I cacciatori riprendono il fucile ma dicono: «Saremo più bravi» di Franco Giliberto

I cacciatori riprendono il fucile ma dicono: «Saremo più bravi» Domani si apre la stagione venatoria in quasi tutta Italia I cacciatori riprendono il fucile ma dicono: «Saremo più bravi» Domani si apre la caccia. Evviva la caccia. Evviva? Un approfondito studio del Touring club italiano, edito di recente, afferma che secondo certi censimenti quasi l'ito per cento dei cittadini è contrario a chi imbraccia la doppietta. Sull'altra sponda. all'Unione nazionale associazioni venatorie (Unavi). si sostiene che la Corte costituzionale e 186 per cento dell'elettorato italiano .hanno di recente concesso alla caccia diritto di cittadiname». Dei censimenti amicacela, in verità, non si sa nulla dì preciso: lascia molti dubbi il limitativo impiego dell'indagine campione. Quanto all'affermazione che l'86 per cento degli italiani è a favore di chi spara agli animali, sorgono vane perplessità: il referendum era sul porto d'armi e non e proprio da escludere che chi e andato a votare abbia pensato soprattutto ai 33 mila posti di lavoro, alle esportazioni e al mille miliardi di fatturato l'anno del settore (fabbriche di fucili e corollario di prodotti minori, d'attinenza venatoria). In questa detonante incertezza, un fatto è certo: domani si ricomincia a far fuoco, lepri e tordi stiano all'erta. •Afa che non si dia una notizia fuor viantc — ammonisce Bruno Modugno. dell'Unavi — perché sarebbe falso affermare che stanno per scendere in campo un milione e seicentomila cacciatori, quanti ce n'è in Italia. In realtà impugneranno il fucile non più di quattrocentomila persone. (comunque, di che allestire un esercito). -Questi quattrocentomtla cacciatori — aggiunge Modugno — non sono li pronti a i sparare a qualsiasi cosa si muova, come gli "anticaccia" vorrebbero insinuare, facendo leva sulla mancamo di informazioni obiettive. Il calendario renatone è articolato in una serie complessa di aperture e chiusure, diverse da regione a regione e che seguono assai razionalmente le differen- ze di ambiente, di clima, di pressione venatoria, di presema di selvatici, di specie da proteggere perché divenute rare, o da "prelevare" perché in eccesso o facilmente riproducibili.. I diversi calendari regionali ammettono la caccia a un numero limitato di capi e specie di selvaggina migratoria estiva. In quasi tutte le regioni saranno consentite al massimo tre >uscite- complessive (in qualche regione soltanto due. in Liguria cinque -uscite») da scegliersi in un arco di tempo che va. a seconda delle zone, da un minimo di dieci a un massimo di trenta giorni. Non sono consentiti l'ausilio del cane e la caccia vagante. Si potrà sparare soltanto da appostamenti fissi e temporanei. La caccia alla -stanziale(selvaggina che dimora abitualmente nello stesso luogo) si aprirà invece il 20 settembre per alcune specie e .addirittura a ottobre e novembre per altre., sottolinea l'Unavi. Anche in quest'ultimo caso ci sarà una serie complessa di chiusure e aperture che riguardano la selvaggina migratoria autunnale e invernale, le giornate, gli orari e le tecniche. Per incarico dell'Unione venatoria, una ricerca ponderosa e stata fatta sulla .Struttura e rilevanza economico-sociale dell'attività della caccia in Italia., ricerca presentata ufficialmente a Roma dal Censls. Da un lato, pressati da quella impalpabile o esplicita antipatia che molte persone amiche degli animali riservano loro: dall'altro, coscienti che 11 settore venatorie) può far esplodere le sue mille contraddizioni se non disciplinato razionalmente, i cacciatori italiani sembrano attraversare un momento di riflessione. Qualche anno fa sarebbe stato impensabile 11 tono di questa nota, fornita dall'Unavt. che recita: .Prima di tutto occorrerà ricercare, insieme a quanti operano mi mondo agricolo, un punto d'incontro fra le moderne feniche coltivatile e le esigenze biologiche della fauna. Con l'apporto dello Stato, delle Regioni, col contributo degli enti pubblici locali e dei privati, sarà compiuto ogni sforzo per elaborare un piano faunistico nazionale, per utilizzare le aree marginali che hanno una spiccata potenzialità faunistico-venatoria. per individuare le strutture scientifiche e di ricerca da utilizzare ai rari livelli d'intervento. E infine per adeguare la legislazione nazionale e regionale alle reali esigenze della fauna, dell'ambiente e della qualità della vita di tutti i cittadini.. (Le persone pia scettiche commenteranno: .Toh. ecco i lupi che si travestono da pecore.. Ma le più fiduciose diranno: • Era ora. si cominciano ai ascoltare discorsi e propositi da popolo civile.). Franco Giliberto

Persone citate: Bruno Modugno, Modugno

Luoghi citati: Italia, Liguria, Roma