Sharon, piano rivoluzionario per i «territori occupati» di Giorgio Romano

Sharon, piano rivoluzionario per i «territori occupati» Ritorna, almeno nelle intenzioni, la politica di Dayan Sharon, piano rivoluzionario per i «territori occupati» NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — Cinque giorni dopo la nomina a ministro della Difesa. Ariel Sharon ha enunciato un plano che non e rivoluzionarlo in se ma appare tale perche chi lo propone e slato sempre fautore della linea intransigente e della politica ferma. Sharon ha proposto di istituire nei territori occupati principi nuovi di collaborazione per favorire un colloquio. Di qui un radicale mutamento dei criteri finora seguiti: velo a ogni forma di umiliazione per la popolazione locale, abolizione delle punizioni collettive (coprifuoco e demolizione di case dei sospetti), divieto all'esercito di entrare nelle scuole e nel campus universitari, abolizione di ogni (orma tli pressione e coercizione ai posti di blocco e negli interrogatori. Dichiarando che la sua porla e aperta sempre per tutti coloro che vogliono parlare con lui e annunciando che intende prender contatto con gli esponenti della zona. Sharon ha annunciato anche un radicale cambiamento della politica del suo ministero e di quella che egli personalmente aveva seguilo a Gaza quando, nel 1971. era comandante del fronte meridionale. Non solo, ma. almeno nelle intenzioni, ritorna alla politica che in parte aveva cercalo di attuare Weizman e di cui Dayan ; era un partigiano cosi strenuo da portarla alle estreme conseguenze, proponendo l'unilaterale concessione da parte di Israele dell'autonomia. Naturalmente annunciando questo nuovo atteggiamento nei confronti degli -arabi dei territori', opposta alle direttive (in qui seguite dal capo di Staio Maggiore dell'esercito generale Eylan e al coordinatore della sua politica in Giudea e Samaria, generale Mail, il neo-ministro della Difesa annuncia che sarà severo con gli esponenti e 1 i collaboratori dell'Olp. e com| prensivo con i moderali, ai i quali intende lasciare libertà di espressione e di parola, re' vocando (pare) anche i recenti I provvedimenti presi contro sindaci e giornalisti che hanno pubblicato le loro opinioni nella stampa araba di Geni j salemme Est. Fino a dove arriverà le. • longanimità* di Sharon? Quali (ini persegue? Alla prima domanda solo il tempo e < qualche provvedimento con| ( reio (come la ricerca degli ai i ien i ai ori contro i maggioreni ti giordani o 11 permesso ai due sindaci deportati di rientrare a Hebron e a Halhui) potranno dare una risposta ; Sulla seconda ci sono pareri I diversi. Si può immaginare I che Sharon. d'accordo con il |'|IIIi | primo ministro, intenda pre' parare il terreno alla ripresa |delle trattative .sull'autonomia, da tempo in un vicolo cieco, e mettersi in buona luce I prima dei colloqui che doI vrebbe avere la settimana I prossima con Sadal e il mese venturo con Reagan. Qualcuno si chiede se non siamo davanti a una manifestazione della politica del basini m- e della carota e se la ; mossa di Sharon non sia una i (inta. Tra coloro che hanno < manifestato maggiori preoc- cupoloni ci sono i seguaci di Gush Emunim e i coloni degli insediamenti ebraici nella West Bank, che molto speravano dall'assunzione del dicastero della Difesa da parte di Sharon. In generale la starnila e i partili hanno accollo favorevolmente il piano, sebbene per ragioni diverse: la sinistra perche spera serva a instaurare su nuove basi i rapporti tra le due comunità e costituisca il preludio a una coopera/ione effettiva: la destra perche ritiene sia il primo passo per imporre la sovranità israeliana sulla Giudea, la Samaria e 11 territorio di Gaza. La reazione negli ambienti piU direttamente interessali e caula e piuttosto scettica: I maggiorenti e i sindaci più radicali della Clsgiordania. noli per la loro posizione vicina al{l'Olp. ci vedono un tranello e non mostrano alcuna fiducia sulla sua operabilità e non si dichiarano disposti a collaborare come il sindaco Ut Nablus. Bassam Shaka. mentre i moderali lo hanno accollo con particolare favore, primo tra loro, il sindaco di Betlemme Elias Freij. Giorgio Romano

Persone citate: Ariel Sharon, Bassam Shaka, Dayan, Dayan Sharon, Elias Freij, Reagan, Weizman

Luoghi citati: Betlemme, Gaza, Halhui, Israele, Tel Aviv