L'imbianchino che rapì Monna Lisa

L'imbianchino che rapì Monna Lisa COME AVVENNE SETTANTANNI FA AL LOUVRE IL FURTO DEL SECOLO L'imbianchino che rapì Monna Lisa Rubò la tela con incredibile semplicità - Per due anni, mentre tutta la polizia francese lo cerca, il capolavoro di Leonardo è in una misera stanza d'affitto parigina - Vincenzo Peruggia: «L'ho fatto per patriottismo» - Scarcerato, si stabilisce in Savoia - Per trentatré anni racconta ai turisti una storia romantica: «Ho rubato la Gioconda perché mi ricordava la mia ragazza morta in montagna» Settantanni fa l'imbianchino Vincenzo Peruggia rubò al Louvre la Gioconda di Leonardo. Se la tenne più di due anni in una stanza d'affitto parigina. La portò in Italia -per patriottismo», e fini in prigione. Scarceralo, si stabili in un paesotto dell'HauteSavoie e per trentatre anni, finche visse, ebbe sempre mi:.ile-uno per casa: gente che andava a fotografarlo, per avere l'autografo, farsi raccontare il .inno del secolo». Raccontava volentieri, anno dopo anno aggiungendo elementi romantici alla vicenda, tanto da farne una storia patetica alla quale lui stesso fini per crederci. Ecco, invece, come andarono le cose. Nel 1911 Vincenzo Peruggia e un imbianchino di Dumenza. dalle parli di Como, emigralo a Parigi. Ila una trentina di anni ed e di indole mite, un tipo qualunque, uno di quelli ai quali non si fa caso. Come imbianchino ha lavorato per qualche tempo al Louvre ed e rimasto in confidenza con i guardiani. Il 22 agosto e un lunedi, giorno che il Museo e chiuso al pubblico. Peruggia ci va con la sua blusa «l'imbianchino e tra gli operai che vengono per le pulizie settimanali, raggiunge solo il Salon Carré. | dove esposta Monna Lisa del Giocondo dipinta da Leonardo da Vinci, e se la prende. Un furto di semplicità perfino riI dicola. Racconterà Peruggia ' due anni dopo: • Vidi che il sai Ione era incustodito e che la j Gioconda mi sorrideva. Tolsi : il quadro dalla parete, gettai la cornice in un sottoscala e uscii dal Louvre con il dipinto sotto la blusa. La Gioconda. sapete, non è troppo grande. '. settantasette centimetri per i cìnquantatré-. Il furto e avvenuto tra le 7.30 e le B. Infatti alle 7.30 il caposquadra Bilau passando | per il Salon Carré ha indicato a un suo operaio la Gioconda elicendo -Lo vedi il sorriso di quella donna? Guardalo bene perché è il più caro del mondo-. Bilau e ripassato di 11 mezz'ora dopo e ha notato che il quadro non c'era più. ha pensalo: l'hanno tolto per paura dei ladri. E' stato il solo, in luna la giornata, ad accorgersi che la Gioconda era scomparsa L'indomani e il pubblico ad accorgersene. Viene per am¬ mirare l'opera più famosa del Louvre, ma sulla parete del salone, tra un Tiziano e un Correggio, vede soltanto l'impronta chiara lasciata dal quadro di Leonardo. Allarme Sembrano impazzire lutti. Le uscite subito bloccate e ricerche frenetiche, finche viene trovata la cornice nel sottoscala. Soltanto la cornice. La notizia del (urto riempie le prime pagine dei giornali. -Inimmaginabile'- titola il Mutui. -E'spaventoso- scrive] VEclatr; -Gli autori dei romanzi polizieschi indietreggerebbero di fronte alla inverosimiglianza di simile fattocommenta l'£co de Paris. In qualche giornale il furto del capolavoro entra nell'editoriale politico' si vuole umiliare la Francia, si comincia col rubarle la Gioconda in atlesa di portarle via le colonie. Sospettati sono i tedeschi. Ministri interrompono le vacanze e accorrono a Parigi Tutta la polizia francese mobilitata. Si cerca tra i ladri d'opere d'arte, ma anche tra maniaci e pazzi, non si esclude il complotto internazionale, si tengono-d'occhio quelli del gruppo futurista di Mannelli, avendo costoro proclamato che ■ bisogna distruggere tulli i musei del mondo. perché il passato paralizza l'immaginazione■-. Per trovare il dipinto vmeiano si ricorre a veggenti, occultisti, radiestesisti. Vlllustration Francaise offre una fortuna a chi riporta la Gioconda intatta, garantendo il premio allo slesso ladro, qualora egli la restituisca. Indagini tra i dipendenti del Museo e tra gli operai che in diverse epoche hanno lavoralo al Louvre. I gendarmi vanno anche dall'imbianchi- no Peruggia. in rue de l'Uòpilal-Sainl-Louls. Che e tranquillo, un meschinello che sembra incapace di rubare una mela. E i gendarmi se ne vanno, nemmeno insospettiti dalla logora valigia che spunta da sotto il letto Monna Lisa e 11. tra biancheria e calzini. Per due anni Peruggia ha la Gioconda tutta per se. Quando chiude la porta a chiave e trae dalla valigia il quadro e lo pone alla giusta luce della finestra, la miserabile camera di rue de l'Hòpual e da favola La polizia continua a cercare, mentre il furto della Gioconda passa dai giornali politici a quelli umoristici. Poi. altri avvenimenti (anno dimenticare Vaftaire. La guerra di Libia. Amundsen raggiunge il Polo Sud. ai [onda il Tltanlc. Wilson e il nuovo presidente degli Stati Unni e la banda Bonnot tiene in angoscia Parigi. A ricordare il furto al Louvre e un giocattolo: un omino di latta, a molla, che scapi» con la Gioconda .sotto il braccio. Ai primi di dicembre 1913 Peruggia viene in Italia con il capolavoro di Leonardo nel doppiofondo di una valigia, prende alloggio all'albergo Tripoli Italiana di Firenze. Presentandosi come Léonard, di prolessione pittore, va dall'antiquario Alfredo Gerì e gli offre per cinque milioni di lire (tre o quattro miliardi di oggi) la Gux-onda Precisa però che. più del denaro, gli sta a 'cuore - restituire all'Italia un capolavoro italiano- Ce l'ha con Napoleone che si e |>orta- lo in Francia tesori artistici italiani Mette, come condizione alla vendila, che d'ora in poi il quadro lo si possa ammirare -nel suo legittimo posto: la Galteriu degli VI lui di Firenze-. Appena si accerta che il dipinto non e falso, ma autentico e con i timbri del Louvre, l'ingenuo Peruggia finisce In prigione (e un poveraccio, in tasca ha soltanto una lira e 75 centesimi!. Monna Lisa, ntro- vata. ritorna sulle prime pagine del giornali di tulio il mondo. L'albergo Tripoli Italiana cambia immediatamente nome in quello di Gioconda, per parecchio temi» viene gente a vedere la camera dove il quadro e rimasto due giorni Scrive un giornale fiorentino: : -Coloro che vi si recano sem- 1 brano tutti maniaci, più maniaci dello stesso ladro Si entra in quella stanza in punta di piedi, ci si avvicina al co- i modino dove la valigia contenenie la tavola vtnciana. la camicia e le scarpe del ladro patriottico hanno fatto comunella insieme, e si rimane ferir icomedavanti a un altare-. Prima di ritornare in Francia, la Gioconda viene esposta qualche giorno alla Galleria degli Uffizi, a Roma nella c •.allena Borghese e in quella i di Brera a Milano, ci sono 1 ovunque fiumi di folla, vanno . a vederla anche il re e la regi! na. I carabinieri le sono di | scorta d'onore, ma sopratlul' lo per proleggerla da qualche altro Peruggia. Il 4 giugno l'imbianchino ei processato. La tesi del dilen-1 j sore avvocato Fargetti e che il ; crimine non e terribile. Gra-1 I zie a Peruggia. anzi, decine di I ; migliata di italiani hanno |K>luto ammirare la Gioconda e t lun/ion.iri del Louvre hanno' potuto constatare che la sorveglianza del Museo era insufficiente E per di più i penti psichiatrici ritengono che l'imputalo non e del tutto responsabile delle sue azioni, j Peruggia e condannalo a un anno e 15 giorni, tra le prole- ] sic del pubblico che chiede il mimmo della pena sei mesi. Quando esce dal carcere. Vincenzo Peruggia va a stare in un villaggio savoiardo, e la iii'ii'.i- arriva da lontano per conoscerlo e farsi raccontare la stona. Non basta alla gente quello che ha letto sui giornali, vuole qualcosa di più. particoi.in mediti. Ma non c'è nulla che non sia già slato detto e scritto, sicché Peruggia qualche particolare incomincia a Inventaria di anno in anno. romanzando la narrazione Quando muore, nell'agosto 1947. crede anche lui alla sua ultima versione del furto | Convinto di avere rubalo I Mutimi Lisa perche gli ncor-1 dava una ragazza amala, e che era morta in un incidente di montagna. . Luciano (urino ! ■jtoapp»—« 3Si Parigi. agosto 1911. Restano soltanto quattro chiodi al posto della «Gioconda» di l<eo nardo al Museo del I om re. Nel titolo: il volto di Monna lisa e quello deU'imbiandiino Vincenzo Peruggia