Cos'è cambiato nelle moto di Giorgio Viglino
Cos'è cambiato nelle moto Dall'ultimo successo di Agostini al titolo di Lucchinelli Cos'è cambiato nelle moto In soli sei anni trasformazioni notevoli nella meccanica dei mezzi, nelle gomme, nello stile di corsa, nell'ambiente - La sempre crescente funzione degli sponsor Sono trascorsi sei anni dall'ultimo titolo mondiale di Agostini e II primo della nuova serie Lucchinelli. Sei anni sono pochi, ma negli sport del motore volano quasi (ossero anni-luce. Del resto, non dimentichiamo che dal primo all'ultimo titolo dell'ineguagliabile Agostini erano trascorsi nove anni, che (orse allora erano passati soltanto alla velocita del suono, ma che comunque rendono ancora p*i'i rilevante l'impresa slessa. Dai tempi del debutto di Agostini, o ancor prima, dal periodo britannico (John Surlees. Jim Redman. rhodesiano, e Mike liallwood) a ieri, alla prima vittoria giapponese nel •mondiale- 500. erano cambiate molte cose. Le più evidenti lumini le modifiche regolamentari alle moto con l'eliminazione delle carenature e semlcarenalure. quindi la realizzazione di telai migliori, il potenziamento esasperato dei propulsori. Dal '60 al '70. prendendo due anni-campione quasi a caso, cambia l'Immagine del pilota che passa dal casco a mezza noce dì cocco ai primi -jet- che coprivano la nuca, e infine agli ■integrali-. La luta nera, un po' lugubre e anonima, lasciava il passo a colori più vivaci, disegni, (amasia che si propagava anche alla motocicletta che cominciava ad assimilare toni vivaci. Cambiava soprattutto, dall'ultimo • mondiale- di John Surtees motociclista C60) all'ultimo di Agostini C75). la struttura portante che stava alle spalle dei piloti. Dal dominio italiano della MV Agusta (continuatore di quello precedente Oliera in chiave, si sussurra, di imitazione più o meno totale che (aceva da supporlo ad una produzione di •elite,), si e passati ali impegno sistematico delle Case giapponesi, in (unzione di promozione ad una gamma di vendita ampia e diKusa in tutto il mondo. Quello che non riuscì alla fionda in qualche anno di s(lda alla MV Agusta. lo ottenne nel '75 la Yamaha, proprio con il pilota che per la Casa italiana seppe collezionare il maggior numero di successi. Fu bravo Agostini, anzi bravissimo, perché quello era l'inizio del cambiamento totale, e lui. pilota che veniva dal passato, dimostrava di sapersi aggiornare finche uno stimolo sui : incute lo avesse spinto Dal °75 in avanti però j il mondo motociclistico ha j cambiato |>asso nell'evoluzione per ragioni diverse e coin- cidenu In primo luogo mutava lo stile di guida, ma non era tanto la decisione del singolo a determinare la variazione quanto un nuovo mezzo tecnico: le gomme. Da sempre ci sono stali piloti composti o acrobatici, ma se non si scendeva dalla sella ad ogni curva come si (a adesso e essenzialmente perché le gomme non permettevano inclinazioni troppo marcale. Graziano Rossi, uno dei migliori piloti in attività, piega quanto e (orse più degli altri, ma se ne rimane ben corretto al centro della molo, tutto l'opposto dì Mamola. Cambiava anche l'impegno tecnico delle Case Subito la Suzuki attaccava la Yamaha, salvo a passare poi nuovamente il molo dopo i due anni di siicene alla marca rivale, che si era scovato il campione di tutte le Americhe. Kenny Roberta. Nel tentativo di superare gli avversari si dava (ondo a tulle le novità tecniche: la Suzuki inventava il motore in quadrato, la Yamaha curava la prima sospensione monocross posteriore, si studiavano telai sempre più leggeri ma rigidi per sopportare le nuove potenze, (renaggi a disco etiiricnt 1 la distribuzione della potenza gradualizzaia. elementi ancora minimi e rudimentali di aerodinamica. Nel gioco lo sappiamo sono entrale anche la Kawasakt con una progressiva crescila e la Honda, con ambizioni non pari ai risultati, mentre proprio quest'anno un massiccio impenno artigianale e piccolo industriale italiano, con Morbldelli. Sanvenero e Cagiva ha (alino in pieno Nel giro del motociclismo S'è poi alzato negli ultimi anni il vento degli sponsors e il pilota diventa veicolo promozionale per l'attrezzatura che indossa ma non soltanto per quella. Le patacchine piazzate strategicamente sulla tuta, le decalcomanie sulla moto, hanno tane una loro precisa (unzione di lettura da parte dell'appassionato. Guadagna cosi moltissimo il (uoriclasse. ma guadagnano bene i suoi avversari. Giorgio Viglino
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