Mauritius, un paradiso perduto nell'oceano dove si scontrano indù, musulmani e bianchi

Mauritius, un paradiso perduto nell'oceano dove si scontrano indù, musulmani e bianchi Una profonda crisi sociale, economica e politica travaglia Tex-colonia Mauritius, un paradiso perduto nell'oceano dove si scontrano indù, musulmani e bianchi PORT LOUIS — Magnifiche spiagge dorate e mari corallini sono le immagini che le agenzie turistiche danno dell'isola di Mauritius, nell'Oceano indiano, ma i paesaggi di paradiso terrestre non devono trarre in inganno: la crisi è arrivata anche qui. Crisi razziale, sociale e politica. La tradizionale armonia razziale nell'ex-colonnia britannica, sogno di turisti di tutto il mondo, comincia a dar segni di incrinature: la maggioranza indù (52 per cento) è accusata dalle minoranze creola, musulmana e bianca, di gestire il potere in maniera discriminatoria, da 13 anni. Il primo ministro, Seewoosagur Ramgoolam, indù e leader del partito laburista, è al potere senza interruzioni dal giorno dell'indipendenza avvenuta nel 1968. Il «Movimento di centro sinistra» guidato da Paul Berenger ha avuto un inatteso successo nelle elezioni del 1976, ed ha costretto Seewoosagur a stringere un'alleanza con il suo partito. Afa Berenger intende rovesciare il potere dell'attuale primo ministro alle prossime elezioni che si dovrebbero tenere entro l'anno. Altra figura di spicco nel mondo politico è Gaetan Duval, leader del partito socialdemocratico. Con un'economia basata esclusivamente sul raccolto della canna da zucchero, con 50 mila disoccupati su una popolazione attiva di 350 persone, con un'inflazione che galoppa oltre il 45 per cento, la bilancia commerciale e quella dei pagamenti in forte deficit, i partiti di Berenger e Duval stanno guadagnando influenza e consensi anche nella classe media. Il primo ministro laburista cerca di turare la falla ricorrendo alla strategia cosiddetta -comunalista» secondo la quale ogni gruppo etnico deve sostenere un proprio candidato. La maggioranza indù, anche se divisa in molti e spesso opposti gruppi politici, sarebbe così sicura di man tenere il po tere. Un fatto però unisce tutti gli abitanti dell'isola Mauritius al di là delle rispettive affiliazioni politiche: la sorte dell'arcipelago delle Chagos, che comprende l'isola di Diego Garcia, divenuta base militare americana quando a Port Louis vi erano ancora le autorità inglesi. Per lo sgombero dalla piccola isola delle 942 famiglie residenti, l'Inghilterra si impegnò a pagare al governo di Mauritius 3 milioni di sterline in aiuti per lo sviluppo dell'isola di cui ha versato la metà. Ma l'attuale governo di Mauritius chiede altri 8 milioni di sterline, mentre gli inglesi sono intenzionati a sborsare solo quel milione e mezzo che, secondo gli accordi di 10 anni fa, manca per saldare il conto. La questione per ora pare destinata a restare irrisolta, dopo che gli attuali negoziati avvenuti a Londra questo mese si sono conclusi con un nulla.

Persone citate: Berenger, Diego Garcia, Duval, Paul Berenger, Port Louis

Luoghi citati: Inghilterra, Londra