Gli scienziati lanciano l'allarme il mondo vive su una polveriera

Gli scienziati lanciano l'allarme il mondo vive su una polveriera Concluso il convegno internazionale sulle armi nucleari Gli scienziati lanciano l'allarme il mondo vive su una polveriera Non tutti sono d'accordo sull'opportunità di «trattare» la pace aumentando gli armamenti - «E' illusorio promettere ai cittadini la sopravvivenza in caso di attacco atomico» - A Elice, per l'82 invitati anche scienziati dell'Est DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ERICE — A parlare di bombo, missili e catastrofi planetarie poi ramni venire il prossimo anno a Erice anche russi, cinesi e ì rappresentanti di quei Paesi che hanno raggiunto risultati concreti nella ricerca nucleare: lo ha annunciato — concludendo i lavori del seminario sulle possibili conseguenze di un conflitto atomico — il prof. Antonio Zichichi. E' il primo di una serie di impegni che il Centro scientifico «Ettore Majorana» ha fissalo per il futuro dopo che dal confronto fra i più illustri scienziati occidentali sono emersi dati e notizie che fanno accapponare la pelle. -Non c'i dubbio — ha osservato Zichichi — che stiamo dormendo su una polveriera Avrei voluto qui a Erice tutte le televisioni del mondo con traduttori simultanei, per far sapere all'umanità intera i rischi che stiamo correndo-. Il messaggio e dei più agghiaccianti, tanto più che l'allarme non proviene da sprovveduti o •orecchianti», ma da scienziati e ricercatori di grande prestigio, alcuni dei quali direttamente impegnati, in passato, in programmi nucleari bellici, come Edward Teller. il l>adre della bomba all'idrogeno. Ognuno di loro ha portalo a Erice il proprio contributo di informazioni, di dati e di cifre già di per se sconfortami. Dal dibattito e venuta fuori una realtà ancora più terrificante. Nonostante lutto, le grandi potenze pensano ad accrescere il loro arsenale nucleare. L'Unione Sovietica continua a costruire missili sempre più polenti e ad ammucchiare carri armali sulle frontiere occidentali: gli Stati Uniti, proprio In questi giorni, discutono sull'adozione di nuo- ve super—armi e mettono in cantiere la bomba N. l'ordigno che uccide gli uomini e risparmia le cose. Come uscirne? Oli uomini di scienza non hanno dubbi. Tulli, indistintamente, si sono dichiarati favorevoli alla tregua attuale auspicando l'acquisizione, prima che sia troppo tardi, di una pace sicura e permanente. Non c'e stato, com'era d'altro canto nalurale. lo scontro ira il fronte della guerra e quello della pace. Semmai le lingue si sono un po' confuse quando si e discusso di -trattative, e soprattutto dei modi e dei tempi per Intavolarle e portarle a conclusione. Il diballilo si e sviluppalo più facilmente fra i rappresentanti amencani.apparsi divisi sul tema: e meglio armarci di piU per trattare, o trattare rinunciando a programmi di potenziamento? Teller. per esempio, divenuto consigliere dell'attuale presidente Reagan. non ha nascosto di essere favorevole alla prima soluzione. Alla quale, chiaramente, si sono opposti gli ex uomini di Carter, come 10 scienziato Jack Ruina. Ma fino a che punto i politici. 1 responsabili, cioè, della sorte di centinaia di migliaia di uomini, sono al corrente dei gravi rischi che corrono le popolazioni? Vengono seriamente e sinceramente messi al corrente dai loro consiglieri civili e militari? E' da presumere di si. In ogni caso, gli alti del convegno di Erice verranno al più presto inviali a tutti i Capi di Stato e. raccolti ; in libro, verranno tradotti in tutte le lingue affinchè anche i -sudditi - sappiano con chiarezza a quale pericolo il mondo va incontro: e questo il secondo impegno preso dal Centro Majorana, dove in questi giorni si e svolto il seminano. 11 terzo e l'annuncio di un prossimo convegno sulla utilizzazione dell'energia nucleare a scopi pacifici per aiutare i Paesi del Terzo Mondo a risolvere i loro problemi di sopravvivenza e di sviluppo economico. In mattinata, i lavori veri e propri erano siali conclusi da un dibattilo apertosi su un intervento di Richard Oarwin . 11 direttore della ricerca della Ibm aveva illustralo una lunga relazione per suggerire quello che gli Slati Uniti avrebbero dovuto fare e quello, invece, che avrebbero dovuto evitare. Oarwin. per esempio, si e dichiarato contrario alla spesa, prevista, di 80 miliardi di dollari, per la di¬ fesa civile. -E' illusorio — ha sostenuto — promettere ai nostri cittadini la sopravvivema in caso di attacco atomico. L'Urss ci distruggerebbe in buona parte anche se noi potremmo tare altrettanto con loro- Per quanto riguarda invece le cose da fare, ha proposto di • lassare dal pesante al legge! ro- Costruire cioè missili più I piccoli, forniti di una sola testata nucleare anziché dieci: I adottare mini-sol tornarmi non nucleari, con un'autono1 mia di quaranta giorni, dislocali al massimo a mille chilometri dalla costa e provvisti di missili MX. con dieci testate nucleari; raddoppiare il numero del bombardieri con l'immediata costruzione di altri IH') aerei I sovietici, ha detto Oarwin. hanno raggiunto una tale precisione di lancio che. in caso di attacco, riuscirebbero a colpire tutti i .silos- dell'Occidente. Armando 1 missili con una anziché dieci testate nucleari, se ne risparmierebbero nove: di contro si aumenterebbero la potenzialità offensiva con i sommergibili: in sostanza, meno megaton! in terra e di più in mare. Ruggero t'onteduca

Persone citate: Antonio Zichichi, Edward Teller, Ettore Majorana, Majorana, Tulli, Zichichi

Luoghi citati: Elice, Erice, Slati Uniti, Stati Uniti, Unione Sovietica, Urss