«Scaricate il vino italiano e tenetelo fermo in dogana» di Paolo Patrono

 «Scaricate il vino italiano e tenetelo fermo in dogana» Dal governo di Parigi arriva una decisione ambigua «Scaricate il vino italiano e tenetelo fermo in dogana» I unni. ini.nntrn inrl rll Vf.S..rn. nnn i lili^nllnn fran^n i. nni Pnn Lungo incontro ieri di Mauroy con i viticoli ori francesi e poi con l'ambasciatore d'Italia - Sarebbero cosi scongiurati altri atti di sabotaggio, ma occorrono nuovi «chiarimenti» fra i due Paesi PARIGI — Il governo francese ha raggiunto un .armistizio, sul fronte intento della guerra del vino con gli esasperati viticoltori del Midi. Ma le relazioni con l'Italia restano subordinate a una misura momentanea che desta comunque perplessità- il governo Mauroy ha infatti deci- so che 11 vino contenuto nelle cisterne delle quattro navi italiane preannunctale per le prossime ore nelle acque del porio di Séte non sarà sdoganalo, cioè per il momento non sarà immesso sul mercato francese. Per illustrare questo punto speciimi e le altre misure concordate ieri dal governo con I rappresentanti dei viti' coi;.in il primo ministro Mauroy ha ricevuto in serata l'ambasciatore Italiano Wal| ter (-animi, al quale ha consegnalo una comunicazione da trasmettere a Roma. Stretto fra le esigenze di | non aggravare il malcontento nelle regioni vinicole meridio nati (che avrebbe potuto sfo dare in incidenti ancora più gravi di quelli già avvenuti "egli ultimi giorni) e il deside rio di non infrangere con un- . blocco delle importazioni uno , dei principi cardini della Comunità europea, il governo francese ha escogitato verso le importazioni Italiane di vino una misura ambigua, di carattere temporaneo, in grado pero di evitare lo scoppiodelia violenza nel Midi. La tensione a Sete e in tutta la regione del Languedoc-Roussilon era infatti rimasta vivissima ieri, in attesa della cruciale riunione in corso a Parigi ira i rappresentanti del governo e dei viticoll lori, prima al ministero dell'Agricoltura e poi nella residenza dei primo ministro. Le discussioni sono stale lunghe e serrale, per due volle II previsto incontro delle autorità con i giornalisti e slato posiicipato. ma alla fine, con evideniesoddlsfazione. Mauroy ed I delegali sindacali degli agricoltori hanno potuto sunteggiare ì termini della tregua raggiunta. In sintesi, l'intesa si basa su alcuni punti essenziali. Primo punto: blocco indogana del vino italiano contenuto nelle quattro navi attese a Sete. -Non era certo il caso di respingere o di dirottare altrove questi mercantili-, ha precisalo Mauroy alla slampa. Ma il governo ha ritenuto anche che, |>er fronteggiare lediffi.di .i create dalle importazioni italiane, questo vino non sarà per il momento consegnato agli importatori per essere commercializzalo in Francia. Su queslopunto. certamente il più delicato, saranno avviale celermente trattative con Roma, con gli esportatori italiani e naturalmente con gli importatori francesi. Il secondo punto dell'accordo e un piano di Parigi per ottenere -una modifica profonda- delle norme Cee sul vino, da discutere a livello comunitario a Bruxelles unitamente alla richiesta francese per una distillazione preventiva iel vino eccedente. Oli altri punti dell'intesa sono ad uso esclusivamente interno e rispondono alle richieste dei ripnerons: creazione di un ufficio nazionale del vino per meglio regolare il mercato, accresciuta sorveglianza (anche fiscale) verso i maggiori importatori che hanno realizzalo spropositali guadagni con le Importazioni dall'Italia, plano di aiuti per . incentivare i vini di qualità (a scapito quindi della quantità) - e mime sostegno finanziario ai viticoltori maggiormente in difficoltà. _ , _ . Paolo Patrono tA pag 5 Roma reagisce alla guerra del vino! Séte. Alcuni viticoltori francesi guardano nei boccaporti della nave Ampeios, le cui cisterne, cariche di 8.500 ettolitri di vino siciliano, sono state inquinate con nafta (Tclcfoio Api

Persone citate: Mauroy, Sete