Che cosa ci dicono cosa nascondono i guerrieri di Riace di Francesca Sanvitale

Che cosa ci dicono cosa nascondono i guerrieri di Riace Venuti da un mare profondo: l'antica Grecia Che cosa ci dicono cosa nascondono i guerrieri di Riace 1bronzi di Riace sono senza dubbio l'avvenimento artistico e culturale dell'anno: mezzo milione di visitatori In due mesi al Museo archeologico di Firenze, 200 mila a Roma, alla Sala delle vetrate del Quirinale. Le statue del due guerrieri greci furono ritrovate II 16 agosto '72 da Stefano Marlottini: il subacqueo romano, archeologo dilettante, le scoprì nelle acque del mar Jonio, a otto metri di profondità, sul fondale di Riace, lungo la costa calabra, a circa trecento metri dalla spiaggia. Esperti sommozzatori le recuperarono alcuni giorni dopo con l'aiuto di due palloni gonfiabili. La Sovrlntendenza alle Belle Arti di Reggio accertò che I bronzi, alti circa due metri, 250 chilogrammi di peso, risalivano al V sec. a.C, Il periodo au¬ reo della scultura greca, l'età di Fidia e di Pericle. Solo nel '75 I guerrieri vennero trasferiti a Firenze e per cinque anni sottoposti a un delicatissimo e complesso lavoro di restauro. Poi nell'aprile di quest'anno la prima esposizione In pubblico, quasi In sordina, le lunghe code del visitatori, la «scoperta» dei mass-media, le polemiche e le tante interpretazioni sul loro fascino misterioso. Adesso le statue sono tornate a Reggio, al Museo Nazionale. Sul «caso Riace» abbiamo chiesto un giudizio all'archeologo Paolo Matthiae, lo scopritore di Ebla, allo psicanalista Cesare Musatti e agli scrittori Paolo Volponi e Francesca Sanvitale.

Persone citate: Cesare Musatti, Paolo Matthiae, Paolo Volponi

Luoghi citati: Firenze, Grecia, Reggio, Riace, Roma