Una mossa abile di Arrigo Levi

Una mossa abile Una mossa abile Il primo ministro israeliano Begin trarrà soddisfazione limitala dal pronto rifiuto americano della proposta di Sadat che gli Stati Uniti awiino un dialogo con l'Olp. Sadat stesso non si aspettava certo nulla di diverso dalla dichiarazione del segretario di Stalo Haig. Questi ha detto: «Dalpunto di vista americano non cè stato cambiamento, e personalmente non prevedo che ci sarà. I palestinesi conoscono benissimo le nostre condizioni: non devono fare altro che soddisfarle». Questa e soltanto l'ovvia riaffermazione di un impegno scritto assunto già da Kissinger nel I97S: gli Stali Uniti non riconosceranno l'Olp e non ncgozieranno con l'Olp finché questo non riconoscerà Israele e le risoluzioni dell'Orni 242 e 338. che sono i documenti basilari sull'esistenza e sui confini dello Stato d'Israele. Questo impegno non ha però impedito in diverse occasioni a rappresentanti americani di avere contatti con l'Olp. Il caso politicamente più rilevante t la recente mediazione americana in Libano: come ha dello Shimon Peres. capo dell'opposizione laborista in Israele, ola tregua è stata fatta con l'Olp*. tramile l'Onu e l'Arabia Saudita. E' questo fatto (ma non solo questo) che ha probabilmente indotto un grande politico come Sadat a rilanciare il negoziato di Camp David su basi nuove. Che la mossa di Sadat non cada nel vuoto é provalo dal commento di Edwin Meese. il principale consigliere di Reagan. il quale ha detto: «Vedreino che cosa ne potrà venire fuori: in questo momento non c'è mutamento nella nostra politica». Il tono è nettamente diverso da quello di Haig. Questa e l'ennesima conferma che la politica dell'amministrazione Reagan sul Medio Oriente e ancora tutta da definire. I più filo-israeliani sono considerati Haig e il consigliere per la sicurezza nazionale, Alien, oltre allo stesso Reagan. Questi però si e lasciato sfuggire di recente una battuta i '■Onci personaggio di Begin ci rende tremendamente difficile aiutarlo») che ha prontamente trovalo la strada dei giornali. Ed Meese stesso, che e l'uomo a lui più vicino, si è battuto a favore della vendita degli aerei Awacs all'Arabia Saudita, contro le proteste di Begin. Nel campo «filoarabot si schierano il potente segretario alla Dife- ! sa. Weinbcrger. il quale ha j pubblicamente accusalo Begin di avere per due volte fatto fallire con i suoi colpi di forza le ! mediazioni dell'inviato ameri- ; cano Philip Habib. e il vicese- ! gretario di Slato William Clark, che ha definito l'atteggiamento dell'America verso Begin come di «delusione ed imbarazzo*. Critiche a Begin sono venute anche da molti rappresentanti degli ebrei d'America: autorevoli commentatori come James Reston hanno accusato il premier israeliano di «terrorismo». mentre un tìallup poli due che il 61 per cento degli americani e contrario alla vendila ad Israele degli aerei FI6. Anche la dichiarazione d'intenzioni del nuovo governo Begin di proporsi l'annessione dei territori occupali al termine del periodo transitorio di cinque anni previsto dal trattato di Camp David, pur non essendo una violazione degli accordi, come ha dichiarato il Dipartimento di Stato, e però un altro ostacolo al rilancio del negozialo. Washington non può non dispiacersene, anche se è ancora lontana dall'aver «cambiato politica», o dall'aver deciso di intensificare . le pressioni su Israele, prolungando o attergando la sospensione della vendita di armi sofisticate, al fine d'indurre Begin alla moderazione. Vi sono però segni chiari che. nell'amministrazione Reagan e nella società americana, stanno maturando atteggiamenti assai più critici d'un tempo verso Israele, o meglio verso Begin. La sua politica e senza diplomazia, essendo fondata sull'impiego della forza militare, che dipende in misura determinante dall'appoggio americano. Questo é molto rischioso per Israele. La mossa di Sadat indica che il premier egiziano ha sentilo nell'aria che qualcosa sta cambiando. Occorrerà tempo perché sia chiaro come esso si svilupperà. Ma l'America, che mira a stabilire un tconsenso strategico» antisovietico nel Medio Oriente, difficilmente si adatterà a veder naufragare questa strategia contro gli scogli dell'intransigenza di Begin. leader di un governo con un voto di maggioranza. Arrigo Levi