Cassola: fra tanti omicidi il colonnello aspetta la pensione

Cassola: fra tanti omicidi il colonnello aspetta la pensione Romanzo «L'amore tanto per fare» Cassola: fra tanti omicidi il colonnello aspetta la pensione DOPO il romanzo storico dell'anno scorso, II ribelle, Cassola con L'amore tanto per fare si dedica, almeno come programmazione di genere letterario, al romanzo poliziesco, e a tale scopo richiama all'onor della pagina i due protagonisti di un precedente romanzo non particolarmente felice, Monte Mario, cioè il colonnello dei carabinieri Varallo e la ragazza allora vanamente desiderata e concupita, Elena Raicevic. Se non che ci sono stati, nel frattempo, molti e profondi cambiamenti: il colonnello è diventato, da quasi fascista che era, pacifista e vagamente e moderatamente di sinistra, ed Elena, dalla difesa accanita della propria verginità, è passata a convivere con un giornalista. In più, il colonnello, che è un gran dongiovanni ed è dotato di un notevole fascino, ha come amante Gabriella, che è sposata, ma con un matrimonio in crisi, tanto che progetta di andare a vivere con Varallo, che così finalmente metterebbe la testa a partita Si mette cosi in moto quella che dovrebbe essere la molla dell'azione: il colonnello, un pomeriggio, rallentato dal traffico tarda a ritornare, e quando arriva trova Gabriella uccisa nel suo appartamento. Scattano (si fa per dire) le indagini a opera di un commissario clamorosamente ottuso e burocrate, intenzionato a costruirsi un buon successo con l'incriminazione niente di meno che di un colonnello dei carabinieri A un certo punto anche Elena (che è opportunamente ricomparsa nelle prime pagine del romanzo) viene anch'essa uccisa, e subito dopo si scopre che proprio lei ha ucciso Gabriella, mentre l'assassinio .di Elena è messo in conto a un igno¬ to terrorista. Il vero colpo di scena, però, deve ancora venire: ed è, proprio nella terzultima riga, la richiesta di matrimonio che Varallo fa alla giovane Carolina, la figlia dei portieri della casa, di cui, subito dopo la morte di Gabriella, è diventato amante, ponendo così fine alla vita di avventure e di successi amorosi e rientrando nell'ordine familiare, anche in quest'ambito, cioè, rinunciando alle idee ancora fascisteggianti di dominio maschilista proprie del suo ormai respinto passato. Da tutto questo viene fuori un'opera che non è per nulla poliziesca, non è d'azione, non è psicologica, perché i personaggi sono descritti interamente dall'esterno e in modo del tutto ripetitivo. Neppure la ritornata Elena dà sapore alla vicenda, dal momento che il movente dell'assassinio che commette è semplicemente la gelosia. Non c'è neppure attesa per la soluzione del caso, perché sappiamo da sempre che il bel colonnello Varallo non è colpevole. La maggior parte del libro, poi, consiste in dialoghi non proprio esaltanti sull'amore, sulla gelosia, sulla domanda di pensionamento del colonnello, sui rapporti fra uomo e donna, sulla conversione pacifista di Varallo, ecc. Tutti i personaggi, da Gabriella a Elena, dal commissario Vesce al colonnello, chiacchierano senza tregua, senza mai dire effettivamente nulla, ma, purtroppo, con la pretesa di emettere sentenze definitive sui sentimenti e sulla vita. Fa eccezione soltanto Carolina, la cui storia è, poi, l'unico momento interessante e significativo del romanzo. E la ragazza furba che capisce come il colonnello stia ormai cercando tranquillità e sicurezza, da buon pensionato quale sta per es¬ sere (ma già non è che in servizio si dia poi molto da fare, arrivando tardi in caserma e non occupandosi gran che dei suoi doveri). Di qui le pigre ma efficaci arti che essa pone in essere per assicurarsi il matrimonio, che significa anche l'ascesa sociale e una vita agiata e senza problemi e fatiche. Per di più, la ragazza ha anche il merito di non interrogarsi troppo e, di conseguenza, di chiacchierare con moderazione (come, del resto, i genitori, che, pur essendo portieri, sono, contro la tradizione, molto più moderati conversatori del colonnello e delle sue donne di ricca condizione borghese). Altro nel romanzo non c'è: ma rimane il rimpianto per il Cassola maremmano di ormai tanti anni fa. G. Barberi Squarotti Carlo Cassola, L'amore tanto per (are, ed. Rizzoli, pagine 189, lire 8000.

Persone citate: Barberi Squarotti, Carlo Cassola, Cassola, Varallo, Vesce

Luoghi citati: Cassola, Varallo