Artemisia, processo per stupro

Artemisia, processo per stupro GLI ATTI DEL DIBATTIMENTO (1612) CONTRO L'UOMO CHE VIOLENTO* L'ARTISTA Artemisia, processo per stupro Pittrice, figlia del pittore Orazio Gentileschi, a diciotf anni trascinò in tribunale il seduttore, affrontando risoluta lo scandalo - Torturata, confermò l'accusa: «E' vero, è vero» - Sullo sfondo, la Roma brutale e rozza del Seicento - Pregiudizi, reticenze, menzogne dei testimoni - Rimangono particolari oscuri o contraddittori - La verità nascosta in alcuni dipinti? .Ve ci fosse ancora la Spina di Borgo — che fu sventrata per aprire Via della Conciliamone, gioco di birilli per giganti dal fiato corto — dalla mia finestra potrei scorgere quella di Artemisia Gentileschi. Vi fu vista, affermò proterva Agostino Tassi, chiamato in giudizio dal padre di lei per violenza carnale, .scherzare con varie sorti di genti» o col braccio attorno al collo di uno dei suoi amanti, la vide affacciarsi anche uno dei testimoni forse per cercare il ristoro d'un alito di vento dal Tevere o un po' di luce per le misere stame della casupola a fianco dì Santo Spirito dote il padre la teneva rinchiusa. Di li avrà guardato sul lato dell'Ospedale la ruota per gli esposti, protetta da unlnferriatella garbata: al centro. un'apertura, non più larga d'un palmo, serviva a far passare le mani di chi deponeva furtivamente un corpiclno. •Se resto incinta, si sarà detta Artemisia, il mio bambino dovrò metterlo 11»; le suore davano un nome ai trovatelli, seguito dall'umiliante dato anagrafico che. in romanesco, è un'ingiuria: Pilius m. Ignotae. Nella speranza che ciò non accada e il ribaldo che l'ha stuprata la sposi, come ha promesso, avrà messo da parte il coltello di cucina die. subito dopo il fatto, aveva impugnato gridando: «Ti voglio ammazzare con questo coltello, che tu m'hai vituperata!-. Afa quel coltello era rimasto nel fondo della sua coscienza; e quando Artemisia Gentileschi sarà una pittrice celebre, esso si proietterà nel suo quadro più famoso; •erotico e funebre*, fo definisce Roland Barthes: un quadro che sembra l'emblema della rivendicazione femminile. Ingigantito come accade nei sogni, quel pugnale i la spada di Giuditta che scanna Oloferne, con un viso — schise il Longhi — .d'una Impassibilità ferina*, attento, risoluto, da massaia che sgozza il maiale più che da Erinni vendicatrice. L'uomo vigoroso che giace riverso sul letto, il viso livido tra il sangue che gli sgorga dalla gola recisa e il velluto rosso che lo ricopre, forse non è soltanto il giovane che la ingannò: Agostino Tassi, detto Lo Smargiasso, aveva moglie e fu incriminato per averla fatta assassinare. Forse, la figura del tiranno assiro ne racchiude due. l'amante e il padre. Orazio Gentileschi; questi la teneva chiusa in casa a badare ai tre fratelli minori e non s'era curato nemmeno che imparasse a leggere e scrivere. Le aveva trasmesso, però, ti solo mestiere che conoscesse, la pittura, nella quale in breve tempo aveva fatto tali progressi che. a quanto scrisse della figlia il pittore: .Forse principali maestri di questa professione non arrivano al suo sapere.. Non é da credere alla più vile delle ingiurie che le sca! gliò in viso il Tassi al processo e cioè che .11 padre la te| nesse per moglie, e consenI fisse ai suol rapporti con mol| ti uomini per denaro. Ma e evidente che non ebbe scrui poli a esporre allo scandalo la sua onorabilità, la sua ritimila segreta, con quel proces- so intentato un anno dopo il | fatto, nel 1612. quando Arte- munì aveva diciott'anni e Agostino ormai era notoriamente ilsuoamante. E' lecito supporre che il tardivo risentimento del paart non dipendesse soltanto da motivi d'onore: egli accu- Is.ò_l?0_*""° d'f.*I?" un quadro — rappresentava anche quello, una Giuditta — e c'era contrasto d'interesse tra loro per il compenso degli affreschi che dipingevano insieme nel Casino delle Muse del Cardinale Borghese a Monte Cavallo toggi Palazzo Rospigliosi Pallavicini!. Tra le figure dipinte da Orazio Gentileschi si riconosce sua figlia, bellissima, procace, nella giovane ancheggiante col xentaglio in mano; il suo \ r a o o n e a n e . ) o o riso sdegnoso e sensuale appare dietro le corde d'un'arpa: Artemisia rappresentava dunque per lui l'immagine stessa della bellezza e della femminilità. Dai due uomini artemisia apprese l'arte: da Agostino Tassi la prospettiva, dal padre l'impasto dei colori e il gusto tipico dei caravaggeschi di dare alle figure dei quadri le fattezze rudi dei popolani, le carni opulente delle loro donne. Imparò, soprattutto, a diffidare e a difendersi: a confronto con il seduttore che torvamente negava, in tribunale resistette alla tortura dei .sibilìi., cordicelle strette attorno alle dita, e confermò la deposizione precedente gridando .e vero, e vero, e vero!.. Imparò, soprattutto, a contare soltanto su se stessa. Si assoggettò allo scandalo. i consapevole che if padre era I animato da gelosie di mestiere, di committenze, da conI tutti di scuole; descrisse la I violenza subita con particolari crudi, da popolana ai ì vezza a un linguaggio espliciI to. si espose alla cattiva fama I che l'accompagnò poi sem| pre. come spesso accade alle I donne che emergono; si adatI tòa un matrimonio di conve| nienza. che fu di breve durata, esercitò a Roma, a Firenze, a Napoli, a Genova, a Londra, una professione che era riservata agli uomini. La pubblicnzione'degli atti del processo risponde agli intenti delle Edizioni delle Donne: rivendicare il valore, le prove subite, ti coraggio I delle donne, tanto più esposte | all'oppressione e ai pregiudii zi quanto più si distinguono. Benché presenti molti lati oscuri e contraddittori, il testo iAtti di un processo per stupro; giustifica pienamen' te l'intento polemico; rispec! chia. inoltre, le scelte storiografiche attuali, e cioè la pre| sentazione di semplici dati, senza lenocinli narrativi né indagini psicologiche: l'Artemisia l'ulnerabile che accompagnò Anna Banfi tra le ma¬ cerie del Lungarno appartiene alla narrativa Qui balza davanti a noi una donna robusta, risoluta, e. dietro di lei. la società rozza e brutale di Roma nel '600: una sceneggiatura stupenda. Allo stesso modo E. Leroy Ladurie. nel bel volume edito da Rizzolt. attraverso gli interrogatori degli eretici di Montaillou ricostruisce la vita d'un villaggio francese nel Medioevo. I testimoni rispondono in 1 * romanesco al latino del giudice; si scorge, dietro di loro, t'ambiente al quale appartenevano gli artisti: un sarto, un barbiere, una lavandaia, un locandiere. Piccola gente. I notabili, come t Beati nella pittura sacra, si librano in una sfera luminosa, sopra le nuvole: a loro ci si rivolge, come fa Artemisia in una lettera, -con devota umiltà*. Ben altro i il tenore delle deposizioni. Dietro le reticenze, le menzogne, le tortuosità dei testimoni, traspaiono le loro abitudini, il tenore di vita, le potere stanze dote abitavano. I quartieri dove si muovevano, le loro miserie fisiche e morali. Eppure. Artemisia appar! teneva a quell'ambiente: per | giustificarsi con il Granduca ' Cosimo II de' Medici d'un ritardo nella consegna d'un quadro, nel 1619. accenna a sue indisposizioni ed a .non pochi travagli della mia casa e della mia famiglia*. Per ristorarsi, dice, si reca a Roma: ■ Me la passerò là tra amici per qualche mese*. Dal processo che aveva segnato una svolta nella sua vita erano trascorsi sette anni: ma Artemisia non aveva dimenticato quelli che Ve erano stati solidali Sentendo, trent'anni dopo. a Un committente siciliano, si rifiuta di calare il prezzo pattuito d'un quadro; lei non è donna da contrattare né da disdirsi, poiché viene da un popolo famoso per la sua ruvida franchezza: -lo so' romana, senve. e perciò voglio procedere sempre alla romana*. Lidia Storoni G Artemisia Gentileschi: «Autoritratto in veste di pittura» ( i Oi Gtilhi it l Ai Atii ll' Aff dll M (til) ( osi Orazio Gentileschi ritrasse la Agili Artemisia ncll'« Affresco delle Muse» (particolare)

Luoghi citati: Firenze, Genova, Londra, Monte Cavallo, Napoli, Roma