Il porto di Genova è malato costi elevati, cala il traffico di Clemente Granata

Il porto di Genova è malato costi elevati, cala il traffico Un grido di allarme lanciato ieri in una riunione di operatori Il porto di Genova è malatocosti elevati, cala il traffico GENOVA — Un nuovo grido d'allarme giunge da Genova: il porto, polmone della sua economia, primo scalo d'Italia e tra i primi del Mediterraneo, soffoca, rischia di morire. Calo improvviso dei traffici, mancanza di spazio, costi elevati, manodopera esuberante e priva di organizzazione razionale, conflittualità esasperata, che presenta nello scontro mai sopito tra il Consorzio autonomo (Cap) e la Corno» gnia unica dei lavoratori (Culmv) il suo aspetto più clamoroso: ecco l'elenco dei mali di cui. secondo analisi e denunce diffuse, soffre lente che realizza, o dovrebbe realizzare, la vocazione tradizionale della città verso 11 settore • terziario». Dei mali del porlo si parla da parecchio tempo. L'occasione per il nuovo grido d'allarme « siala offerta dalla riunione svoltasi ieri pomeriggio e conclusasi a tarda ora dei membri del .Consiglio portuale», organismo consultivo, ripristinalo nelle sue funzioni or non e molto dal presidente del Cap. Dagnino. e del quale fanno parte anche le rappresentanze degli agenti marittimi e degli spedizionieri, vale a dire le due categorie che ;ii questo periodo mostrano i maggiori segni d'inquietudine per 11 futuro del porto. E sono stali proprio gli spedizionieri e glt agenti marittimi 1 maggiori protagonisti della riunione di ieri: hanno ripetuto le accuse mosse da tempo e contenute in un documento presentalo l'altro ieri a pei. psi e de contro l'organizzazione del lavoro, che crea rilardi e sprechi. Il loro e slato un intervento mollo polemico, anche se all'inizio della riuntone avevano affermalo di non voler fare un • discorro contro qualcuno, ma insieme a qualcuno- Essendo organo meramente consultivo il Consiglio portuale non ha adottato provvedimenti. La sua riunione é servita soprattutto per fare il punto della situazione. Vediamo di riassumerla. Il dato di partenza e il calo dei traffici. Circolano in proposito cifre che paiono giustificare il più nero pessimismo: diminuzione del 50 per cento dei trafilici di navi tradizionali, de) 30 per cento di traffici di navi .container»», del 70 per cento di traffici di -merci alla rinfusa» (dal carbone ai prodotti siderurgici). Sono dati reali? Nella sede del quotidiano •L'avvisatore marittimo» si ha una risposta positiva: -Il traffico di Genina sembra ormai quello del porto di Ravenna*. Il presidente del consorzio autonomo. Dagnino (socialista, giunto al termine del suo mandalo), fornisce un quadro diverso: calo dello 0.9 per cento del traffico di ■ oierci ricche» nei primi cinque mesi dell'anno in corso. • // die non significa — aggiunge però — voler gettare acqua sul fuoco delle preoccupazioni che sono fondate*. Alla Camera di Commercio 11 presidente Cauvln parla di una diminuzione del 3 per cento. La verità e. rilevano altri, che mancano statistiche aggiornate, fatte in modo scientificamente corretto e riferite ad elementi omogenei. Ma se la quantificazione può > essere oggetto di controversie infinite, la perdita di prestigio e d'importanza del porlo di Genova appare un dato certo. Il discorso allora si sposta sulle cause. Tutti sono disposti ad ammettere che la crisi di Genova s'inserisce nel più generale capitolo della crisi dei porti italiani e persino europei, a cominciare da Rotterdam, che pure, or non e molto, era citato come esempio di funzionalità, modello di efficienza. Ma c'e altro che riguarda Genova in modo specifico? La mancanza di spazio, di cui si parla da tempo, e una questione tipica del porlo del capoluogo ligure. La costruzione del bacino di Vollri. che avrebbe dovuto concedere maggior respiro, si allontana nel tempo: i 119 miliardi stanziali di recente dall'amministrazione centrale non ap- paiono sufficienti neppure per ultimare la prima parte delle opere. Dice Dagnino: ■ Se lo Stalo tosse stato coerente con se stesso ora avremmo Voi tri e parecchi problemi si presenterebbero con minor virulenza-. Ce poi il capitolo del costi che. secondo gli utenti, sono i piU elevati d'Italia (ma al Cap rilevano che essi sono giustificati anche dalla buona qualità dei servizi torniti) e c'e la questione del personale. Il porto ha circa 9 mila lavoratori: 3 mila del Consorzio. 6 mila della Compagnia unica. ■ Troppi — si sostiene da alcune parti — ma soprattutto inseriti in un meccanismo burocratico che non faixtrisce la produttività. proix>ca gravi ri¬ tardi, sicché le navi scelgono Genova quando non hanno disponibili altri scali italiani- Spedizionieri e agenti marittimi insistono per la creazione di un organismo unico. (■:..■ assorba e superi il dualismo tra Consorzio e Compagnia unica sempre proni* a sbranarsi per accaparrarsi qualche fella di competenza (O di potere politico) In piU. Ma la proposta dell'organismo unico, a sua volta, e fonte di rinnovate polemiche, uno di quegli argomenti che rischiano di rendere incontrollabile la conflittualità. Genova e il suo porto sotto questo profilo, appaiono prigionieri di una sorta di circolo vizioso. Clemente Granata

Persone citate: Dagnino, Genina