Là, sui monti, c'è un capolavoro

Là, sui monti, c'è un capolavoro A BELLUNO CENTO TESORI D'ARTE TROVATI IN SPERDUTE VALLATE Là, sui monti, c'è un capolavoro Alla mostra non mancano i Sebastiano Ricci, Palma il Giovane, Domenico Tiepolo - Ma il suo fascino sta in alcune opere eccezionali, scoperte per caso in qualche cappella del Cadore o del Comelico - Restauri esemplari BELLUNO — Una ragione di più. anche per noi italiani, non solo per gli infaticabili tedeschi sempre in marcia sulle Dolomiti, una ragione di più per tornare a Belluno: è aperta fino a ottobre la ■ Mostra d'arte del Seicento nel Bellunese». L'affascinante rassegna è allestita nel restauralo Palazzo Crepadona, nella chiesa di 8. Pietro — dove è stata ripristinata la cappella Fulcis — e nel Palazzo Piloni. Arrivando dall'Italia caotica è un'esperienza unica ripercorrere questa città ordinata e civile, e ritrovare in pieno centro storico quella che era la vecchia Crepadona: un palazzo-residenza-fortezza fino a ieri quasi In rovina, su fondazioni romane, muraglie medievali, loggiati cinquecenteschi... Ora è un gioiello fedelmente restaurato e insieme miracolosamente trasformato in un efficiente e moderno cent ro culturale. L'iniziativa del difficile ripristino e della non meno difficile mostra d'arte è dovuta agli sforzi congiunti del Comune di Belluno, del ministero del Beni Culturali, della Regione Veneto. La Mostra comprende un centinaio di opere di pittura, scultura e arti minori, oltre a un'Introduzione storico-architettonica. Non aspettiamoci grandi nomi, anche se Sebastiano Ricci. Palma 11 Giovane. Luca Giordano. Domenico Tiepolo e altri sono in diverso modo noti al grande pubblico. Il fascino della rassegna sta In alcuni capolavori, ma soprattutto In questa scelta di opere «minori» giunte qui dalle vallate più sperdute, dalle remote cappelle, dalle lontane sacrestie di tutta la grande provincia che comprende 11 Bellunese e il Feltrino, spazia nel Cadore, nel Comelico. nell'Alpago. si incontra col Veneto di pianura e col Friuli. Ritrovamenti, attribuzioni, sorprese d'ogni genere, per i ricercatori, per i restauratori, e per noi. Dipinti di grande valore, pressoché ignorati, sono stati ripescati, analizzati a fondo, fotografati per la prima volta. In alcuni lo stato di degrado era giunto a limiti quasi disperati! bastava un breve ritardo per perderli: ed ecco l'intervento e U restauro. Di altri è stata riconosciuta la vera paternità, di molti i precedenti storici, gli accostamenti, il pedigree. Non tutto si è potuto portare materialmente qui: tele e affreschi ci aspettano ancora in giro per le valli, ma almeno ora «sappiamo». Di questo duro lavoro dobbiamo essere grati alla Soprintendenza ai Beni Artistici del Veneto, a Mauro Lucro In particolare e al suol collaboratori, ai restauratori, agli studiosi. Segnaliamo qualche risultato nel percorso espositivo. Fin dall'inizio, ci viene incontro un Battesimo di Cesare Vecelllo. dove la fantasia si accende proprio nella distesa vastità del paesaggio che e ancora il mondo qui fuori, nel fiume che dalle creste dei monti dolomitici scende ora rapido e ora dolce e abitato fin giù a valle. Un primo capolavoro cadorino-bellunese, che supera ogni confine. Tra 1 filoni portanti della I mostra, una serie di tele del Frigimelica: 11 visitatore, forse, ne conoscerà appena il nome: ma basterà penetrare olI tre la sua tipica durezza conservatrice per trovarla spesso i ' congiunta a un esile ma slcu: ro fascino: talvolta, come nel bel 8. Marnante, animata da 1 paesaggi reali e di sogno, o in ! elsa nei suoi santi tormentali < con tratti da grande artista. Del Oenovesimo ammiriamo , senza riserve una Flagellazione in cui carnefice e vittima si I scontrano-lncontrano In un ] violento odio-amore, fulgida' mente sotteso dal perfetto schema compositivo. A contrasto, uno dei più vivaci e deliziosi ■ barnbocclamenti. : 1 Suonatori ambulanti di Bolli Più avanti, un'incredibile Allegoria dell'estate del Mazzoni: una Madonna col bambino che e un vero saggio del migliore Francesco Maf fel. insieme bene articolato e pungente : un tipo femminile dallo smalto lucidamente terso, di Nicola Reme ri; da confrontare con un altro, ironico e misterioso, del Forabosco. Per gli amanti delle vedute, due Panorami di Feltre e Belluno, di Domenico Falce, che fissano in una splendida scrittura la forma urbis delle due città nel Seicento: due tenui Paesaggi marini del De Marchis. Su tutti domina Sebastiano Ricci, che parli da Belluno dodicenne per iniziare la grande ripresa settecentesca della pittura veneta e italiana. Nel Palazzo Crepadona compaiono tre suoi capotavo-1 ri. acquistati dal Comune con est remo tempismo: la Caduta \ di Fetonte e due Storie di Ercole puro godimento, nella loro folgorante potenza di im- ; maginl che ha pochi paragoni noli mi era storia del secolo. ! Nella chiesa di 8. Pietro laj Vocorione di Pietro e la De- ; collazione del Battista, d'un raffinato splendore cromatico e preciso impianto compositivo. Non abbiamo citalo che all'ime poche opere: 11 visitatore attento troverà altre sorprese, tra cut le Quattro stagioni del Ve ce li io a Palazzo Piloni. Tra le sculture in legno. \ Assunta del Brustolon. e alcuni di quegli altari lignei tn cui l'equilibrio felice tra, elementi aulici e popolareschi tocca l'attimo dt commozione. Tra mobili e argenti antichi. mi me. il visitatore potrà perdersi: oppure ritrovarsi tra le riproduzioni e disegni dell'ottima introduzione storico-architettonica. Una particolare segnalazione al catalogo, curato da Mauro Lucco, con le sue «schede» nello stesso tempo appassionatamente informate ed eccezionalmente limpule Tra luna e l'altra delle tre sedi della rassegna, si ripassa ogni tanto in città, per le piccole piazze, le strade, gli antichi muri: e s'intende anche meglio come lo sforzo organizzativo punti anche al di là della Mostra. Il restauro del Palazzo Crepadona. 11 ripristino della cappella Fulcis. l'acquisto dei tre Ricci, la creazione — già prevista — del nuovo Museo Comunale, sono tutte opere Intese come altrettanti contributi a un unico fine: sottrarre al degra¬ do la parte più antica del centro storico, anzi prevenirlo. Nuovi restauri sono tn corso e altri sono previsti. In città e in provincia: tutti contribuiscono ad approfondire le radici, a saldare la storia al tessuto ambientale. Da ogni parte, insomma, ci sono ragioni per una puntata nella piccola città, pur in questa difficile estate: magari arrivando o tornando dalle Dolomiti. In questo senso, un modesto suggerimento alla direzione della mostra: occorre modificare l'orario d'apertura, prolungandolo a orario unico: molti che passano saranno indotti a fermarsi. Paolo Barbaro !