Gufi reali, lupi e leoni all'ergastolo di Franco Giliberto

Gufi reali, lupi e leoni all'ergastolo INCHIESTA SUGLI ANIMALI COSTRETTI A VIVERE IN CATTIVITÀ' Gufi reali, lupi e leoni all'ergastolo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BERGAMO — In uno dei suoi quattordici articoli la Carta dei diritti degli animali. quella promulgata dall'Unesco a Parigi tic: 1978. ammonisce che nessun animale dev'essere usato per il divertimento dell'uomo né per la sperimentazione. Ma dodici famiglie italiane su cento possiedono un cane o un gatto, e in genere — sia pur candidamente — ci si divertono (senza contare gli animali del circhi spesso ammaestrati a fare i buffoni). E decine di migliaia di cavie, dai porcellini d'India ai maiali, dai topi alle scimmie, sono sacrificati alla ricerca scientifica: soccombono in nome della scienza. Chi di ce sacrificio indispensabile al l'umanità, chi dice crudele ecatombe. Ci vorrebbe poi un raffinatissimo scrutatore della palelle animalesca per sapere quanto una bestia allevata per il macello sia - nutrita, alloggiata, trasportata e soppressa senea che gliene risulti ansietà e dolore-, come la Carta dell'Unesco raccomanda. Pero senza doti di psicologo, molto facilmente, ognuno può rendersi conto dell'aberrazione costituita, poniamo, da migliala di polli allevati in illumlnatissime gabbiette, ciascuna di ventimila centimetri cubici (come una scatola per scarpe, più o meno): oppure d migliaia di bovini tenuti sempre legati al collo nella sulla, per tutta la vita inutile. con una catena che lascia loro settanta centimetri di lasco. E ancora, nei giardini zoologici, accanto all'orso bianco maestoso che compie per centinaia di volte al giorno (come certi felini, come i canidi) lo stesso percorso di quindici metri, avanti e indietro, con allucinante regolarità di passi e di svolte: accanto al bestione in moto perpetuo, bisognerebbe affiggere una targhetta che dicesse: «Non sappiamo se sia paragonabile a paranoia, schizofrenia, ossessione fobica dell'uomo, ma un fatto è certo: quest'orso che vedete è ormai diventato pazzo per la prigionia'. Insomma, la nobilissima Carta dell'Unesco (sostiene fra l'altro: -Ogni animale che I fife affo stato naturale ha di' ritto alla libertà e all'ambiente suo proprio-) sembra nata e pensata in un clima utopico, come se ogni anno non fossero esportati vivi — soltanto dall'Africa — ottanta milioni di «esemplari esotici*. In un «parco» Come se nelle scuole elementari dei Paesi cosiddetti civili ci fossero corsi tenuti o predisposti da etologi alla Konrad Lorenz, per inoculare nel futuri cittadini il rispetto per l'esistenza e la dignità degli animali. Come se in certe culle del diritto avessero vigo re leggi capaci di evitare a un boa di finire Inquilino d'una vasca da bagno smaltata e a una giraffa d'esser reclusa in uno zoo o in un'umida villa dei Nord Italia. Data la situazione, spesso ci si arrocca attorno ai male mi-nore. nella speranza — quasi sempre disillusa — che almeno qualche gruppo di animali trovi sistemazione il più naturale possibile. Ed ecco che allora l'etichetta di -parco faunistico- incuriosisce e sprona alla visita: lascia immaginare che qualcuno, chissà, abbia trovato la formula magica per far vivere il leone fuor di savana. Ma no. non esistono miracoli zoologici se ci sono reti metalliche e deportazioni. Nel parco faunistico- di Mozzo, a pochi chilometri da Bergamo, una giraffa allunga quanto può il collo, per ghermire le fronde più basse -:he un carpino, cresciuto fuori del suo recinto, avaramente le offre. Un gibbone femmina elegante e docile, getta le braccia al collo (come farebbe un bimbo di due anni con la mamma) al guardiano che viene a toglierlo per qualche minuto dal suo gazebo di due metri cubici. avventori — al vicino bar Nella gabbia delle civette delle nevi nordamericane giacciono sul pavimento resti di passerotti (ma glieli danno vivi da mangiare?) e di -altri piccoli mammiferi dei quali si nutrono-, spiega un cartellino | didascalico. I daini, una tren- per una passeggiatina e un sacchetto di nocciole da con-sumare — divertimento degli Una. stanno in un vasto spiazzo dove non cresce un fi lo d'erba, mai piantala del re sto perché -se la brucherebbe! ra «ubilo-. Quattro superbi | gufi reali stazionano in una voliera dove — giusta la determinazione della loro vita media in sessant'anni — potrebbero scontare l'ergastolo. Cinque cuccioli Un leone e una leonessa, rassegnati e forse ben pasciuti, hanno a dispozione una prigione di 49 metri quadrali, simile a quella di due leopardi e alla gabbia del lupi siberiani. I lupi siberiani, maschio e femmina, hanno diverso comportamento: lui gira in tondo, rasentando le pareti a grata di ferro: lei str. accovacciata al centro dei suoi 25 metri quadrati di -spazio esistenziale-, tra la ghiaia, con gli occhi melanconici. Ha partorito da poco cinque cuccioli, proprio 11. al riparo di un tavolaccio posto sopra alla gabbia (tutta a grata, anche nel soffitto) perché non le piovesse i addosso o il sole non picchias1 *• troppo, j Un guardiano vuol farci ve dere i lupacchiotti e sbatte energicamente — non richiesto — la porla dell'attiguo sgabuzzino di mattoni in cui sono riparati. I cuccioli escono spaventati e trotterellano verso la madre. Il padre si ferma di botto e sembra che fissi il guardiano, anzi la sua mano un morso — se lo lascerebbe destra. Con potesse — monco. Ma questo -parco faunistico- può considerarsi un passo avanti rispetto a ciò che era fino a pochi mesi fa quando a Mozzo lo si conosceva solo come -Centro di importazione e di commercio di ogni tipo d'animali- Ora t suoi ospiti, quanto meno, vivono su dieci ettari : prima i baratti avvenivano in recinti molto angusti e puzzolenti. E poi ora. per allietare i visitatori (30 mila dall'aprile scorso, duemila lire il biglietto) ci seno altoparlanti che diffondono discretamente musica country, un negozio di souvenir, due bar. un ristorante in costruzione, alcune giostre e un trenino da bambini nel settore del relax infantile. Qui si guardano gli animali e ci si rallegra, ma chi vuole comprare qualche esemplare, negoziante o privato cittadino, può farlo a pronta cassa senza il minimo impedimento: un giovane struzzo 700 nula lire, mezzo milione un orsetto bruno. 12 milioni un eiafantino. 35 milioni una coppia di giraffe adulte, due milioni un giovane scimpanzé. 400 mila lire il lupetto siberiano, un po' meno la gracula religiosa che dice a tutti: -Ciao.' Come va?-. Va male, risponderebbe San Francesco. Ma anche qualche laico ha buoni motivi di polemica. Franco Giliberto

Persone citate: Konrad Lorenz

Luoghi citati: Africa, Bergamo, India, Mozzo, Nord Italia, Parigi