L'Iri e la Finsider disertano l'assemblea l'aumento Italsider slitta a settembre di Renzo Villare

L'Iri e la Finsider disertano l'assemblea l'aumento Italsider slitta a settembre Il gruppo in un anno ha perso 1255 miliardi (573 tra gennaio e maggio '81) L'Iri e la Finsider disertano l'assemblea l'aumento Italsider slitta a settembre La «ricapitalizzazione» (rinviata al 15 settembre) avrebbe dovuto portare nelle casse della società 432 miliardi e far decollare la «Nuova Italsider» -1 consigli di fabbrica: «Il rinvio allontana la soluzione dei problemi» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GENOVA — L'assemblea Italsider. che doveva approvare ieri la .ricapitalizzazione- dell'azienda attraverso un aumento di capitale per circa 432 miliardi (da 1296.9 a 1729.2 miliardi), e andata deserta per l'improvvisa assenza dell'azionista di maggioranza (Finsider. In. Sino, che rappresentano il 98 per cento del capitale) e rinviala, in seconda convocazione, prevista per il 15 settembre. I 35 azionisti privati, convenuti puntualmente alle 11 nella sede della società in via Corsica a Genova (rappresentanti, peraltro, meno dell'I per cento del capitale), hanno dovuto andarsene con un nulla di tatto. Perché questa improvvisa assenza dell'azionista pubblico? AU'Italsider non danno alcuna risposta, dicono soltanto che l'eventualità di un rinvio era prevista dall'avviso di convocazione dell'assemblea. E' però la prima volta che questo latto accade, destando quindi non poche perplessità. L'operazione avrebbe dovuto portare alla «Nuova Italsider. i centri siderurgici di Taranto. Oscar Sinigaglia (Cornigliano e Novi Ligure). Bagnoli. Campi. Love re. Trieste e Savona, la flotta sociale, i servizi direzionali e commerciali: alla .Acciaieria di Piombino- gli stabilimenti di S. Giovanni Valdarno e Marcherà. Inoltre l'assemblea avrebbe dovuto approvare il ripianamento dei disavanzo a lutto il 31 maggio 1981 ammontante complessivamente a 1255 miliardi (573 perduti nel primi cinque mesi deli'81. 682 come perdite residue dell'esercizio '80) e l'aumento del capitale con l'emissione di 720 milioni 500 mila azioni da sottoscrivere al prezzo di 600 lire caduna. La situazione estremamente delicata in cui si trova l'Itali.idor sarà affrontata quindi tra qualche giorno. In azienda non si nascondono forti preoccupazioni per l'andamento finanziario, aggravalo fra l'altro dalla pesante congiuntura mondiale del settore e dal notevole aumento dei costi determinati in Italia dall'inflazione e dal deterioramento della lira rispetto al dollaro, che ha fatto rincarare improvvisamente il costo delle materie prime e dell'energia. La società — dicono all'lialsider — è sempre in attesa che siano attuati i provvedimenti e gli orientamenti governativi per risolvere i gravissimi problemi finanziari, come hanno fatto e stanno facendo gli altri Paesi comunitari per le lo re siderurgie. Dei 573 miliardi perduii da gennaio a maggio. 439 sono dovuti ad interessi passivi, che rappresentano il 25 per cento del fatturato, •percentuale insostenibile per una sana conduzione aziendale». ' L'aspetto finanziario è certamente importante, e per l'Italsider lo è particolarmente. Ma sono essenziali anche gli aspetti produttivi, commer¬ ciali e di efficienza. Se non vi e un risanamento della gestione, le ricapitalizzazioni serviranno soltanto a nascondere e a rinviare i problemi che si rlpresenteranno. dopo qualche tempo, nei medesimi termini, se non addirittura peggiorali. Proprio per procedere a una ristrutturazione equilibrala, tra il 1974 e il 1981 sì calcola siano stati distribuiti dai rispettivi governi alle Imprese siderurgiche comunitarie circa 17.000 miliardi di lire, mentre ulteriori, massicci aiuti — stimati in altri 13.000 miliardi — sono in programma soprattutto in Francia. Regno Unito e Belgio. La stessa Germania Federale, che ha sempre tenuto una posizione contraria ad aiuti statali all'industria siderurgica, ha recentemente cambiato idea per le necessità immediale delle aziende. L'induslria siderurgica comunitaria e mondiale sta infatti completando una profonda ristrutturazione finanziaria e industriale, imposta dalle esigenze del mercato e dalla crisi in alto nel settore dal i975 e ulteriormente aggravatasi a partire dal secondo semestre del 1980. Del resto il .programma previsionale acciaio, della Cee ìndica per il terzo trimestre una produzione comunitaria di 29.3 milioni di tonnellate, inferiore del 3.4 per cento a quella realizzala nel t?rzo trimestre deli 80 e del 15.6 per cento a quella del terzo trimestre del '79. Sì traila di cifre che dimostrano molto chiaramente che la crisi contìnua e non accenna a risolversi. Per questo, fanno notare all'Ilalsider. il problema della ristrutturazione è una necessità Indifferibile. Gravi preoccupazioni per l'inattesa assenza dell'azionista di maggioranza sono state espresse anche dai sindacati. Se il Consiglio dì fabbrica dell'Iialstder si è trincerato dietro un -no commenta la Lega del coordinamento dei due stabilimenti di Consigliano e stata più esplicita. -Sul fatto esprimiamo disagio e perplessità. Confermiamo, pertanto, le critiche da noi già espresse in altra occasione verso gli attuali vertici dell'Italsider e della Finsider. e riteniamo — si precisa nella dichiarazione — che questo ulteriore rinvio, indipendentemente da come sarà motivato, appesantirà anche psicologicamente la situazione, allontanando sempre più la soluzione dei gravi problemi dell'Italsider.. Renzo Villare

Persone citate: Oscar Sinigaglia, Sino