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Nella horror story anche i bambini prime FILM; un nuovo Lucio Fuici Nella horror story anche i bambini Quella villa accanto al cimitero di Lucio Pulci, con Katherine Mai-Colt. Paolo Malco. Dagmar Lassandcr. Horror a colori. Italia 1981. Cinema Reposi. Anche stavolta, come nei precedenti Paura nella città dei morti viventi. L'Aldilà. Black Cat. i' regista Pulci, nostrano imitatore del cinema •gotico*, mostra la prepria bravura nel conferire efficienza visiva a un'allucinante storia di orrori. Giusta parte in tal risultato hanno le specifiche collaborazioni del direttore della fotografia Sergio Salvati, dell ambientatine e degli addetti agli special ef f ects. Sopraffatto dalla dilatazione e ripetizione delle scene delittuose, dalla bieca, calcolata ricerca dei particolari più rete- ! capriccianri. non persuade in- i vece lo sviluppo del racconto, nato da mente femminile, ma con Fulci collaboratore alla sceneggiatura. La .villa* del titolo, prossima a uno squallido camposanto, é ovviamente maledetta: se n'accorge il giovane professore (Paolo Malcoi che là va ad abitare con bionda moglie (Katherine Mac- , Colli e biondissimo figlioletto. Il docente i fissato nel voler indagare i motivi che indussero al suicidio per impiccagione il precedente inquilino, reo altresì, prima d'infilar la testa ; nel cappio, dell'uccisione d'una giovane. C'i nella villa ta pietra tombale d'un tale Freuditein. malefico genius loci poiché non si tratta d'un personaggio totalmente defunto, ma del solito morto vivente e deambulante nei sotterranei, dove attira vittime una dopo l'altra, sgozzandole, decapitandole, squartandole con arte sopraffina. Finiscono così sotto l'affilati-.sima lama del mostro (orrendo al di là dell'immaginabile, nella truccatura sovrapposta alla vera faccia dell'in¬ terprete Giovanni De Naval tutti i personaggi' il finale, dove i superstiti alle precedenti efferatezze sono due ragazzini, non invoglia a formulare nei loro riguardi pretHsio- j ni ottimistiche. £cco.' il vedere mischiati dei bambini in una horror story cosi atroce e oppressiva determinerà forse sconcerto e disagio, prima che pietà, in molti spettatori. a> V- Dagmar I assander, protagonista del film di Lucio Filici