Con l'«incontro d'amore» negato al detenuto una condanna in più? di Remo Lugli

Con l'«incontro d'amore» negato al detenuto una condanna in più? In ogni carcere italiano il delicato problema viene affrontato con insistenza Con l'«incontro d'amore» negato al detenuto una condanna in più? Il professor Michele Torre: no all'ora in cella, ma brevi periodi di libertà - Mario Portigliatti Barbosi la mancanza di rapporti sessuali provoca tensione, irritabilità, aggressività e omosessualità Anche i detenuti del carcere romano di Regina Coeli chiedono che gli vengano concessi gli 'Incontri d'amore». E' uno del punti che figurano in un documento presentato l'altra sera da 400 reclusi che si erano rifiutati di rientrare in colla al termine delibarla». Il problema e generalizzato. In ogni carcere lo si riaffronta con Insistenza. Il tempo ormai e maturo perché si prendano delle decisioni al riguardo. Domenica sc'rsa abbiamo pubblicato 1 pareri di direttori di carceri e di giudici di sorveglianza. Nel 74. un anno prima che venisse approvata la legge di riforma del carcere, la Camera aveva soppresso, In una precedente stesura della legge, un articolo che prevedeva la concessione di permessi speciali di 5 giorni ai detenuti di buona condotta per le •relazioni umane», un eufemismo che coi cava appunto di risolvere la questione sessuale dei carcerati. Nel suo discorso di presentazione della legge prima del voto, ne) luglio '75. l allora ministro di Grazia e Giustizia Rosi ivo. ricordando la cancellazione di quell'articolo, diceva: •Non si può tuttavia ignorare la grattila del problema sessuale nelle carceri e il governo auspica die in un prossimo avvenire si possa trovare una soluzione legislativa ede guata». E' dunque tempo di dibattito su questo problema riemergo con virulenza. Sentiamo altri specialisti. Il prof. Michele Torre, direttore della clinica psichiatrica dell'università di Torino, considera due aspetti: 11 puro e semplice rapporto erotico come «sfogo» e l'atto erotico come completamento di rapporti interpersonali tra individui di sesso diverso che hanno un'inclinazione reciproca. Nel primo caso un eventuale provvedimento che conceda gli «incontri d'amore» lo ritiene meno giustificato, anche se, sottolinea, presenta aspetti umani ben comprensibili. La masturbazione può sopperire alla mancanza di un rapporto sessuale vero (però sarebbe interessante poter fare un'Indagine scientifica per conoscere quali eventuali danni e conseguenze può causare l'astinenza forzata in individui che non la vorrebbero ed anzi, magari, hanno la mente sempre tesa nell'aspirazione di un rapporto con l'altro sesso). 'Nel secondo caso, quando et sono di mezzo rapporti intersoggettivi — dice il prof. Torre — il rapporto sessuale può avere un'importanza notevole, può essere il legame, il mezzo per mantenere vivi i sentimenti. Ma il problema diventa più complesso se consideriamo questi incontri nel carcere come incontri occasionali. In queste contingenze si possono creare situazioni difficili e anclie foriere di possibili reati e di ricatti, basti pensare all'ovvia possibilità di un pluralismo dei partners. Poi, le visite dall'esterno, estese ovviamente al carcere femminile, potrebbero portare anche nell'ambito stesso delle case di pena il mestiere più antico del mondo*. Per il prof. Torre anziché un «amore carcerario» di questo tipo sarebbero meglio brevi periodi di libertà -che possono, si, essere protratti per un tempo indefinito se il detenuto non si ripresenta, tutta via offrono un'attuazione più semplice dell'altra soluzione che dovrebbe consentire l'ingresso in carcere per motivi erotici di persone estranee: Liana Valente, che insegna psicologia cllnica e psicodlagnostlca alla scuola di specializzazione in psichiatria all'università di Torino ed é coau- trlcc insieme con lo svizzero Olorglo Abraham del volume •Test di induzione psicoerotir ni-, ritiene che il problema non possa risolversi con 1 permessi perché troppi reclusi ne dovrebbero essere >sclusi per gravità di pena, pericolosità, ecc. • E' un problema nel problema più grande delle strutture carcerarie. D'altra parte il rapporto umano tra il detenuto e i suoi congiunti esterni va conservato, anche a livello sessuale, altrimenti chi e fuori è Istigato alla infedeltà e più portato a rompere i rapporti. I legami arricchiscono sempre la persone, ouindi vanno facilitati In ogni modo-. La professoressa Valente ritiene che si dovrebbe ricorrere alle camerette, che però non dovrebbero essere specificatamente per questo scopo erotico, ma stanze per •incontri privati». -L'ingresso in quelle stanze non dovrebbe essere sinonimo di affo sessuale, altrimenti diventerebbe una cosa coatta, squallida, drammatica. Nella stanza, senea occhi e orecchie indiscreti, il detenuto dovrebbe poter ricevere la madre o il figlio o l'amica o fa sposa... Avrebbe un maggior senso di libertà, di scelta nelle proprie decisioni: •D'altra parte — aggiunge la prof. Valente — a chi ha l'impressione che i detenuti siano già trattati troppo bene e che non si debba fare ulteriori concessioni, si può rispondere che tutte queste cose di cui godono non fanno altro che far sentire maggiormente in loro la mancanza della libertà. E questo ti dovrebbe indurre a migliorare per cercare di riaverla il più presto possibile.. Il prof. Mario Portigliatti Barbos. direttore dell'istituto di scienze medico-forensi a Torino, che alla sua professionalità di criminologo unisce una lunga esperienza di giudice tecnico di sorveglianza in carcere, riconosce che l'Impossibilità dei rapporti sessuali è causa di una serie di inconvenienti- tensione ambientale, Irritabilità individuale, aggressività nei confronti dei terzi, omosessualità ecc. Per di più la carica di sessualità si trasforma, nel carcere, in una diffusione a macchia d'olio della fantasia sessuale. • E non è detto che la privazione sessuale debba essere una pena in più che si infligge al detenuto. Sarebbe bene che questo bisogno dell'Individuo venisse soddisfatto. Ma come?». Il prof. Portigliatti non é ottimista, teme che in questo momento la risoluzione possa essere utopistica o difficilmente realizzabile. • Trasformare il carcere In un luogo che verrebbe ad avere la struttura del vecchio bordello, per di più gestito dallo Stato? E con quali criteri concedere il rapporto? Agli sposati? Al non sposati? E con quali ritmi? Più ai ventenni che al sessantenni? E solo alla coppia uo mo-donna o anche a quelle' uomo-uomo e donna-donna? L'omosessualità è proibita quando è violenta, quando dà scandalo, se avesse un permesso non sarebbe violenta. Comunque si creerebbero discriminazioni, sperequazioni. E ciò accadrebbe in un momento In cut la gente è culturalmente Impreparate a questa soluzione. L'uomo della strada chiede rassicviuèieve contro la delinquenza, trova già da ridire perché i. detenuto ha la tv nella cella.. Il rimedio, secondo Portigliatti Barbos. può trovarsi invece nell'applicazione dell'articolo 30 vecchia stesura, attraverso 1 permessi per •motivi familiari». Del resto anche il Comitato europeo per 1 problemi criminali del Consiglio d'Europa Indicava, nel '77. la soluzione del problemi sessuali attraverso permessi periodici. «Afa anclic qui ci sono gravi difficoltàtutti possono godere di questi permessi ' E' impensabile Cerchiamo di non dare del fumo negli occhi, concedere con, una legge e poi, magari, bloccare la concessione con ti regolamento. Il vero problema non è di dire si o no. è di dire come. E' di potere realizzare quello che si concede ed è anche e soprattutto quello di dare esecuzione alla riforma. Tra il poter fare l'amore In carcere e il correre il rischio. In carcere, di essere uccisi, cosa si deve scegliere?: Remo Lugli

Persone citate: Liana Valente, Mario Portigliatti, Mario Portigliatti Barbos, Michele Torre, Portigliatti, Portigliatti Barbos, Rosi

Luoghi citati: Torino