Difficile soprattutto curare chi non ha «quella» malattia
Difficile soprattutto curare chi non ha «quella» malattia L'epilettico emarginato da pregiudizi crudeli Difficile soprattutto curare chi non ha «quella» malattia Cè un'associazione che si occupa di tutti i gravi problemi connessi all'infermità - Gli errori di chi ne è affetto e delie famiglie Epilessia parola da non pronunciare, che spaventa emargina, mionde vergogna nel malato e lo isola con una barriera di sospetto Ne la tede la drammatica lettera pubblicata sabato da Specchio dei tempi Eppure i epilettico e un malato come gli ailn e m otto casi su dieci può guarire, se soltanto gii vengono garantite inlormazioni adeguate, diagnosi e cure corrette -Non è dittiate curate chi ha l'epilessia, è dittiate curare chi non ce l'ha-. denuncia il mamtesto dell'associazione piemontese per la lotta contro questa malattia, polemizzando con i pregiudizi di chi ancora ritiene i epilessia il -male del demonio-. inguaribile, pericolosa, forse peggio della pazzia E un uguale battaglia conduce m citta la sezione torinese dell associazione con sede in via Nizza 377 (tei 697 318) Nel rilanciare oggi il proprio impegno e la propria disponibilità m casi come quello denunciato dalia lettrice, il vicepresidente della sezione. Paolo Pieirovichillo dice -Siamo un associnone laica nata per affiancare gli storti dei medici e sensibilutare l'opinione pubblica, ma anche gli stessi malati, su questo problema, divulgando notizie, informazioni utili, e indirizzando chi ci chiede aiuto verso le strutture giuste In Italia ci sono 500 mila persone maiale di epilessia e la stessa percentuale, superiore allo 0.5 per cento, si trova a Torino e in Piemonte Per molti, il vero dramma è non sapere di poter guarire circondati dai pregiudizi, protetti "dai tamilian che quasi se ne vergognano, finiscono cosi per vivere una vita a meli In questo senso I epilessia diventa male sociale, da combattere con tutti i mezzi- Una via ancora lunga da percorrere nelle slesse strutture sanitarie come spiega il doti Giorgio Capizzi della clinica neuropsichiatnca mlantile del Regina Margherita -Specialmente per i bambini sarebbe indispensabile una diagnosi corretta dopo i primi sintomi Invece molte famiglie tendono a isolarsi, affidandosi al pediatra che cerca una soluzione a tentoni Ma le terapie per l'epilessia si aggiornano ad un ritmo velocissimo e spesso neppure il neurologo risulta preparato, perche i casi che gli vengono affidati sono rari cosi ci accorgiamo che un buon 50 per cento di bambini arrivati finalmente agli esami in clinica erano curati male E' una constatazione drammatica, in quanto oggi, con tarmaci appropriati, il 70-80 per cento degli epilettici guarisce perfettamente dai sintomi della malattia- Aggiunge il doti Paolo Berruti. neurologo, che adianca. come Capizzi. l'opera dell'associazione • Una volta gli epilettici finivano senza scampo in ospedale psichiatrico, quasi si trattasse di malati mentali E oggi, purtroppo, si vedono ancora film e si leggono notizie che descrivono il malato di epilessia come un mostro pericoloso Di qui la tendenza del malato ad emarginarsi, curandosi in modo approssimativo ho conosciuto un paziente di mezza età che da anni veniva trattato con 5 farmaci contemporaneamente, e lutti in dosi in■■il/finenti senza essersi mai sottoposto a un esame del sangue o al controllo di uno specialista, in un'altra ragazza, inviataci dall'associazione, una nuova crisi, evitabile, aveva risvegliato angosce sopite ecco la risonanza sociale della malattia trascurata e vissuta male, che porta a disperare, a vergognarsi di parlarne, e poi a curarsi di meno, in un circolo chiuso- • Perciò — conclude la psicologa Rita Maria Beccare collaboratrice della sezione torinese — e necessario sensibilizzare anche le famiglie che tendono a "proteggere " il malato risolvendo la questione in modo tranquillizzante attraverso il medico di liducia Bisogna evitare la segregazione m casa dell'epilettico, sdrammatizzarne la situazione, consigliare un lavoro adatto per l'inserimento nella società - E vincere, innanzitutto, il giudizio di maialo di cui tanta gente -sana- pare alletta Come la regazze che. una dopo l'altra, hanno abbandonalo il irateiii' della lettrice che ha scritto a Specchio dei tempi -E'un "diverso", lo sa e gli altri lo sannoRoberto Reale
Persone citate: Giorgio Capizzi, Paolo Berruti, Paolo Pieirovichillo, Rita Maria
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