Un romanziere colpito al «quore» di Oreste Del Buono

Un romanziere colpito al «quore» Parliamone Un romanziere colpito al «quore» VIVIAMO un'epoca di contraddizioni. Non c'è che dire. Si è lottato così a lungo per eliminare i voti nella scuola dell'obbligo, e ora li torniamo a introdurre più o meno esplicitamente nella letteratura d'evasione. Ultimamente, ha cominciato «L'Express» a dare la sua classifica di libri per l'estate con relativi giudizi, ha continuato a ruota «L'Europeo», è sopravvenuto di volata «L'Espresso». Può restare ancora assente «Panorama»? I periodici di politica, cultura, economia e altre scienze disumane fanno a gara nel soppesare, discriminare, assolvere o condannare i romanzi d'intrattenimento. La tabella più circostanziata e maliziosa è, forse, quella de «L'Espresso», crediamo stilata dall'ottimo Dante Matelli, con dotta discorsa di contorno dell'illustre Umberto Eco. «115 romanzi facili facili», è intitolata, e di ogni romanzo son detti la trama, l'epoca e luogo, il genere, lo stile, il sesso e la violenza e l'eventuale pubblico. Se il voto materialmente non c'è, è comunque suggerito come inevitabile. Qualche esempio? Lo stile di Ken Follett in «Il codice di Rebecca» è giudicato «giornalistico», quello di Len Deighton in «La grande spia» «barocco» e quello di Robert Elegant in «Manciù» «diaristico». H sesso di Bruce Marshall in «Preghiera per una donna perduta» è giudicato spaventato», quello di Haroid Robbins in «Non lasciarmi mai» «sportivo» e quello di Ken Follett in «Il codice di Rebecca» «orientale». Quanto alla violenza, quella di Bruce Marshall in «Preghiera per una donna perduta» è giudicata «psicologica», quella di Van Hamme in «Largo Winch: all'assalto del gruppo W» «da supermarket» e quella di Morris West in «I giullari di Dio» «non troppo pia»... Mah, vien un brividuccio di curiosità al pensiero di come se la passerebbero, nel caso che fossero inclusi tra le letture sconsigliate o consigliate d'estate, «I promessi sposi» di Alessandro Manzoni o «Guerra e pace» di Lev Tolstoi. Lo stile in che modo verrebbe definito? «manzoniano»? «tolstoiano»? e il sesso? niente per «I promessi sposi»? o «sottinteso»? «nobile» per «Guerra e pace»? o «paventato»? C'è maggior sicurezza per la violenza: «da prima pagina» per «I promessi sposi» con un ratto e una sommossa, un'epidemia e da «supermarket» per «Guerra e pace» con battaglie, stragi di tutti i generi all'ingrosso e al dettaglio. Abbiamo segnalato la contraddizione tra l'eliminazione dei voti nella scuola dell'obbligo e la loro ambigua restaurazione nell'evasione del tempo libero. Tuttavia, con questo siamo ben lontani dal pronunciare l'ostracismo al loro uso. Durante la telecronaca sul primo canale televisivo dell'assegnazione del «Premio Strega» abbiamo sentito con i nostri orecchi uno dei finalisti rispondere alle avvolgenti domande di Luciano Luisi: «I momenti erotici del mio libro sono discussi, alcuni li trovano i "piùmigliori", altri...». Eccetera, la sottolineatura è nostra, l'errore, invece è del finalista. Lo sappiamo: ormai si scrive e si parla male in tanti, noi non facciamo certo eccezione. Però, «i più migliori» di quel finalista ci ha colpito al cuore. Anzi, al quore, e un voto lo meriterebbe.... Oreste del Buono Illustrazione di Bob Coonts