Le sorelle di Moby Dick di Nico Orengo

Le sorelle di Moby Dick NUOVE IPOTESI SUGLI ANTENATI DELLE BALENE Le sorelle di Moby Dick Richard Ellis, famoso pittore americano, studioso dell'ambiente marino, è riuscito a catalogarle e disegnarle tutte - Il loro progenitore è il Basilosaurus, più simile al serpente, vissuto 40-50 milioni d'anni fa Gli amori, le lunghe navigazioni, le lotte con piovre giganti, le trappole tese dall'uomo - Terribili e fragili Pesava diciotto tonnellate, nuotava fra Lipari e Panano, improvvisamente ha incontrato i larghi tremagli che i pescatori delle Eolie calano a mezz'acqua e il grande capodoglio, come fosse una leggera sardina o un inesperto pagello, si i aggrovigliato. La notizia i di pochi giorni addietro. L'hanno liberato premurosi sub dopo lunghissime ore di lavoro, solo cosi il •gran pesce* preparato dal Signore per inghiottire Giona. -Leviatano il serpente*, ha potuto riprendere la sua corsa silenziosa e scintillante verso il Sud. Prima però, assicurano i sub. aveva aperto la larga bocca in un sorriso di ringraziamento, in un •ciao*. Certo non l'avevano vista cosi quel 20 novembre del 1820. quando i marinai del Pequod di capitan Achab incontrano Moby Dick, la grande balena dalla «gobba come una montagna di neve» dello scrittore newforchese Herman Melville. In quell'alba dal mare liscio e il cielo chiaro. Moby Dick si era affacciata con una torta e uno splendore che neppure il .no di Giove aveva raggiunto allorché aveva rapito Europa. Terribile e lattea aveva inizia to la sua corsa verso il Pequod aprendo valloni d'acqua, spruzzando grattacieli di schiuma sulle nuvole di gabbiani che appesi in aria la seguivano. Fantasie di Melville? Racconti ingigantiti dalla memoria dei marinai che vivevano di balena, da secoli, sui bordi dell'isola di Nantucket? Terribile come la dipingono gli ex roto, i Salmi, la Genesi. Giobbe. Giona. Isaia? Ci chi dice di si e chi dice di no. Certo la videro infernale i marinai del Pequod scritti da Melville Ma Melville? Melville non inventò nessuna efferatezza: Moby Dick era proprio così. Mesi fa i stato ritrovato, nel Connecticut, un diario di bordo del marinaio Thomas Nickerson. mozzo della baleniera Essex. In esso il sedicenne marinaio racconta come il 20 novembre ael 1820. all'alba. /Essex. una baleniera di 238 tonnellate, venisse attaccata e affondata, nelle acque del Pacifico, da un gi¬ gantesco e violento capodoglio. I venti uomini che erano a bordo si salvarono su tre lance andando alla deriva per tre mesi e finendo per mangiarsi a vicenda. Melville non aveva inventato la fiera e furibonda aggressività di Moby Dick, ama ascoltato i racconti dei vecchi balenieri di Nantucket. visto gli ex voto delle taverne dell'Isola, e soprattutto ietto il diario del giovane Nickerson. Eppure sulla loro dolcezza, oltre ai sub delle Eolie, ci giura anche un conoscitore appassionato ed esperto come Jacques-Yves Cousteau. gli uomini della sua Calypso son saliti a cavalcioni su balene lunghe e grandi come locomotive, han fatto il surf tuffa loro micidiale coda. In un libro scritto nel 73 con Philippe Diali. La balena regina del mare (Longanesi). Cousteau racconta della loro terribile potenza, ma anche della loro comprensione, del ringraziamento di una madre a cui era stato restituito il figlio balenottera persosi nella baia di Scammon. le occhiate di riconoscenza che un capodoglio dispensava ai marinai che l'aiutavano a disincagliarsi da una riva di sabbia, i mugola di un esemplare ferito mentre gli medicavano gli strappi sulla pelle. E' la loro mole che impressiona, ciò che li rende terribili e fragili allo stesso tempo, quando si arenano in acque basse i proprio la potenza della loro mole a soffocarli. Possono vivere solo in acque molto profonde. Eppure non sempre i stato cosi. Figli dell'Era Terziaria, nel Miocene di venticinque milioni di anni fa. avevano già dei parenti, forse più modesti, lunghi non più di cinque-sei metri, che ancora non stavano in acqua Richard Ellis. un famoso pittore americano, studioso dell'ambiente marino, membro della commissione internazionale per la protezione delle balene, ha da poco pubblicato a New York, da Alfred A Knopf II libro delle JAlene. /pagine 202. % 25 00) un saggio molto completo sull'origine e t diversi cetacei che ancora vivono nei nostri mari, arricchito da oltre un centinaio di disegni e dipinti. Il suo progenitore se ne stava, si presume, acquattato sulle nrr dei mari, aveva delle piccole zampette, mangiava erba e bacche, ma non aveva le dimensioni dei brontosauri e dinosauri. £ se brontosauri e dinosauri sparirono a causa del loro gigantismo, dalla difficoltà di spostare tonnellate e tonnellate del proprio corpo, i cetacei che per forza di natura già si trovavano sulla via del gigantismo pensarono bene, attraverso altri millenni, di affrontarlo stando già in acqua, inconsapevolmente affidandosi alle leggi di Archimede. Solo in questo modo fu possibile a qualcuna di loro, come la balena azzurra, di raggiungere il ragguardevole peso di centotrenta tonnellate contro le trentacinque di un già ben nutrito brontosauro. Buttandosi in acqua la balena arerà satinato la propria specie, anche se l'anello di congiunzione fra i due momenti ancora non i stato trovato. Ellis propone l'ipotesi di un progenitore, un protocetaceo, dal nome di Basilosaurus. un balenottera affusolato, dal lungo muso, più serpente che balena, che respirava e vivervi come una foca. Questo progenitore di Moby Dick avrebbe dai quaranta ai cinquanta milioni di anni. Ma i difficile classificare le balene, anche per i ricercatori e i collezionisti più appassionati, spiega Ellis. Quando nuotano se ne vede solo una piccola parte, non succede certo come al cacciatore di farfalle. Ci si deve basare su testimonianze. documenti, disegni. Un museo dove, ben allineate si presentassero come vetture in un museo dell'automobile o vanesse in una raccolta di farfalle non i immaginabile e progettabile. Al ricercatore, oggi più di un secolo fa. sono date apparecchiature marine e fotografiche che ne agevolano il lavoro di classificazione. Spesso deve correre nella Terra del Fuoco o nell'Artico Canadese solo per poter osservare una mandibola, un pezzo di scheletro e da lì ricostruire, per metri, metri e metri tutto ciò che manca. Per questo Ellis studia le balene stando nel centro di New York, perchi li ci sono le biblioteche, vecchie carte disegnate, piene dt testimonianze, ma anche gli studi più recenti, i dati più aggiornati, quelli che i ricercatori sul campo, come Cousteau e i marinai della Calypso. forniscono continuamente agli studiosi di tutto il mondo. Ellis le ha catalogate e disegnate tutte, da quelle con la gobba, a quelle pigmee e nane, da quelle con il becco a quelle con il naso a forma di bottiglia, creature di un antiquariato preziosissimo ma vivo, schiumante negli oceani della Terra. E'di pochi giorni il divieto di caccia al capodoglio da parte della Commissione internazionale, vita ancora non sufficientemente protetta, inseguita e braccata ancora da troppe baleniere che ne fanno poi mangime in scatola per cani e gatti. Definitivamente tramontati i tempi in cui Pequod o Diavolessa o Bocconcino, fe nari melvilliane della sua carne sapevano e dovevano non sprecarne una goccia. Maestosa e misteriosa la balena ripropone a noi e a se stessa la sua vita millenaria: un figlio ogni due anni, dopo una gestazione di sedici mesi, e un allattamento che dura nove, dopo un atto d'amore impervio da raggiungere, per le difficoltà dei due partners di sincronizzare, durante l'amplesso, la loro respirazione. Migrazioni lunghissime, anche sedicimila chilometri, per raggiungere, dal Mare di Bering, la baia della California in Messico. Mesi di navigazione, lotte sanguinose, contro piovre giganti, voragini di silenzio e trappole tese dall'uomo, sopra e sotto l'acqua. Ma non più come scriveva Mananne Moore in una poesia degli * Unicorni di mare e di terra*, con la mitica forza sufficiente a .tutte le volte che un ostacolo / le sbarrava 11 corso, tu l'hai veduta automaticamente i sollevarsi». Nico Orengo

Luoghi citati: Artico, California, Connecticut, Europa, Lipari, Messico, New York