Fulminato dalla rivoltella che il nipote tiene in mano

Fulminato dalla rivoltella che il nipote tiene in mano Misterioso fatto di sangue a Diano Castello Fulminato dalla rivoltella che il nipote tiene in mano DIANO CASTELLO — Spara allo zio, e lo uccide: è stato un delitto o una disgrazia? E' quanto cercherà di scoprire l'Inchiesta disposta dal procuratore della Repubblica di Imperia, Antonio Penco, e condotta da carabinieri e polizia. il fatto di sangue è successo la scorsa notte in un accampamento di nomadi, a Diano Castello. L'omicida, Gino Maf uri, 37 anni, da Savona, senza fissa dimora, coniugato e padre di nove figli, tutti minorenni, è stato arrestato, e si trova in carcere ad Imperia. E' nipote della vittima, Angelo Bachino, 43 anni, di Alessandria. Ricostruire l'accaduto, rigidamente protetto da un muro di omertà, non è stato facile per gli inquirenti. Non è ancora del tutto chiaro come il delitto si sia svolto; per ora ci si basa su molte ipotesi e supposizioni. Ad ogni modo, questa è la versione dell'omicida, che presenta però parecchi lati oscuri. Sono le 20,30 di sabato sera. Mafuri, conosciuto nell'ambiente come «Giacomino», è fermo da qualche giorno con la sua inseparabile «roulotte» ih via all'Isola, nei pressi della caserma Camandone. C'era giunto con l'intera famiglia da Cervo Ligure. Si muove su e giù per la riviera, vive di espedienti. Nel pomeriggio, era venuto a trovarlo Bachino con la moglie e i due figli. Gli uomini conversano. Ad un tratto Mafuri dice: -Aspetta. Ho una cosa da mostrarti». Si alza, va in auto e prende una rivoltella a tamburo, cai. 7,65. Torna e dice allo zio: •L'ho trovata a Cervo. Tu che sei più pratico, guarda se funziona». Bachino la esamina, la soppesa, poi gliela restituisce: -Mi sembra proprio una bella arma. Tieni». L'altro l'afferra e, pare, gliela punta contro (per scherzo?). Parte un colpo. Uno solo, ma è mortale. Il proiettile raggiunge Bachino all'ombelico, recide l'arteria femorale. L'uomo cessa di vivere quasi subito, dissanguato. H nipote cerca di soccorrerlo. Lo carica in macchina e, accompagnato da un figlio della vittima, lo trasporta all'ospedale di Imperia. Ai medici del pronto soccorso, raccontano una strana storia: •Gli hanno sparato dei marsigliesi di un 'clan' rivale». Quindi, risalgono nella vettura e ritornano a gran velocità alla roulotte. Durante il tragitto, per la concitazione del guidatore, la macchina cappotta per ben due volte, ma gli occupanti rimangono incolumi, senza un graffio. Dall'ospedale, si avverte il 113, scattano le indagini. Le ricerche sono compiute dal maresciallo Bellaclcco, del carabinieri di Diano Marina, e dal dottor Priore, vicedirigente della Mobile della questura. Alle 7 del mattino, rintracciano l'accampamento. Svegliano Mafuri,. che dormiva tranquillamente e 10 arrestano. L'uomo si difende: «£' stato un incidente. Non volevo ammazzarlo. 11 colpo è partito accidentalmente». Gli chiedono: e la pistola? 'L'ho gettata in mare a Imperia, davanti alla Galeazza». Per recuperare l'arma, giungeranno stamane da Genova i sommozzatori. Oggi verrà eseguita sul cadavere l'autopsia da parte del prof. Enzo Celesti, dell'Istituto di Medicina Legale dell'ateneo genovese. Stefano Delfino

Persone citate: Antonio Penco, Camandone, Enzo Celesti, Gino Maf, Priore, Stefano Delfino