Persone di Lietta Tornabuoni di Lietta Tornabuoni
Persone di Lietta Tornabuoni Persone di Lietta Tornabuoni Autoassolversi attraverso la «giustizia politica» e i tribunali di corporazione e da un pezzo, da parte dei gruppi governanti, più di una tendenza: un metodo. Soltanto negli ultimi mesi, i partiti hanno in pratica assolto quei loro leaders > multati iscritti alla Loggia P2 di Lido Celli o hanno giudicato del tulio innocente quell'appartenenza a causa della quale sono slati invece allontanati dal posto generali, magistrali, dirìgenti d'azienda, giornalisti; la Corte dei conti ha condonato all'ex ministro socialdemocratico Tanassi c al generale Fanali la pena pecuniaria cui erano stali condannati per lo scandalo Lockheed. I miliardo c 320 milioni; la commissione parlamentare d'inchiesta sulla ricostruzione nella Valle del Bclice dopo il terremoto del 1968 ha concluso quattro anni di lavori senza identificare colpevoli né responsabili di ritardi e corruzioni, che pure ha definito inauditi. E alla fine la Commissione inquirente ha archiviato le accuse mosse a ex ministri o ex presidenti del Consiglio per il caso Giannettini. Ma noi l'abbiamo visto. Rumor, al processo di Catanzaro per la strage di piazza Fontana. Milioni di italiani l'hanno visto alla televisione muoversi come fosse seduto su chiodi o spine, balbettare nell'imbarazzo ansioso dell'insincerità, arrossire nella repentina perdita di memoria: solo a guardarlo, tutto sembrava fin troppo chiaro, e non ci sono discorsi, relazioni o votazioni parlamentari che valgano a modificare l'esperienza diretta di quell'immagine cosi eloquente. A cena Telefoniamoci e stiamo a cena venerdì, vediamoci a cena, dove andiamo stasera a cena?, ho trovato un posto nuovo di pesce per cena, vogliamo cenare insieme?, va bene, ceniamo insieme e ne discutiamo, combina una cena e presentami, andiamo a cena cosi ci raccontate dell'Elba: son tutte frasi correnti che vanno perdendo significato, o che assumono la sfumatura minacciosa della catastrofe. L'inflazione modifica persino le abitudini più radica- te: mangiare fuori insieme la sera è sempre stato un classico, spesso la forma esclusiva, della socialità romana, c adesso non si può più fare. Naturalmente, i ricchi continuano ad andare al ristorante senza preoccupazioni, i poveri seguitano a non andarci: è la classe media o anche medio-alta che non ce la fa più a spendere, al ristorante tre o quattro volte la settimana, cifre ormai oscillanti fra le quindici e le quarantamila lire a testa o anche di più. Per loro, andare fuori a cena è diventalo, da una gradevole abitudine conviviale, un lusso o un obbligo sociale da valutare con la cauta attenzione riservala agli investimenti finanziari. Divertimento, poco: se non altro per l'amarezza irosa del dopocena, quando s'è mangiato così cosi, s'è pagato un conto terribile, s'è provata la sempre antipatica sensazione di essere stati sfottuti e derubati, e magari si constata che l'investimento risulta improduttivo, per quel telefilm se ne riparia a marzo e poi chissà, quel discorso non ha quaglialo, li per ora possibilità di lavoro zero, non c'è neppure un pettegolezzo nuovo, lei non ci sta. non abbiamo riso, questa è l'ultima ' volta. Finite le grandi tavolale mondane dell'estate, finite le cene di seduzione, finite le cene amichevoli divertenti e confidenti di terzetti d'amici o duetti d'amiche, finite insomma le cene di piacere, sopravvivono a Roma le cene di dovere: i tetti inviti al crìtico, al dirìgente, al tipo importante che può dare un posto, una mano, una dritta, col quale è sempre bene ve- dersi ogni tanto, mantenere i contatti: e le tediose ricattatorie cene di lavoro o cene promozionali, pagate dall'azienda, dal ministero, dal Vaticano, dallo studio legale, dal giornale, dalla «>sa di produzione, dal partito, dallo Slato. Nuovo Tra i libri importanti dell'autunno. Im libertà che cambia di Ralph Darendorf è forse quello che susciterà più discussione economico-politico-socialc. Darendorf è adesso preside dell'illustre London School of Economica, è stato sociologo in Germania e socialista tanto moderato che la sinistra europea accolse malissimo il suo Lolla di classe e conflitto iociale. tanto moderato che nei Settanta passò al partito liberale e a qualche responsabilità di governo. La libertà che cambia offre una nuova analisi della crisi dello Stato assistenziale, del punto morto cui sono giunte le società socialdemocratiche avanzate diventando recessive, e una nuova teoria sul superamento delle corporazioni nella necessità di trovare forme diverse di aggregazione sociale. Sembra tulio giusto: una trattoria all'aperto dell'entroterra napoletano, un matrimonio popolare celebrato a tavola con troppa spesa e troppo furore di festa, il ballo nuziale sullo sterrato cui partecipano vecchie, vecchi, bambini, uomini che ballano con uomini e donne con donne, invasati dal ritmo feroce della musica. E i cantanti, bravissimi, pazzi, della «tammurriata» tradizionale: il canto si slunga in nenia araba, si sfrena, si torce e ritorce e ripete, le parole si sfaldano quasi incomprensibili, ma cos'è che dicono? Gridano cantando «Il cinema è una finestra aperta sul mondo», motto di André Bazin. crìtico e teorico cinematografico francese, padre fondatore della «nouvellc vague» e dei Cahiers du Cinema, cantano gridando «Ogni inquadra::::i è una scelta corale», motto di Michelangelo Antonioni: e siccome questo avviene nel nuovo film di Marco Tullio Giordana. La caduta degli angeli ribelli, presto presentalo a Venezia, va tutto bene, è tutto regolare. Ma Rumor l'abbiamo visto
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