche tempo ti e temuto a Luanda. Ma nemmeno una semplice azione di 'inseguimento a caldo». come si minimizzava a Pretoria. L'offensiva delle truppe sudafricane nell'interno dell'Angola resta infatti la più complessa operazione militare nella storia dei rapporti fra questi due Paesi. Una storia ancora giovane visto che l'Angola e indipendente da soli sette anni, e fatta di rapporti che mai hanno avuto manifestazioni diverse dallo scontro armato. E' vero che Pretoria nega di avercela con Luanda. «E' una cosa che non vi riguarda, perché avete impegnalo le nostre truppe?». Cosi dicono i sudafricani agli angolani, parlando ovviamente per interposta persona. La cosa che «non riguarda* le forze armate di Luanda sarebbe l'incursione di due colonne blindate sudafricane fino a 180 chilometri dal confine, per tacere degli attacchi aerei che si sono spinti anche oltre. Ma il Sud Africa insiste: «Non è con voi che ce l'abbiamo». Ce l'hanno infatti, i soldati delle unità scelte stanziate in Namibia agli ordini del generale Charles Lloyd, con i guerriglieri della Swapo. che si battono per l'indipendenza del loro Paese. Poiché i namibiani della Swapo hanno affinila storiche e ideologiche con gli angolani, a suo tempo protagonisti di una simile lotta contro i portoghesi, è naturale che oltre confine abbiano i loro santuari. Di qui l'autodifesa sudafricana, basata sulla dottrina dell'«inseguimento a caldo»: vecchia formula del diritto intemazionale per cui una potenza avrebbe il diritto d'inseguire il nemico oltre l'area di sovranità. E' ovvio che di fronte a questo pasticcio, la soluzione è una sola: l'indipendenza della Namibia. Il giorno in cui la vecchia colonia germanica, affidata in mandato ai sudafricani dopo la caduta del secondo Reich. e dai sudafricani praticamente annessa, fosse restituita alla sua gente, i guerriglieri non avrebbero più bisogno di santuari oltre confine. Né le truppe boere d'inseguirli a caldo dentro l'Angola né l'Angola di ospitare ventimila soldati cubani: il principale argomento di questa presenza consiste infatti nell'esplosiva insicurezza della frontiera meridionale. Ma l'intricata diplomazia contemporanea non conosce «uova di colombo». Sono anni che le Nazioni Unite cercano di venire a capo del conflitto namibiano. C'è una proposta Onu di elezioni liberei- internazionalmente garantite. C'é una postilla Usa di particolari garanzie per la minoranza bianca. C'é un «gruppo di contatto» che riunisce cinque potenze occidentali: Usa. Canada, Regno Unito. Francia. Repubblica Federale di Germania e che si adopera per una onorevole soluzione del problema. Ma da quando c'é Reagan alla Casa Bianca, il gruppo ha smarrito i contatti al proprio interno. Sulla necessità della transizione prevale infatti, nella nuova dottrina americana, la necessità di non rompere con il Sud Africa, che ha la duplice attrattiva della collaborazione strategica e del «baluardo anticomunista», sia pure cosi poco presentabile per via ù\e\Y apartheid. Alfredo Venturi ANGOLA «RIC Dtl SUD-OVEST {NAMIBIA) I

Persone citate: Alfredo Venturi, Charles Lloyd, Reagan