«La cura forzata del tossicomane non Io libera dalla sua schiavitù»

«La cura forzata del tossicomane non Io libera dalla sua schiavitù» Lo dichiarano alcuni operatori dei Centri antidroga, tre anni di esperienza «La cura forzata del tossicomane non Io libera dalla sua schiavitù» Accusati dalla Lenad, nemica acerrima del metadone «a scalare», sostengono: «Solo una minima parte dei drogati sono individui ai limiti della capacità d'intendere e di volere; per lo più sono individui fragili, che bisogna aiutare a riequilibrarsi; e questo non si ottiene con ricoveri e terapie coatte Chiamali in causa dagli Interventi della Lenad. Lega nazionale antidroga prendono oggi la parola, nell'appassionato dibattito sul proble- ptpma delle tossicodipendenze.] salcuni operatori del -Centri. \ torinesi. L'accusa nei loroj confronti e di oziosità ideolo-i Igica e di mancanza pressoché iototale di risultali: l'alternati- <va all'aggancio dei tosstcoma ni con 11 trattamento del me tadone. giudicalo fallimentare, e il ricovero per la disintossicazione coatta proposto dalla Lenad. Che cosa possono rispondere, con spirilo costruttivo, dopo un'esperienza triennale vissuta a contano di centinaia di giovani che tentano di uscire dalla schiavitù dell'eroina? Per Metello Cornili. psicologo del Centro per le tossicodipendenze del Mauriziano. e per Giorgio Merlo, educatore presso il Centro lerriloriale di via Campana, si deve soprattutto evitare la polemica fine a se stessa: 'Nessuno, purtroppo, in questo campo possiede la ricetta esclusiva Forse noi operatori abbiamo troppo dimenticato le famiglie, assumendoci la difesa d'ufficio dei tossicodipendenti: ma spesso sono proprio t ragazzi a chiederci riservatelsa, anche nei confronti dei famigliari E noi dobbiamo garantirgliela'. Vi si chiede conto dei risultati, vi domandano, i genitori della Lenad, dove sono finiti i •vecchi» drogati presi in cura anni fu. • Purtroppo questa e una delle carenze maggiori delle attuali strutture: non possiamo tornire dati o statistiche perche' lo Stato e l'amministrazione pubblica non hanno predisfmslo centri di elaborazione e di raccolta informazioni Terminata la cura "scalare", il tossicodipendente non viene più seguito: se non torna può essere guarito, oppure aver ricominciato a bucare- Allora non potete smentire la Lenad. • Un momento: tra l'immobilismo attuale e la cura forzata c'e una via di mezzo, che mantenga l'intervento in un'ottica democratica senza coartare i diritti personali dell'individuo. Noi affermiamo, innanzitutto, che l'immagine del tossicodipendente offerta dalla Lenad è falsa, inclini e stereotipata. Si vuole il drogato senza volontà e senza identità, quasi un disastro psichico. Ma la realtà e diversa ■ noi conosciamo una grossa fetta di tossicomani inseriti socialmente, che riescono a mantenere anche un lavoro regolare: una piccola fetta di "sbandati" giovanili ed una. altrettanto piccola, di delinquenti abituali, infine una parte minima, soltanto tra il 5 ed il IO per cento, di individui psichicamente labili, al limite delle facoltà di intendere e di volere, per cui può essere necessaria una "tutela" extra rapporto ambulatoriale' Niente cura coatta per la ma e e • »r ama, dunque? •Assolutamente no. Sarebbe come — nel campo psichiatrico — tornare ai manicomi vecchio stile soltanto perché le nuove strutture sono scarse o funzionano male. Oggi i centri per le tossicodipendenze minimo di tutela psicofisica la garantiscono, sia pure attraverso il "mantenimento" con metadone, la maggior parte dei tossicodipendenti sono individui fragili, che ricorrono all'eroina come ad una stam- mi pella per sopportare una realtà esterna in alcuni momenti troppo pesante: bisogna dar toro tempo di superare le proprie paure, operando nella stessa realtà Disintossicarli a torta o estirparli dallambien te prima che abbiano trottato I equilibrio non seri* a nulla oli resta la "memoria " grati fi <-<i-irv tirila droga, e una co/fa ritornati fra le stesse difficoltà ci cascherebbero nuova¬ mente Non c'è dubbio-. Manca forse la controprova. • No, c'i l'esempio della Francia, dove il tossicodipendente è sempre consideralo soggetto passivo, destinato al carcere o ad altre sanzioni I giudici, in alternativa, ordinano la cura forzata: e le statistiche dicono che li. oltre a non guarire, i tossicomani finiscono per presentare anche spunti persecutori che in Italia sono rari. Lo stesso accade nel nostro Paese con gli utenti inviali dal tribunale per la terapia coattiva: molti non si presentano, e sugli altri non si ottengono risultati- Ma neppure il metadone sembra offrire risultati. • Questo è vero solo in parte, perché almeno il metadone ha già sottratto moltissimi ragazzi alla vita da criminali cui li costringeva il mercato nero Poi c'i una piccola statistica elaborala nel quartiere 2 tSan Salvarmi che dimostra come noi non offriamo "sciroppo a gogò": solo il 5.5 per cento degli utenti entra direttamente in 'mantenimento ". e gli operatori spingono sempre per la disintossicazione, infatti, secondo la stessa statistica, il 41.9 per cento dei tossicodipendenti in mantenimento col metadone ha già provato, con alterna fortuna, a smettere- Non e molto, di fronte alla tragedia di migliaia di giovani. . No. non é molto, ma la soluzione non è in proposte drastiche che nascono sull'onda dell'emotività Hisogna invece denunciare le lo faremo anche con lettere alla Procura della Repubblica) le carenze attuali dei servizi e la latitanza della pubblica amministrazione qui come altrove Mancano strutture tin via Campana ci sono cinque operatori in una sola stanza), non esistono né documentazione né controllo dell'attività dei Centri, e si crea confusione con decreti selvaggi quanto pressapochistt In più mancano indispensabili comunità tera/ieutiche che il ministero dovrebbe creare, unitamente a cooperative di lavoro, facendo tesoro dell'esperienza di quelle gestite da privati e religiosi Questa, e non il mini carcere proposto dalla Lenad. è l'unica strada dellu speranza- Itoberlo Keale

Persone citate: Giorgio Merlo

Luoghi citati: Francia, Italia