Roma reagisce alla guerra del vino chiede (e ottiene) l'intervento Cee

Roma reagisce alla guerra del vino chiede (e ottiene) l'intervento Cee Le decisioni di ieri del governo france»*» sono «tutte da approfondire» R i dl i Roma reagisce alla guerra del vino chiede (e ottiene) l'intervento Cee Spadolini ne ha parlato con Orioli • Il ministro degli Esteri, Colombo, avverte Bruxelles: «Si stanno violando le norme del Mercato comune» - Si spera in una soluzione diplomatica ROMA — Il governo italiano attende di capire bene come si comporteranno le autorità francesi dopo l'accordo di ieri sera a Parigi fra quel governo e i vignaioli. Le navi con il vino italiano non saranno rimandate indietro, ma il loro carico sarà bloccato in dogana: come, e per quanto? E lutti i viticoltori si contenteranno di ciò che gli e stalo concesso, interrompendo il boirnitaggio violento del vino che viene dal nostro Paese? Il Ferragosto imminente non favorisce le scelte rapide: il ministero degli Esteri è stalo comunque Informalo Ieri sera, tramile l'ambasciatore a Parigi, delle decisioni prese dal governo francese. Alcune danneggeranno senz'altro le vendile di vino italiano alla Francia, e se ne dovrà discutere anche presso la Comunità europea. Anzi, già nella mattinala, si era fatto presente alia Cee. in modo piuttosto risoluto, che la Comunità non può disinteressarsi di questa controversia. Il presidente del Consiglio. Spadolini, ha voluto toccare anche l'argomento *vtno* nell'incontro che ha avuto ieri (per altri motivi) con il vicepresidente della commissione Cee Francois-Xavier Ortoh (francese). Da palazzo Chigi si fa sapere che il capo del governo italiano si è augurato — e ortoh e stalo d'accordo con lui — che le normali condizioni di scambio commerciate siano ristabilite al più presto, nel rispetto delle norme Cee. Insomma. l'Italia intende limitarsi ancora alle iniziative diplomatiche, evitando finché possibile misure di rappresaglia (che metterebbero anche il nostro Paese dalla parte del torto) contro le importazioni di prodotti agricoli francesi. Il ministro degli Esteri. Emilio Colombo, ha dato istruzioni al rappresentante italiano presso la Cee perchè •attiri l'attenzione sul fatto che si stanno violando -i principi che sono alla base del Mercato Comune-. Le agitazioni dei viticoltori francesi • rendono di fatto inoperante la libera circolazione delle merci-. E la commissione (l'organo esecutivo) della Comunità europea, ricorda il governo italiano, è garante che questa norme siano attuate. In serata, la Commissione — cosi si è appreso da Bruxelles — ha deciso di chiedere informazioni dettagliale al governo i ranee.se sui provvedimenti promessi ai viticoltori (tn un caso precedente, la Francia prese misure che furono poi giudicale contrarie alle norme della Comunità). Si e cosi dissolta l'impressione, nata nei giorni scorsi, che la Cee si volesse disinteressare della ! faccenda, considerandola un 1 caso di rapporti bilaterali fra Italia e Francia. Cdsdsd Un peggioramento della situazione avrebbe provocato, ha dello ieri il ministro del Commercio estero Nicola Caprili .una spirale nefasta di misure contro gli scambi fra due Stali membri della Comunità.. Nel caso che proseguisse .il danneggiamento delle nostre esportazioni', ha ricordalo Capria. .il governo italiano potrebbe giudicare indispensabili dei provvf iti di ritorsione-. Secondo la Confagricoltura e la Coldiretti. che hanno lancialo subito la proposta delle ritorsioni. In alcune assemblee di produttori agricoli italiani si sarebbe parlato di passare all'azione: come in Francia si sono rovesciate le autobotti cariche di vino italiano, casi potrebbe avvenire per quelle clic arrivano da noi cariche di latte (o anche vino) francese. Contrarla a ritor¬ sioni e a -dispetti - è invece la Confcoltivatori (organizzazione agricola di sinistra), la quale propone aiuti per estendere fuori della Comunità le vendite di vino, a vantaggio sia degli italiani che dei francesi. s. |.

Persone citate: Capria, Emilio Colombo, Francois, Nicola Caprili, Orioli, Spadolini