Dalla cucina al disegno

Dalla cucina al disegno TORNANDO A CERTE ANTICHE PASSIONI Dalla cucina al disegno I. un fatto risaputo che certe attività socio-culturali la cui nascita e la cui elaborazione awcnncro in Italia sono poi continuate altrove, presso altri popoli e in altri Paesi. Una di tali emigrazioni e quella dell'alta cucina (un'arte cioè tra le più sottili e raffinate), scoperta nelle corti e presso l'aristocrazia italiana tra il Quattro e il Settecento, ma che, passata in l;rancia (e innestandosi su modi e tradizioni locali), e divenuta la attiene francese; l'odierna cucint lipidi italiana consiste nella soprawiven/a delle ricette dolciarie medievali (e non soltanto a Siena o in Sicilia) accanto a cui trionfa quello die un tempo era il ricettario dei poveri e dei contadini, cioè delle paste asciutte, del prosciutto con fichi o con melone (ma di certi piatti, come la bresaola, è forse lecito risalire ad epoche preromane, all'area cioè della cultura celtica). In un raggio più strettamente figurativa gli Italiani furono i primi a raccogliere, studiare, ammirare t disegni degli artisti: ma questo aspetto del collc.ioninno e della ricerca storico-artistica, presto salito a insuperabili vette di compiute/za I basti pensare alla raccolta (ormata da Giorgio Vasari), cominciò spesso a scadere, già nel Seicento, verso aspetti da mareband-amateur, come in quel singolare personaggio che fu padre Sebastiano Resta (della cui follo.-ione resta un importante nucleo nella Biblioteca Ambrosiana di Milano), per finire poi. tra il Sette e l'Ottocento, nella più sfrenala liquidi, ione a lavoro di mercanti soprattutto inglesi. li inlatti, mentre nel Regno Unito anelava crescendo la febbre per i disegni italiani tic collezioni formate da due pittori. Sir Joshua Reynolds e Sir lliomas Lawrence sono memorabili), qui da noi si faceva a gjra per vendere, disfarsi delle raccolte di famiglia, con grande gioia di coloro che si trovavano sul posto forniti di denaro, come William Young Utile)' o il pittore francese Jeanbaptiste Wicar. che rastrellò Roma e l'Umbria dei disegni di Raffaello, per lasciarli alla sua città di Lille. Un siffatto atteggiamento di venale indifferenza continuò nel secolo scorso (allora emigrarono l'album di Jacopo Deilini oggi al Binisi» Museum e il libro del Pisani-Ilo oggi al Louvre!; e quanto agli storici dell'arte, si direbbe che considerassero il disegno come un tatto del tutto secondario, marginale, e non già quella spia di primaria evidenza per capire il significato e le intenzioni degli artisti nei momenti di assoluta sincerità quando ossi lavorano per sé stessi e per chiarire le proprie intenzioni. * * Non sono certo mancate opere italiane dedicate al disegno, ma i grandi approcci critici, a cominciare da quello del Meder. le grandi raccolte di riproduzioni (i cataloghi dell'Albertina di Vienna, gli album della Vasari Society), le trattazioni monografiche (come quella dedicata a Gian Lorenzo Bernini del Wittkower). sono tutti stranieri. Una netta ripresa c'è stata qui da noi sin dagli Anni Trenta ad opera di Ciarlo Ludovico Ragghiami, la-, cui .l umo di antesignano ha Minilo una scuola di studiosi del disegno, e a sua moglie. Lieia Collobi, spetta un'opera di grande rilievo. Il libro de'dite- i gin del Vasari (stampato dal Vallecchi nel 1974). mentre gli allievi della scuola pisana del Ragghiami hanno al loro attivo risultati non indifferenti Ma il tema del disegno itali.ino viene ora riproposto da I un'opera di vastissima apertu- : ra. e che resterà fondamentale per ogni ulteriore ricerca, li' il | Corpus Jer Iteltemxben Zei- I , i I : | I chmingin. 1300-1450, pubblicato dal GcbrUdcr Mann Vcrlag di Berlino, e dovuto a Bernhard Degenhart. uno specialista che aveva iniziato il suo lavoro di ricerca prima del V>V>. dopo la guerra egli si è affiancato a Annegrit Schmitt, in un progetto di tale respiro da sgomentare anche i più temerari. Si tratta di una catalogazione critica, di sottigliezza capillare, di tutta la produzione italiana tra gli inizi del Trecento e la metà del Quattro: e non soltanto per i disegni dei pittori, si anche di quelli dei ricama lori, fabbricami di stoffe, scultori, orefici, ecc. senza coniare le sinopie (cioè i disegni eseguiti a pennello sul muro prima di dare il via agli affreschi) e senza dire che molto spesso il disegno sconfina nella miniatura, costituendone il primo impianto, da finire con il colore. a a Bisogna dire che i disegni trecenteschi sono rarissimi: ciò non toglie che. grazie ad una ricerca davvero ammirevole, i due autori hanno portalo alla luce una quantità di esemplari sconosciuti o pochissimo noti, specie nel campo dei disegni eseguili a commento di testi scritti. Equi non sono mancate le scoperte, .indù- grandi, come un esemplare di Simone Martini incluso in un manoscritto della Biblioihèque Nationale di Parigi eseguito per il cardinale Jacopo Stcfaneschi (già noto come patrono dello stesso Simone e di Giotto). Né vanno taciute le curiosità, come i prodotti figurativi di Francesco Petrarca e di Giovanni Boccaccio, o come la ricostruzione di un libro di modelli decorativi (oggi disperso in varie collezioni e musei) dovuto ad una bottega di artigiani di Venezia. C'è poi da dire che l'esposizione della materia non è pedante: e che il lesto è gremito di materiale illustrativo di confronto, in quantità insolitamente abbondantili' ovvio che un lavoro di tale ampiezza lascia aporie molte ipotesi attributive, evi e prevedibile che molli punii saranno sottoposti, da parte di ulteriori studiosi, a revisioni e a discussioni, ma ciò non toglie che questi volumi resteranno nella letteratura sul disegno italiano ni una posizione attigua ai Drawings of thv Fiorentlli:1 Ptittten di Bernard Berenson, e. quando la loro pubblicazione sarà ultimata, costituiranno uno dei più ricchi e singolari repertori figurativi per il periodo trattato. Ai quattro tomi già apparsi nel l"o.s c dedicali all'Italia centrale e meridionale, si sono aggiunte poco fa altro ire parti, che riguardano Venezia e includono una serie di aggiunte e prcvisazioni relativo all'area presa in esame in precedenza .-Min volumi, ora in preparazione, esamineranno l'Italia Settentrionale, mentre l'ultima parte riguarderà i disegni del Medioevo italiano. Davanti a un'impresa cosi gigantesca (che ricolloca gli studi Storico-artistici di Germania al seguilo della grande tradizione anteriore al 1933) bisogna diro che il bilancio nostrano risulta assai magro Si è già dono di quel che ha raggiunto il Ragghiami con la sua scuola, e quanto alla ricognizione del materiale esìstente nelle nostre pubbliche raccolte non sono mancate opere pregevoli, come il catalogo dei disegni della Biblioteca Reale di Torino, dovuto, por la parie italiana, al compianto Aldo Berlini, e per quella straniera a Gianni Carlo Sciolta, mentre è or ora apparso il primo volume dei disegni del Museo Correr di Venezia, di l'or imo Pigna! ti. stampato da Neri Pozza. Una menzione a parte spelta poi al Corpus i ,•../'".. .v; Bergpmente, ira cui è da segnalare il primo volume ! (con i disegni delle raccolte | private bergamasche) a cura di Ugo Ruggeri. un altro allievo dei Ragghiami. Ma accanto a queste e >d altre realizzazioni più o meno felici, resta il fatto che le glandi raccolte nazionali sono state studiate e catalogate soltanto in piccola parte, a cominciare da quella, davvero prodigiosa, degli Uffizi: in occasione di mostre monografiche o a soggetto, si sono stampali piccoli cataloghi (spesso di livello scientifico assai alto) includenti le sezioni esposte temporaneamente Ma il corpo principale di talune raccolte maggiori rimane da esplorare e da classificare, particolarmente nelle sezioni del Sci e Settecento. E questo vale non soltanto per gli Uffizi, ma per Roma, per il Museo del Castello di Milano, mentre chissà mai cosa verrebbe alla luce da un'esplorazione sistematica di tondi considerati minori, e anche in certe biblioteche. E' di ieri la notizia che un disegno a sanguigna di Rembrandi è stato acquistalo dal calitorniano Museo Gctty por 57) mila dollari: la grafica dei grandi artisti è oramai considerata (e .indio su un piano strettamente commerciale) allo Stesso grado delle opere più elaborate e tecnicamente più finite Non si direbbe che. salvo rare eccezioni, tale concetto stia prendendo piede anche da nói; lo indica il livello medio delle collezioni private formatesi negli ultimi decenni, poche di numero e deboli come contenuto Eccellenti sono invece talune iniziative editoriali, di alta divulgazione e affidate a specialisti, come la collana dei Grandi diligili Italiani della Silvana (di cui sono già apparsi circa dieci volumi) o l'ai ira dot 1 rateili Fabbri. / disegni dei maestri, che si interruppe per la scomparsa improvvisa del suo curatore. Walter Witztiium. di prodigiosa, insostituibile conoscenza della grafica nostrana. Federico Zeri Giandomenico Tiepolo: «Caricatura di vecchi gentiluomini• (Biblioteca Reale di Torino)